La linea del Comune sul nuovo ospedale di Terni è quella di realizzare la struttura nel minor tempo possibile. Con l’obiettivo di dare alla città un nuovo nosocomio in 5 anni. Per questo Palazzo Spada boccia la soluzione di Maratta e il ricorso a fondi Inail. E riapre la strada al partneriato pubblico-privato. Ma con una formula finanziaria diversa rispetto a quella dei primi due project-financing bocciati dalla commissione tecnica regionale all’ATI Salini-Nocivelli.
La posizione dell’ente è stata illustrata in seconda commissione dal vicesindaco Riccardo Corridore. Che ha partecipato all’audizione richiesta dal Comitato per la difesa e il rilancio dell’Azienda ospedaliera “Santa Maria”. Sul banco della giunta per l’illustrazione della posizione dell’associazione civica il presidente Federico Di Bartolo, ex assessore alla sanità tra il 2000 e il 2005, e Gianni Giovannini, ex direttore generale dell’ospedale di Terni negli anni dal 2006 al 2012.
L’audizione è finita tra le polemiche. Per le reciproche accuse di portare la campagna elettorale delle Regionali tra le mura di Palazzo Spada. Ma al di là degli scontri politici e personali, che hanno coinvolto lo stesso Corridore, Di Bartolo, la piddina Maria Grazia Proietti e la consigliera del gruppo Misto Cinzia Fabrizi, alcune novità sono emerse. E sono arrivate proprio da Corridore, che ha ufficializzato alcuni passaggi formali e politici che sono stati compiuti in queste settimane.
Nuovo ospedale di Terni, il Comune vuole bruciare le tappe dopo le elezioni: accordo politico con Tesei per decidere la soluzione
Corridore, prendendo la parola dopo l’illustrazione del Comitato (che ha ripresentato il proprio progetto di restyling e posto alcune questioni su cui torneremo, ndr), ha ripercorso alcuni passaggi formali. Dal primo incontro con la governatrice Tesei dell’amministrazione Bandecchi, nell’agosto 2023, fino alla delibera della giunta regionale del mese di settembre scorso che stanzia 128 milioni per il nuovo ospedale di Terni.
“Da allora – ha spiegato il vicesindaco di Terni – ci sono state alcune novità. La prima: il Ministero della Sanità ha autorizzato l’utilizzo di 180 milioni di euro di fondi Inail, aggiuntivi rispetto alla dote regionale. Questo percorso non entusiasma né il Comune di Terni né la stessa Regione. L’obiettivo, infatti, è quello di realizzare l’ospedale con fondi pubblici e di non restare appesi a costosi prestiti, con tassi di interesse a due cifre. Inail opera come un normale fondo d’investimento. Rispetto al project financing non si sarebbero grandi differenze. L’ospedale da fare a Maratta con i fondi Inail richiederebbe 20 anni. È il piano del PD e ci vede totalmente contrari“.
La seconda novità annunciata da Corridore, invece, è tutta politica. Ed è un accordo di coalizione, all’interno del centrodestra, per mettere la realizzazione dell’ospedale al primo posto delle cose da fare subito se Tesei venisse confermata alla guida della Regione.
“C’è la disponibilità del Governo, dopo le interlocuzioni della presidente con i ministri Schillaci e Giorgetti – continua Corridore – a mettere sul piatto tra i 150 e i 200 milioni a fondo perduto. Un impegno che il sindaco Bandecchi ha verificato al tavolo nazionale“.
Infine, la terza novità. La possibile riapertura della partita del project financing. La seconda bocciatura è arrivata, infatti, a cavallo dell’approvazione del nuovo Codice degli Appalti. I promotori (Salini e Nocivelli) hanno ripresentato istanza di riapertura del procedimento. A seguito della bocciatura del progetto con 16 punti critici da parte della commissione multidisciplinare della Regione. Ma potrebbe aprirsi anche una strada del tutto inedita. Quella, cioè, di un nuovo partnerariato pubblico-privato.
