Il Palazzo dei Consoli di Gubbio, insieme a Piazza Grande e al Palazzo del Podestà, rappresenta una delle più maestose opere urbanistiche medievali al mondo. Concepito nei primi decenni del XIV secolo, il complesso testimonia l’ambizione politica e culturale del Libero Comune di Gubbio, che voleva esprimere la sua grandezza non solo attraverso istituzioni avanzate, ma anche con un’architettura capace di dominare il paesaggio circostante.

Il Palazzo dei Consoli di Gubbio: la sua affascinante storia

La costruzione del palazzo, decretata nel 1321-1322 e avviata nel 1332, coinvolse l’architetto Angelo da Orvieto, autore di importanti dettagli gotici, e l’eugubino Matteo di Giovannello detto “Gattapone”, che contribuì con le sue competenze tecniche e geometriche. L’edificio venne posizionato al centro del tessuto urbano, strategicamente a cavallo dei quattro quartieri principali di Gubbio: San Martino, San Andrea, San Pietro e San Giuliano.

L’opera architettonica colpisce per la sua verticalità: il palazzo si erge per oltre 60 metri, dominando il centro storico con la sua torre campanaria e una loggia panoramica che offre una vista mozzafiato sulla vallata umbra. Il Palazzo dei Consoli fu progettato non solo come sede del Consiglio Generale del Popolo, ma anche per ospitare i Consoli e il Gonfaloniere. Le sue funzioni erano quindi amministrative, giudiziarie e militari, con spazi riservati agli Armati e al Capitano del Popolo. Un acquedotto interno, avanzatissimo per l’epoca, garantiva l’approvvigionamento idrico anche ai piani superiori, rendendo il complesso un modello di ingegneria civile.

Dal 1909, il palazzo ospita il Museo Civico di Gubbio, custode delle famose Tavole Iguvine, uno dei più importanti documenti epigrafici dell’antichità, e di collezioni che narrano la storia eugubina dalla preistoria al Novecento. Il museo rappresenta una tappa fondamentale per chiunque voglia immergersi nella cultura di questa antica città medievale.

Il Campanone: la voce di Gubbio

Una delle peculiarità più affascinanti del Palazzo dei Consoli è il Campanone, simbolo e voce della città. Situato sulla torre campanaria, il suo suono ha accompagnato la vita degli eugubini sin dal Medioevo, scandendo eventi pubblici, emergenze e celebrazioni religiose. Ancora oggi, viene azionato manualmente dalla Compagnia dei Campanari, un gruppo di uomini dalla maglia rossa che utilizzano mani e piedi per diffondere nell’aria il suono inconfondibile della campana.

L’attuale Campanone risale al 30 ottobre 1769, quando il maestro fonditore Giovanni Battista di Aquila eseguì la fusione sotto gli archi di Piazza Grande. Con un peso impressionante di quasi 20 quintali e un diametro di 1,43 metri, la campana è un esempio straordinario di maestria artigianale. Vi è incisa un’iscrizione in latino che invoca la protezione divina contro terremoti, fulmini e altre calamità, a testimonianza del profondo legame spirituale tra la comunità eugubina e il suo simbolo sonoro.

Il Campanone non è soltanto un elemento architettonico o storico, ma un vero e proprio protagonista della vita cittadina. Il suo rintocco è particolarmente atteso durante le celebrazioni tradizionali, come la Corsa dei Ceri, evento che ogni anno richiama migliaia di visitatori. Inoltre, rappresenta un’attrazione unica per i turisti che, salendo sulla torre campanaria, possono ammirare da vicino la campana e il panorama mozzafiato sulla città e i suoi dintorni.

Visitare il Palazzo dei Consoli: un’esperienza tra storia e cultura

Visitare il Palazzo dei Consoli significa fare un viaggio nel tempo. Il complesso monumentale non è solo un esempio eccezionale di architettura gotica, ma anche un luogo che racconta secoli di storia e tradizioni. Partendo dal parcheggio di Piazza 40 Martiri, è facile raggiungere il centro storico e immergersi nell’atmosfera medievale che caratterizza Gubbio. Il Museo Civico, ospitato all’interno del palazzo, è una tappa obbligata per gli appassionati di storia e archeologia. Le collezioni, distribuite su cinque livelli, includono reperti che vanno dalla preistoria al XX secolo. Tra i pezzi più celebri figurano le Tavole Iguvine. Si tratta di sette lastre bronzee incise in lingua umbra, che offrono una finestra unica sulla religione e la cultura del popolo eugubino.