Alla guida della Direzione Governo del Territorio, Stefano Nodessi Proietti è il direttore della Regione incaricato dalla giunta Tesei di redigere il Documento di Indirizzo alla Progettazione (DIP) de nuovo ospedale di Terni. E oggi, per la prima volta dopo la bocciatura della seconda proposta di project financing e l’affidamento dell’incarico, spiega quali saranno le linee guida per la realizzazione del nuovo nosocomio.
Tag24 Umbria lo ha incontrato a Terni, all’inaugurazione del nuovo Palazzo della Regione Umbria aperto in via Saffi dopo un lungo restauro e adeguamento sismico. E con il direttore regionale al Governo del territorio ha cercato di fare il punto sul documento strategico. In cui verranno individuate le caratteristiche, i requisiti e gli elaborati progettuali necessari per la definizione di ogni livello della progettazione. Alla fase uno della programmazione del nuovo ospedale ternano collaboreranno anche la Direzione Salute e l’Azienda Ospedaliera di Terni. In un lavoro sinergico del quale possiamo anticipare alcune indicazioni fondamentali.
Parla il direttore regionale Nodessi Proietti: “Il nuovo ospedale di Terni non sarà un restyling e sorgerà a Colle Obito”
Direttore Nodessi Proietti, dopo la bocciatura del secondo project financing presentato dall’ATI Salc-ABP Nocivelli, a Terni è partita la polemica. Da una parte c’è la Regione che parla di nuovo ospedale, dall’altra l’opposizione che parla solo di restyling. La delibera della giunta regionale che la incarica di guidare il gruppo di lavoro che redigerà il DIP, lascia ampio spazio ai tecnici per la progettazione. Può anticiparci quali saranno le linee strategiche?
“L’ospedale di Terni – attacca il direttore Nodessi – non sarà un mero restyling di quello esistente. Questo è il mandato che ci è stato dato dalla giunta regionale. Ma non voglio entrare in polemiche politiche. Si tratterà di una struttura pubblica ad alta specializzazione, in grado di fornire prestazioni all’avanguardia come richiesto da una moderna offerta sanitaria. Quella di Terni è una struttura realizzata ormai molti anni fa. Ma alcune infrastrutture possono essere recuperate, messe in sicurezza e valorizzate e integrate nel nuovo. Magari per altre funzioni“.
Interpretando le sue parole si capisce che lavorerete sul sito attuale, quello di Colle Obito…
“Ci sono alcune valutazioni da fare. La prima: abbiamo vissuto l’esperienza perugina, con il trasferimento di Monteluce al Silvestrini. Ci sono state criticità immense. Il vecchio comparto è stato a lungo abbandonato e ci sono voluti anni per recuperarlo. Solo ora si comincia a vedere la luce. Svuotare Colle Obito sarebbe un salto nel buio per Terni. La seconda: intorno al Santa Maria si sono sviluppate strutture, come la Facoltà di Medicina, integrate con il nosocomio. Portare l’ospedale altrove significherebbe dover ripensare i collegamenti, gli spostamenti, la natura stessa del rapporto tra Università e Azienda ospedaliera. La migliore garanzia per servizi sanitari efficienti e innovativi è data proprio dalla sinergia con il mondo accademico. Infine, la terza questione: intorno all’ospedale si è creata una vera e propria cittadella dei sanitari. Molti medici, paramedici e dipendenti hanno scelto i quartieri limitrofi a Colle Obito per costruire la loro vita“.
Tempistiche da valutare, progettazione in capo alla struttura regionale che si è già fatta le ossa con nuovi ospedali
Quella che prefigura è una vera e propria cittadella della salute. Con nuovi immobili da costruire e una parte del vecchio ospedale da recuperare. Significa che procederete per stralci?
