L’Ospedale Santa Maria di Terni si conferma come un punto di riferimento nell’assistenza sanitaria grazie al progetto “Dama” (Disabled Advanced Medical Assistance). Il dottor Stefano Cappanera, a capo del progetto, ha esposto ieri lunedì 27 maggio i risultati ottenuti dall’equipe specializzata durante un evento di rilievo alla Camera dei Deputati a Roma. L’incontro, intitolato “Progetto di vita e presa in carico della persona nel contesto di cura ospedaliera: modello Dama e territorio”, ha messo in luce come l’ospedale ternano abbia integrato cure avanzate e specialistiche per persone con disabilità cognitivo-relazionali e neuromotorie.
Progetto “Dama” dell’ospedale di Terni: nuova spinta all’assistenza ai disabili
Il team del progetto “Dama” dell’ospedale di Terni, che collabora strettamente con il Centro Accoglienza Disabilità (CAD), è parte integrante di una rete nazionale e si impegna a fornire una gestione completa dei pazienti affetti da disturbi complessi come quelli dello spettro autistico. L’assistenza e la cura sono garantite sia in regime di ricovero che in quello ambulatoriale, con un’equipe multidisciplinare creata ad hoc.
Il dottor Stefano Cappanera ha presentato il progetto in Parlamento, esponendo gli ottimi risultati raggiunti in collaborazione con il team di esperti: il dottor Domenico Frondizi, il dottor Massimo Rizzo, la dottoressa Virginia Minicucci, la dottoressa Rita Commissari, la coordinatrice Sarita Ottavi e le infermiere Lorella Angeli e Donatella Perugini. Come diffuso da una nota dell’azienda ospedaliera ternana, Cappanera ha dichiarato: “L’equipe multidisciplinare dedicata alle persone con disabilità intellettiva e neuromotoria può essere attivata dalla care manager o dal medico o pediatra di famiglia in base ai bisogni espressi. L’equipe si riunisce settimanalmente per analizzare le richieste e predisporre eventuali incontri con pazienti, familiari e altri caregiver, al fine di garantire nel migliore dei modi monitoraggio e consulenze neurologiche, prevenzione o cura delle infezioni, anestesia o sedazione in caso di esami fastidiosi, lunghi o invasivi, ricoveri brevi e altri interventi assistenziali adattati alle esigenze di pazienti con bisogni speciali“.
L’importanza di un approccio personalizzato
Il dottor Cappanera ha sottolineato l’importanza di un approccio personalizzato per quanto riguarda l’assistenza e la cura del disabile. Si parla di due modalità principali di accesso alle cure: l’accesso programmato e l’accesso d’emergenza. “I percorsi previsti riguardano l’accesso programmato, che rappresenta la quasi totalità degli interventi, ed è la via preferenziale in quanto permette di acquisire informazioni preventive e molto importanti riguardo l’anamnesi speciale del paziente e quindi permette agli operatori di impostare l’approccio più adeguato“. “L’altra modalità di accesso” – prosegue ancora Cappanera – “è l’emergenza/urgenza, che prevede un percorso dedicato sia al Pronto Soccorso che nell’eventualità di un ricovero ordinario“.
Inoltre, dal 2018, l’ospedale Santa Maria di Terni ha iniziato una collaborazione con l’Istituto Serafico di Assisi per sviluppare protocolli di studio per individui con disabilità intellettiva grave. Attiva anche la collaborazione con l’Associazione Angsa Umbria Onlus e la partecipazione al consiglio direttivo della neonata ASMeD (Associazione per lo Studio dell’Assistenza Medica alla Persona con Disabilità) che testimoniano l’impegno continuo del gruppo “Dama” nel migliorare l’assistenza medica per i disabili.
Dall’inizio delle attività del progetto fino a novembre 2022, oltre 400 pazienti hanno beneficiato di questo approccio all’avanguardia all’ospedale Santa Maria. Il successo del modello “Dama”, quindi, non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma stabilisce anche un nuovo standard nel trattamento ospedaliero delle persone con disabilità.
A giugno 2023 la presentazione all’Onu del progetto “Dama”
Il modello di accoglienza ospedaliera per persone con disabilità, sviluppato dal progetto “Dama” (Disabled Advanced Medical Assistance), è stato al centro dell’attenzione internazionale a giugno 2023. Nato nel 2000 presso l’Ospedale San Paolo di Milano sotto la guida del dottor Filippo Ghelma, il progetto è stato infatti presentato all’ONU durante la 16esima Conferenza annuale degli Stati parte della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, tenutasi a New York dal 13 al 15 giugno 2023.
In quell’occasione Filippo Ghelma, ricercatore dell’Università Statale di Milano e collaboratore del Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, ha illustrato il modello “Dama” al Side Event intitolato “Ensuring accessibility and inclusion for persons with disabilities in health and support services. Italy’s DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance) and other practices from stakeholders”. Questo evento, uno dei due promossi dall’Italia durante la conferenza, aveva come obiettivo quello di sensibilizzare la comunità internazionale sull’importanza di un’organizzazione che faciliti l’accesso alle strutture sanitarie per le persone con disabilità.