In Umbria è boom sull’eolico. Sono attualmente 42 le richieste di connessione alla rete elettrica per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, che complessivamente potrebbero generare 2,1 gigawatt (GW) se approvate. La maggior parte di queste richieste, ossia 25 pratiche per un totale di 1,3 GW, riguarda l’installazione di pale eoliche. Questo ha portato la politica, ed i vari gruppi politici, a prendere una posizione volta ad inquadrare la questione.
Nel dettaglio, il report di Terna rivela che le richieste di connessione alla rete per futuri impianti eolici provengono da diverse località: Gubbio (0,27 GW), Foligno (0,19 GW), Nocera Umbra (0,19 GW), Spoleto (0,18 GW), Castel Giorgio (0,10 GW), Parrano (0,09 GW), Gualdo Tadino (0,06 GW), Sant’Anatolia di Narco (0,06 GW), Sellano (0,05 GW), Valtopina (0,04 GW), Cerreto di Spoleto (0,04 GW) e Orvieto (0,03 GW).
Eolico in Umbria, il Partito Democratico: “Evitare l’assalto”
Alla luce del boom di eolico in Umbria, è intervenuto in una nota il Partito Democratico. La capogruppo dei dem in Regione, Simona Meloni, ha dichiarato: “La Regione individui quanto prima le aree non idonee in Umbria per evitare l’assalto. La realizzazione di simili impianti comporterebbe l’alterazione significativa e irreversibile del territorio”.
E ancora: “La costruzione di strade, piazzole di servizio e infrastrutture di collegamento provocherebbe la perdita di biodiversità, frammentazione degli ecosistemi e la deturpazione di paesaggi unici come i crinali montuosi dell’Appennino umbro marchigiano. In questo quadro, ritengo necessaria una moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici e la partecipazione attiva delle comunità locali nei processi decisionali in tutte le fasi autorizzative”.
Infine: “Ritengo necessaria una moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici. Questo permetterebbe di sospendere temporaneamente l’approvazione di ulteriori impianti, in attesa che la Regione completi l’individuazione delle aree non idonee e che vengano valutati con maggiore attenzione gli impatti sul territorio e sul paesaggio. È fondamentale che le comunità locali vengano coinvolte attivamente in tutte le fasi autorizzative, garantendo trasparenza e condivisione nei processi decisionali”.
Il Movimento 5 Stelle la pensa diversamente
È intervenuto anche il Movimento 5 Stelle che però, almeno per quanto concerne la moratoria, ha deciso di prendere una posizione diversa: “Gli impianti di energia eolica attualmente installati in Umbria costituiscono meno di un millesimo della produzione necessaria per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica della regione, ma nel frattempo continuiamo a produrre ed importare energia prodotta da combustibili fossili per la maggior parte di ciò che consumiamo. Le valutazioni di carattere paesaggistico spettano ai soggetti deputati, in particolare modo per discutibili impianti di 200 metri di altezza sui crinali appenninici”.
A parlare è il capogruppo pentastellato, Thomas De Luca, che poi spiega: “Riteniamo inconcepibile che nella medesima area dichiarata idonea dalla giunta regionale all’insediamento di un inceneritore si possa dire no alla realizzazione di una pala eolica. Stranamente nessuno si pone il problema dell’impatto sull’ambiente e sul paesaggio di impianti come inceneritori, biodigestori e nuovi centri commerciali”.
Su un aspetto, però, le posizioni di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle vanno a convergere. Quando si rivolgono all’amministrazione regionale per: “Accelerare il processo di individuazione, da parte della Regione, delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento dei target del decreto del 21 giugno 2024. Cosa che la Regione Umbria è tenuta a fare entro la fine dell’anno”.