Corridore: “Ospedale in cinque anni, prendendo il progetto del project o quello a blocchi del Comitato”
“Il progetto c’è – spiega Corridore – è quello del project financing. Che riveduto e corretto permetterebbe di bruciare le tappe. Si resterebbe a Colle Obito e, invece di pagare i canoni previsti dal project financing classico, si potrebbe operare con 300-320 milioni pubblici per stralci o stati di avanzamento dei lavori. Senza interessi e senza canone. Ma per fare presto siamo aperti anche al progetto di restyling presentato dal Comitato. Con i tre blocchi: nuovo edificio per la degenza, ristrutturazione dei piani bassi dell’ospedale e utilizzo dell’ultimo blocco per altri servizi. Tre punti per il Comune di Terni e per Alternativa Popolare: Terni deve avere il nuovo ospedale. Devono migliorare i servizi ai cittadini. La sanità ternana deve tornare ai fasti di un tempo. L’obiettivo è fare presto. Possibilmente in cinque anni. Con Maratta e Inail ce ne vogliono venti. Nuovi progetti ne richiederebbero almeno dieci. Con queste soluzioni l’obiettivo si può cogliere e si risponderebbe subito alle istanze dei cittadini“.
Il Comitato, dopo la lunga prolusione di Di Bartolo e la presentazione della propria piattaforma, aveva formulato sei temi per sviluppare il dibattito in consiglio comunale:
- Confermare la scelta di realizzare il nuovo ospedale con fondi pubblici (a fondo perduto e provenienti dal fondo nazionale per gli investimenti sanitari);
- Una analisi delle criticità della situazione attuale e di quelle progettuali;
- La pianificazione urbanistica, della della viabilità urbana, del traffico e dell’accessibilità a Colle Obito;
- Una verifica della struttura esistente e degli investimenti necessari a garantire la trasizione tra vecchio e nuovo;
- Il destino della Facoltà di Medicina;
- Un’analisi dello scenario in caso di demolizione completa dell’attuale ospedale: quanto costa e cosa fare in quell’area.
Dibattito chiuso tra le polemiche e con posizioni polarizzate, complice la campagna elettorale
Il resto del dibattito in commissione ha fotografato posizioni sterilizzate. Con il centrodestra, Ferranti di Forza Italia e Orsini (Masselli Sindaco), aperto alla collaborazione tra pubblico e privato. La Fabrizi del Gruppo Misto che ha accusato la maggioranza di non avere una propria posizione, e il PD sugli scudi. Con Maria Grazia Proietti che ha reiterato gli slogan che stanno animando il dibattito nell’ultima fase. “Non un posto letto pubblico di meno a vantaggio del privato e l’ospedale non è un prodotto finanziario“.
Le ha risposto proprio Ferranti, ricordando che il piano esigenziale regionale per l’ospedale di Terni conferma tutti i posti letto. E che semmai per la sanità privata sono previsti posti letto aggiuntivi in convenzione.
Ma il vero scontro c’è stato tra Corridore e Orsini da una parte e Di Bartolo dall’altra. L’ex assessore regionale alla sanità, infatti, ha citato alcuni passaggi degli atti regionali nei quali i canoni del project financing nei primi cinque anni non verrebbero richiesti. Perché non ci sarebbe neppure il progetto. Tema che ha scaldato proprio Orsini, che ha accusato il presidente del Comitato di fare campagna elettorale. E Corridore che ha negato la circostanza, parlando di confusione tra delibera politica e determina dirigenziale.
Almeno il battibecco è servito a chiarire che il Comitato, pur esprimendo la candidatura nella lista civica sulla salute che sostiene Proietti (proprio quella di Giovannini) è contrario all’ipotesi dell’ospedale di Maratta da fare con fondi Inail. “È il progetto del centrosinistra e siamo contrari anche a quello – ha urlato Di Bartolo allontanandosi dall’aula -. Ma non si deve far rientrare il project financing dalla finestra. Si vadano a chiedere i soldi al fondo ministeriale“.
Confronto terminato. E tema che resta bollente. Se ne riparlerà dopo le elezioni.