Luca Palamara, già PM e membro del CSM, è stato intervistato dalla redazione de La Verità sulla scia del caso dossier che è esploso in Umbria e che vede la procura di Perugia alle prese con le indagini. C’è Pasquale Striano, finanziare ex membro della procura antimafia, al centro delle indagini. Ma, sullo sfondo, prende corpo l’immagine di una architettura assai più complessa. A suggerirlo è lo stesso Palamara: “Le inchieste umbre stanno svelando in maniera, ancora più netta, il “dark Web” del Sistema. a cui si abbeverano cordate di potere, camarille che affrontano le proprie questioni non soltanto lontano da occhi indiscreti, ma anche al di fuori delle regole”.

Palamara denuncia: “La politica non vuole inimicarsi la magistratura”

Palamara, riprendendo alcune notizie riportate dalla Verità in questi giorni, commenta come: “Le notizie pubblicate dalla Verità in questi giorni a proposito dell’accesso ai documenti segreti del mio processo non fanno altro che confermare le porcherie di cui parla il ministro Carlo Nordio”.

Ed aggiunge: “Porterò di fronte alla giustizia europea le nuove scoperte, per evitare che il meccanismo di pressione descritto da Nicolò Zanon, a proposito della recente sentenza della Corte costituzionale sulla utilizzabilità delle intercettazioni, possa in qualche modo condizionare le decisioni dei giudici preposti a esaminare il caso”.

Poi denuncia che: “È indubbio che ci siano degli argomenti rispetto ai quali sia una parte della politica, sia una parte de all’informazione ritengono di non doversi schierare per non mettersi contro una parte della magistratura.

Palamara sul caso dossier di Perugia

Luca Palamara poi entra nello specifico dell’indagine di Perugia. E, relativamente alle azioni di Striano su cui ancora si sta cercando di arrivare ad una verità, dice che: “La mia esperienza mi porta a ritenere che il finanziere non agisse da solo”.

Secondo l’ex PM, infatti, “Normalmente a volere quel tipo di informazioni sono tre categorie: i giornalisti, gli imprenditori e appartenenti al mondo delle istituzioni, dai magistrati alle forze di polizia, quando queste non hanno legittimamente accesso a quelle banche dati”. Tuttavia, Palamara rimane un difensore della libertà di stampa e si dice quindi contrario alla commissione d’inchiesta sulla fuga di notizie. Il motivo è che: “Servirebbe solo a intimidire i giornalisti”.

Quindi, aggiunge: “Il problema è che in questo caso parliamo di cronisti che in qualche modo hanno partecipato attivamente alla scelta del procuratore di Roma, ritenendo che Viola non fosse idoneo a ricoprire l’incarico. È evidente che con tutto questo si sia andati oltre la libertà di stampa e si sia posto un problema di emergenza democratica”.

Palamara candidato alle europee con Alternativa Popolare

Oltre alle considerazioni sul caso dossier di Perugia, dall’intervista apparsa sulle colonne della Verità emerge pure una vera e propria notizia. Luca Palamara sarà candidato alle Europee nelle fila di Alternativa Popolare. Il suo commento: “La mia vuole essere una candidatura tematica, sulla giustizia, ma se i cittadini mi daranno la loro fiducia diventerò il rappresentante di chi pensa di non essere più rappresentato da questi partiti e si sente tradito per le promesse mancate. Bandecchi Naif? No”.

Del coordinatore di Alternativa Popolare, sindaco di Terni, Palamara ha detto: “Reputo che in questo momento sia necessario essere vicini alle istanze dei cittadini anche attraverso modalità diverse dai racconti ipocriti e dai perbenismi che spesso caratterizzano il mondo della politica”. E ancora: “Credo che Bandecchi non avrà problemi ad affrontare la riforma della giustizia in modo frontale, al contrario degli altri partiti, eliminando fenomeni degenerativi, quali il carrierismo sfrenato e la ricerca spasmodica di inchieste roboanti”.