Le centrali cooperative e organizzazioni sindacali dell’Umbria costituiscono ufficialmente l’Osservatorio Regionale su Appalti ed Accreditamenti. Le priorità dell’Osservatorio umbro in materia di welfare sono quelle di monitorare il livello di adeguamento dei contratti in essere tra cooperative sociali e amministrazioni pubbliche e verificare il rispetto della legislazione nazionale e regionale in materia di appalti pubblici.

Osservatorio Appalti e Accreditamenti

Le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali dell’Umbria fondano l’Osservatorio paritetico regionale su appalti e accreditamenti. A partecipare all’iniziativa sono, nella fattispecie, le sigle: AGCI imprese sociali, Legacoopsociali, Federsolidarietà, Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs.

L’Osservatorio in questione rappresenta, in verità, un nuovo organismo previsto dal rinnovo del contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale che ha il compito di monitorare il livello di adeguamento dei contratti in essere tra le amministrazioni pubbliche e le cooperative sociali.

Il rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, infatti, già dal mese di febbraio 2024, prevede un significativo incremento delle retribuzioni e, quindi, del costo del lavoro. Pertanto, l’Osservatorio ha la funzione di verificare la correttezza delle procedure di gara delle amministrazioni pubbliche e vigilare sulla puntuale applicazione della Legge Regionale n. 2 del 2024 denominata “Qualità del lavoro e dei servizi alla persona”.

I sindacati: “Gare d’appalto da rivedere”

Riguardo all’Osservatorio Appalti e Accreditamenti dell’Umbria, le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali affermano, in una nota congiunta, che “la costituzione dell’Osservatorio ha un grande valore politico perché testimonia concretamente la volontà delle nostre organizzazioni di costruire un welfare regionale che punti sulla qualità del lavoro, dei servizi e la tutela occupazionale“.

“Con l’Osservatorio contrasteremo le pratiche, ancora diffuse in Umbria – dicono i sindacati – degli appalti al massimo ribasso e chiederemo a tutte le stazioni appaltanti della regione, a partire dai Comuni e dalle USL, di applicare integralmente la L.R. 2 del 2024, approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa dell’Umbria, sia nella parte che disciplina come devono essere costruite le gare di appalto nei servizi alla persona sia in quella che prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di effettuare gare riservate alle imprese che includono al lavoro le persone disabili e svantaggiate”.

Osservatorio, le principali funzioni

Nel 2024 le cooperative sociali dell’Umbria preannunciano un incremento del costo del lavoro, dovuto alle retribuzioni, di 10 milioni di euro che a regime, a fine 2025, potrebbe salire a oltre 25 milioni di euro. “A oggi – riferiscono, quindi, le centrali cooperative e le organizzazioni sindacali – solo alcune amministrazioni pubbliche hanno riconosciuto i necessari adeguamenti contrattuali alle cooperative sociali. In particolar modo segnaliamo che la gran parte dei comuni non ha adeguato i contratti in essere con le cooperative”.

“Questo comportamento – commentano – rischia di mandare in crisi l’intero comparto in quanto sono già trascorsi sei mesi dal rinnovo del CCNL. L’Osservatorio effettuerà il puntuale monitoraggio di questo aspetto, interloquirà con le istituzioni pubbliche a ogni livello e segnalerà sia i comportamenti delle amministrazioni virtuose, come ad esempio la Usl Umbria 2 che ha già adeguato i contratti con le cooperative sociali, che quelli delle amministrazioni meno virtuose che non adeguando i contratti impoverendo così i lavoratori e tutto il sistema di welfare regionale sia in termini economici che di qualità e sicurezza”.

In ragion di questo, l’Osservatorio regionale per Appalti e Accreditamenti in Umbria costituisce un unico nel suo genere per come è stato concepito e nel suo sistema di funzionamento, tanto da essere preso da esempio anche da altri stakeholder del settore. A destare interesse, è la capacità di garantire il giusto riconoscimento da parte degli enti committenti del costo del lavoro a tutto tondo, specialmente in contratti di gestione interessati per più dell’80% da risorse umane che gestiscono servizi essenziali e di utilità pubblica.