Luca Palamara, già magistrato, ex presidente ANM e membro del CSM ora candidato alle elezioni europee con Alternativa Popolare per il centro Italia è intervenuto a Primo piano, in onda alle 13:15 sul canale 122 del digitale terrestre per spiegare i motivi della sua candidatura.
Il segretario nazionale del partito, Stefano Bandecchi, aveva speso parole di stima nei confronti di Palamara: “Mi piacciono le persone che sono state nel palazzo e hanno capito che qualcosa non funziona”.
Luca Palamara verso le elezioni Europee con Alternativa Popolare
E Palamara spiega, cosa secondo lui, non funziona nel nostro sistema di governo: “Non c’è vera giustizia se finiscono in carcere gli innocenti, non c’è giustizia se viene sequestrato senza verdetto di condanna un patrimonio che hai accumulato con lavoro e fatica, non c’è giustizia se vengono sbattuti nomi in prima pagina senza nessun rispetto per la privacy”.
E poi, il dolente tema all’italiana dell’astensionismo, dilagante nelle recenti elezioni: “Metà popolazione non vota più. Questo è il sintomo maggiore di un qualcosa che in politica non sta funzionando. Colui che prende un voto in più necessario per “vincere le elezioni” si trova a governare tutta una parte di cittadini che però non si riconosce in lui. C’è uno spazio importante con il quale provare a relazionarsi: serve rompere gli schemi tradizionali della politica e provare a riavvicinarsi ai cittadini. Tentennamenti e compromessi non vanno più bene all’elettorato: c’è bisogno di libertà”.
Il problema dell’astensionismo
Palamara, che insieme ad Alessandro Sallusti è autore di uno dei libri più letti nel nostro paese negli ultimi vent’anni continua su questo tema: “Dossieraggio, come Tangentopoli e casi analoghi sono veri e propri terremoti della politica. Portano a una completa sfiducia nel sistema: dal 1992 in poi è venuta meno la linea di confine tra stato e magistratura, come se i magistrati potessero mettere in secondo piano anche le scelte dei cittadini. Tentativi di racconti ipocriti vanno messi alle spalle, è una lotta di potere da cui bisogna uscire”.
Alla domanda su cosa si può fare per frenare l’emorragia di consensi al mondo politico, Palamara dice: “Bisogna avere coraggio. Il coraggio di riformare, di intervenire. Non bisogna fare discorsi “contro” ma “per”. Ad esempio, il test psicoattitudinale per i magistrati trovo che non abbia senso: non è un problema generale che coinvolge tutta la categoria, ma il particolare. Negli ultimi anni abbiamo visto piccoli partiti fare boom di consensi o grandi partiti naufragare. Abbiamo visto personalità senza competenze pratiche ricoprire ruoli fondamentali: tutto questo ha creato disaffezione. Ci sono elettori che non votano più e vanno convinti a fidarsi di nuovo”.
Il ruolo dell’Europa e delle elezioni Europee
E poi, sul ruolo dell’Europa: “C’è bisogno di snellire strutture e procedure, questo è fondamentale per i cittadini italiani che vedono e continueranno a vedere l’Europa come un qualcosa lontano e incompleto. Invece, nei complessi tempi che viviamo, con le due guerre e l’inflazione abbiamo bisogno di un’Europa forte che sappia dare risposte concrete e sappia intervenire sulle istanze reali dei cittadini. Serve sviluppo attivo e occupazione”.
Perché Alternativa Popolare
L’intervista si conclude poi con la spiegazione di Luca Palamara sulla scelta del partito di Alternativa Popolare: “Mi ha intrigato il rapporto diverso con la popolazione. Questo tentativo di uscire dagli schemi per me significa volontà di fare le cose per davvero, e non quella di andare contro qualcuno. Mi ha convinto la rottura degli schemi e il presupposto di partire rimettendo al centro la legalità e la giustizia.
Sallusti ha provato a convincermi a lasciare perdere la politica, ma per me era importante occupare uno spazio libero e intraprendere una battaglia in cui credo veramente. La volontà della sfida supera la razionalità”.