Una mobilitazione senza precedenti arriva oggi con il presidio per l’ospedale di Spoleto davanti al Palazzo della Regione Umbria a Perugia. A partire dalle ore 10.00, in Piazza Italia, i cittadini di Spoleto e dei comuni limitrofi manifesteranno per consegnare le oltre 8.500 firme raccolte in difesa dell’ospedale San Matteo degli Infermi. L’obiettivo è evidente: chiedere il ripristino dei servizi sanitari essenziali, come i reparti di Emergenza, Rianimazione, UTIC e il Punto Nascite, messi a rischio dal ridimensionamento iniziato negli ultimi anni. Un’iniziativa sostenuta da diversi comitati locali e dall’Unione Sindacale di Base (USB), che punta a fermare l’erosione della sanità pubblica in favore di quella privata.
Ospedale di Spoleto, la protesta di sindacati e cittadini e il presidio in Regione
Il fulcro della protesta è il progressivo smantellamento dei servizi ospedalieri pubblici a Spoleto. Una realtà che, secondo i manifestanti, risale a molti anni fa ma che ha subito un’accelerazione drammatica dal 2020, in piena epoca Covid. È in questo contesto, infatti, che nasce l’idea del Terzo Polo Ospedaliero dell’Umbria, un progetto criticato dai comitati cittadini che lo vedono come una scusa per giustificare tagli al settore pubblico e favorire la crescita della sanità privata.
“Come attivisti della USB di Spoleto, che è parte del Comitato di Strada per la Salute Pubblica, insieme agli altri 3 Comitati della città abbiamo partecipato alla raccolta firme per la riapertura dei reparti di Emergenza, Rianimazione, UTIC e Punto Nascite dell’ ospedale di Spoleto, per garantire il diritto alla salute e alla Sanità Pubblica della popolazione del nostro territorio“, ha dichiarato Ettore Magrini, segretario dell’USB. “C’è da dire che il ridimensionamento dei Servizi Sanitari nel nostro comprensorio è iniziato da decenni con le giunte regionali di Centro Sinistra“, continua, “ma quanto accaduto dal 2020 è senza precedenti, facendo infuriare gran parte della popolazione per l’estrema penalizzazione“.
In meno di 15 settimane, oltre 50 banchetti hanno raccolto più di 8.500 firme: un segno evidente del malcontento della popolazione di fronte alla riduzione dei servizi sanitari. La popolazione, furiosa per l’evidente declino del sistema sanitario locale, si è infatti mobilitata in massa per chiedere un’inversione di tendenza e proteggere il diritto alla salute. Secondo i comitati, la perdita dei servizi ospedalieri non solo mina la qualità della vita, ma mette in serio pericolo l’accesso a cure salvavita.
La battaglia dei comitati: quattro anni di mobilitazione
Il presidio di oggi per l’ospedale di Spoleto davanti al Palazzo della Regione rappresenta l’ultimo capitolo di una lunga battaglia che va avanti da quattro anni. Da quando è iniziata l’operazione di ridimensionamento dell’ospedale, infatti, i comitati locali (City Forum, il Coordinamento per la Pace, i Diritti e l’Ambiente, il Comitato Civico per la Salute Pubblica di Spoleto e Valnerina e il Comitato di Strada per la Salute Pubblica) non hanno mai smesso di lottare. Più di 30 manifestazioni si sono svolte in questo arco di tempo, coinvolgendo centinaia di cittadini determinati a non fare un passo indietro.
Secondo i promotori della protesta, l’obiettivo è chiaro: impedire la realizzazione del Terzo Polo Ospedaliero e fermare l’espansione della sanità privata, che vedrebbe Spoleto e altre realtà minori subire pesanti tagli ai servizi pubblici. La mobilitazione popolare è nata proprio per contrastare l’operazione Terzo Polo, che durante l’epoca Covid ha preso piede come pretesto per ridurre i servizi ospedalieri pubblici, lasciando campo libero a quelli privati.
Presidio alla Regione, nodo ospedale di Spoleto essenziale per le elezioni
La protesta di oggi arriva a un mese dalle elezioni regionali in Umbria, un’occasione cruciale per i cittadini di mettere alle strette i candidati. “In Umbria ci saranno le elezioni regionali tra un mese“, sottolinea l’USB, “e mettere alle strette i candidati per ottenere il ritorno di un ospedale DEA di Primo Livello “vero”(non solo di nome) è anche esso un passaggio importante per portare a casa il risultato per cui ci stiamo battendo e per rendere inequivocabile a tutte le forze politiche la nostra posizione sulla Sanità Pubblica“. Il presidio, pertanto, non rappresenta soltanto una protesta contro l’attuale giunta regionale di centrodestra. Ma un segnale forte verso tutte le forze politiche coinvolte.
Per i comitati che oggi presenteranno le oltre 8.500 firme al Consiglio e alla Giunta Regionale, oltre che al Prefetto, il mantenimento di un ospedale efficiente e funzionante è fondamentale per il diritto alla salute, ovviamente. Ma anche e soprattutto per evitare un ulteriore declino economico e occupazionale del territorio. La chiusura o il ridimensionamento di un ospedale come quello di Spoleto potrebbe avere ricadute devastanti sull’intera comunità, già penalizzata da decenni di scarsi investimenti nelle infrastrutture pubbliche.
Il futuro dell’ospedale “San Matteo degli Infermi” resta dunque appeso a un filo. La mobilitazione di oggi punta a far comprendere alle istituzioni l’urgenza della situazione e la necessità di intervenire con misure concrete per ripristinare i servizi sanitari tagliati. L’impegno dei cittadini è stato costante e determinato, ma molto dipenderà dalle risposte che la politica saprà dare.