01 Sep, 2025 - 15:00

Ospedale di Terni, la Cgil lancia la piattaforma: “Solo fondi pubblici”. Batini (AP): “Così trent’anni di ritardo”

Ospedale di Terni, la Cgil lancia la piattaforma: “Solo fondi pubblici”. Batini (AP): “Così trent’anni di ritardo”

La partita del nuovo ospedale di Terni entra nel vivo. Dopo l’incontro tra la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e il sindaco di Terni e presidente della Provincia Stefano Bandecchi, arriva la presa di posizione della Cgil di Terni. Il sindacato presenta la sua piattaforma chiedendo che la struttura venga realizzata interamente con fondi pubblici. Una linea netta, che esclude qualunque forma di partenariato con privati. A stretto giro la risposta del presidente della terza commissione consiliare del Comune di Terni Claudio Batini (Alternativa Popolare), che boccia la proposta: “Con questa ricetta si rischiano trent’anni di ritardo prima di avere un ospedale moderno”.

La piattaforma della Cgil: “Un ospedale solo pubblico per rispondere ai bisogni della comunità”

Nel suo documento, la Cgil di Terni rivendica di aver avviato già nel 2021 un percorso di riflessione sul futuro della sanità locale con il “Nuovo Modello di Sviluppo” post-Covid. Al centro, la necessità di rafforzare la rete ospedaliera e rispondere alle nuove domande di cura emerse con la pandemia.

Per il sindacato, il dibattito non deve ridursi a uno scontro di campanile, ma concentrarsi sui bisogni sanitari della comunità: “La risposta che va data deve essere complessiva ed organica, evitando di far prevalere interessi economici di pochi sulla salute dei cittadini”.

La piattaforma ribadisce alcuni punti chiave:

  • ridefinire la missione dell’ospedale di Orvieto;

  • accelerare sulla costruzione del nuovo ospedale di Narni-Amelia;

  • avviare la realizzazione di una nuova struttura a Terni, integrata con una parte dell’attuale nosocomio riqualificato.

Il nodo centrale resta il finanziamento. Per la Cgil non ci sono alternative: “La costruzione dovrà avvenire con fondi pubblici, evitando soluzioni di finanziamento privato che rischierebbero di sottrarre risorse ai servizi e alle prestazioni”.

L’organizzazione insiste anche sul legame tra ospedale e città: un progetto di rigenerazione urbana che valorizzi il quartiere e garantisca accesso a risorse europee. “Non si tratta soltanto di un’opera sanitaria, ma di un modello di sviluppo che può migliorare la qualità della vita dei cittadini e rafforzare il ruolo di Terni come polo di alta specialità”.

La controreplica politica: Batini (Ap) accusa la Cgil di bloccare il futuro di Terni

Alle parole della Cgil risponde con durezza Claudio Batini, presidente della terza commissione consiliare del Comune di Terni. Secondo l’esponente di Alternativa Popolare, l’idea di costruire l’ospedale esclusivamente con fondi pubblici rappresenta un freno insostenibile: “Chi propone questa soluzione vi sta dicendo che se va bene l’ospedale sarà pronto tra trent’anni. Nel frattempo i cittadini di Terni dovranno rivolgersi a quello di Perugia, col rischio di concentrazione su un'azienda ospedaliera ad alta specializzazione unica, che taglierebbe fuori il sud dell'Umbria”.

Nella sua replica, Batini non risparmia critiche al sindacato e alle forze politiche che sostengono la linea dei fondi pubblici: “Tutta la sinistra regionale, la destra e ora la Cgil sono contro i cittadini della provincia di Terni. Io invece continuo a scrivere e denunciare, ma noto che spazio mediatico viene dato solo a chi ostacola il futuro sanitario di questo territorio”.

Localizzazione: il bivio tra Colle Obito e Maratta

Alla partita sui finanziamenti si intreccia quella della localizzazione del nuovo ospedale. Due le ipotesi principali:

  • Colle Obito, area per la quale il sindaco Bandecchi ha già chiesto ai ministri competenti e ai presidenti delle commissioni sanità di Camera e Senato almeno 200 milioni di euro. Una opzione sulla quale arriva adesso anche l'appoggio della Cgil;

  • Maratta, che richiederebbe invece un investimento di circa 500 milioni di euro, con tempi e complessità più ampi.

La scelta dell’area si lega inevitabilmente anche al modello di finanziamento: pubblico, come chiede la Cgil, o misto o addirittura in project financing, con l’apertura ai privati, come sostengono diversi rappresentanti politici.

Il confronto ora passa dalle dichiarazioni alle sedi istituzionali, dove rimangono aperti due nodi centrali: il modello di finanziamento e la scelta della localizzazione, tra Colle Obito e Maratta, che determineranno tempi, costi e il futuro stesso della sanità ternana.

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Federico Zacaglioni
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