L’ospedale di Terni si dà i voti, pubblicando la “Relazione annuale sulla performance 2023”. Un documento approvato dall’organismo di indirizzo politico-amministrativo e validata dall’Organismo Indipendente di Valutazione, che misura una serie di parametri sull’attività sanitaria ed economico-finanziaria dell’Azienda ospedaliera.
Il documento, molto ponderoso e composto di ben 53 pagine, ha la funzione di consentire la remunerazione della retribuzione di risultato ai dipendenti dell’Azienda Ospedaliera. Ma Tag24 Umbria ne esaminerà alcuni parametri, che consentono di valutare i risultati di carattere sanitario e quelli sull’efficienza gestionale.
Prima di tutto le criticità del cosiddetto indicatore MES. Si tratta di indicatori ospedalieri misurati e valutati dall’Istituto “Sant’Anna” di Pisa. E successivamente inseriti nel “bersaglio” relativo a ciascuna Azienda Ospedaliera ubicata nelle Regioni aderenti al Consorzio Management e Sanità. La luce rossa, che evidenzia i problemi, si accende per Terni soprattutto per due indici relativi al pronto soccorso. La percentuale degli accessi inviati al ricovero con tempo di permanenza entro 8 ore. E la percentuale di abbandoni dal Pronto Soccorso.
Per quanto riguarda, invece, i risultati e gli indici di efficienza, l’Azienda ospedaliera di Terni (pur chiudendo il bilancio 2023 in utile di 11 mila e 500 euro circa), vede peggiorare rispetto al 2022 lo scostamento tra i ricavi ammissbili per la valutazione e i costi generali sostenuti.
I voti ai servizi dell’Ospedale di Terni: perfomance in miglioramento, resta il rosso al Pronto soccorso
Una rapida occhiata alla tabella che pubblichiamo, consente di verificare come nella colonna di sinistra delle due colonne colorate, sia visibile la situazione relativa ad ogni indicatore. Secondo le fasce individuate dall’Istituto “Sant’Anna” di Pisa.
“Dei 19 indicatori presi in considerazione – spiega la delibera della Direzione dell’Azienda ospedaliera – 4 sono nella fascia verde scura attestante il livello massimo. 5 nella fascia del secondo livello verde chiaro, 4 ubicati al terzo livello giallo, 4 al quarto livello arancione e soltanto 2 in fascia rossa“.
Circa la metà degli indicatori sono valutati nelle fasce di eccellenza. Mentre due indicatori, entrambi riferiti al Pronto soccorso, sono in fascia rossa. Come detto si tratta dei ricoveri effettuati entro le 8 ore dal primo ingresso. E degli abbandoni da parte dei pazienti per il prolungarsi dell’attesa o per altri fattori.
“A livello nazionale – spiegano dall’Azienda Santa Maria – quasi tutte le regioni e quasi tutti gli ospedali misurati, per quanto riguarda la percentuale di abbandoni dal Pronto Soccorso, si trovano nella medesima situazione dell’ospedale di Terni“.
L’analisi delle perfomance, è questo che consola la direzione aziendale, vede però un miglioramento nel 2023 rispetto all’anno precedente per ben 15 dei 19 indicatori. Peggiorano invece le degenze medie e le dimissioni volontarie. “C’è grande attenzione – spiega il documento della direzione – verso l’efficientamento dell’Azienda Ospedaliera di Terni. L’analisi è inoltre fondamentale per l’implementazione di azioni volte a migliorare le perfomance ospedaliere“.
Cresce lo scostamento tra ricavi ammissibili e costi totali dell’Azienda ospedaliera, indicatore da tenere sotto controllo
Per quanto riguarda i parametri economico-finanziari, i “voti” assegnati all’attività ospedaliera dalla direzione statistica e fatti propri dalla Direzione aziendale e dall’Organismo di Valutazione, tengono conto di due elementi principali. Il primo è quello del raggiungimento del pareggio di Bilancio. Il secondo, invece è il monitoraggio dell’inefficienza gestionale delle Aziende Ospedaliere. Secondo i parametri ministeriali un’Azienda Ospedaliera, un’azienda efficiente deve avere uno scostamento tra costi e ricavi non superiore a 7 milioni di euro o superiore o pari al 7%.
Terni supera entrambi gli esami. Per quanto riguarda il conto economico del bilancio 2023, infatti, l’ultima riga (quella del risultato di esercizio) riporta un utile di circa 11 mila e 500 euro. Più complessa, invece, la valutazione dello scostamento tra costi e ricavi. Terni ha costi per 215,8 milioni circa e ricavi ammissibili per 211,2 milioni. Lo scostamento è quindi di circa 4,6 milioni, ben al di sotto dei 7 milioni che rappresentano la soglia di allarme sull’inefficienza del Ministero della Sanità. Ma questo scostamento è in crescita di circa 0,8 milioni rispetto al 2022. Un numero che è reso in maniera ancora più plastica dall’incremento percentuale di circa lo 0,45% rispetto all’esercizio precedente. Un indicatore che, pur stando ampiamento entro i limiti, è comunque da tenere sotto controllo.