“Il DIP prevederà molteplici aspetti. Lo stato dei luoghi interessati alla progettazione. Gli obiettivi da perseguire con l’intervento. I requisiti tecnici da perseguire secondo quanto previsto dalla legge. Livelli di progettazione da sviluppare e tempi di svolgimento. E poi le questioni legate alla fattibilità tecnico-economica. Le coperture, le raccomandazioni alla progettazione e varie altre voci. Ci sono le condizioni per operare secondo un appalto classico, una volta sviluppata la progettazione di massima e quella esecutiva. Ma siamo ancora a una fase di cornice strategica che dipende molto dalle risorse economico- finanziarie“.
Ecco, la Regione ha messo sul piatto 128 milioni. Per un intervento completo ne servono molti di più...
“Guardi, per la prima volta sono state stanziati e sono disponibili risorse certe. Nel contempo la presidente Tesei sta conducendo interlocuzioni col Governo per ottenere maggiori finanziamenti e una copertura ben più ampia. Ritengo che la strada dell’Accordo di programma con l’esecutivo nazionale, il ministero della Sanità e quello delle Infrastrutture sia la strada per ampliare la dotazione finanziaria. Ma si possono già prefigurare importanti investimenti con il plafond iniziale“.
I tempi?
“Sono da valutare. Per fare il nuovo Silvestrini a Perugia ci sono voluti 30 anni. Spostare il comparto ospedaliero altrove rappresenterebbe un percorso analogo. Rimanendo a Colle Obito i tempi si possono contrarre sensibilmente. Quello che è certo è che ci sarà un cronoprogramma compatibile. Quello del project financing non lo era, prevedeva una vera corsa contro il tempo e la difficoltà di far convivere l’ospedale attuale con la parte di nuova costruzione“.
Chi farà i progetti?
“Abbiamo finalmente una squadra interna di tecnici di grande valore – prosegue Nodessi Proietti – da impiegare nel progetto del nuovo ospedale di Terni. I nostri ingegneri, architetti, specialisti dei servizi sanitari, che avranno l’ausilio dell’Azienda ospedaliera ternana, si sono già messi alla prova con nuovi ospedali. Cascia, Narni-Amelia, Norcia. Realizzazioni di successo, in grado di valorizzare le professionalità della pubblica amministrazione“.
L’inquadramento urbanistico del nuovo ospedale e le criticità dei project financing
La mobilità e l’inquadramento urbanistico. Come pensate di risolvere i problemi di congestione dell’area del Santa Maria?
“Alcune idee che erano previste dal project financing erano buone. Penso ad esempio alla possibilità di aprire nuovi canali di comunicazione sul versante retrostante all’ospedale. Sulla soluzione per i parcheggi non c’è ancora una decisione. Il Documento va elaborato. Discuteremo delle varie ipotesi: dalla struttura interrata sotto il nuovo edificio al silos su Vocabolo Staino con collegamento funzionale. Tra gli obiettivi del DIP c’è proprio quello di intervenire per inquadrare nella maniera migliore il progetto con le esigenze degli utenti e dei dipendenti. E per relazionarsi alla città. Dialogheremo anche con l’amministrazione comunale“.
La USL Umbria2 può trasferirsi a Colle Obito nei locali lasciati liberi dal vecchio ospedale?
“È un’idea della quale studiaremo la fattibilità. E che ci consentirebbe di non pagare più l’affitto dei locali che ospitano l’attuale azienda USL. Contribuendo a migliorare il quadro economico del servizio sanitario. Valorizzando ancora di più il ruolo di Colle Obito come Città della Salute“.
Ha detto che alcune idee del project erano buone. La bocciatura ha destato scalpore…
“Le motivazioni sono nero su bianco nella determina conclusiva dell’esame da parte della commissione interdisciplinare. Le avete diffuse voi per primi. Due criticità su tutte: la prima, la sostenibilità economico-finanziaria. E la compatibilità con il Codice degli appalti. La seconda: il cronoprogramma. Ritmi insostenibili, a nostro avviso. E che avrebbero portato a problemi di convivenza con una struttura che nel frattempo avrebbe continuato a ospitare degenti e fornire servizi. Abbiamo individuato e spiegato i motivi della valutazione. Ora ci concentriamo sul futuro nuovo ospedale pubblico“.