Sul nuovo ospedale di Terni e sulle modalità con cui realizzarlo (project financing, fondi Inail o finanziamento interamente pubblico) erano attese notizie alla fine dell’estate. Un lasso di tempo estensibile e dilatabile nel quale la Regione ha ficcato un bel po’ dei temi strategici che riguardano la città. Dall’ospedale, appunto, all’Accordo di programma per AST.
Ma stavolta il ritardo nell’annuncio della scelta da fare (i tempi per l’esame del project financing sarebbe ampiamente scaduti) avrebbe una ragione “pesante”. Nelle scorse settimane, infatti, ci sarebbe stato un nuovo e decisivo summit tra la commissione tecnica – chiamata a valutare il progetto – e il raggruppamento Salini-ABP Nocivelli, che ha promosso l’intervento.
È passato esattamente un mese (era il 27 luglio) dallo scontro su Instagram tra il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, e la governatrice Tesei. E a quella data, secondo le indiscrezioni raccolte da Tag24 Umbria da fonti politiche e imprenditoriali, sul tavolo della presidente della Regione sarebbe arrivato un parere sostanzialmente negativo, seppure ancora interlocutorio e non definitivo, sul progetto misto pubblico-privato. Da qui la necessità di un nuovo incontro tra tecnici volto a valutare la possibilità di adeguare il progetto rispetto ai nodi critici evidenziati dal lavoro della commissione.
Gli spifferi dicono che la trattativa sia ancora in piedi e non definitivamente tramontata. E che ci siano i margini per degli aggiustamenti del progetto da parte del raggruppamento privato. Da limare (o da rivedere considerevolmente) ci sarebbe il piano economico finanziario, nonchè il piano operativo sulla destinazione del corpo dell’attuale ospedale “Santa Maria”. Poi sarebbero emersi problemi meno rilevanti, ma comunque criticità, relative al collegamento tra i due complessi e al sistema di viabilità e parcheggio.
Nuovo ospedale di Terni, questione strategica anche in prospettiva elettorale tra project financing e fondi pubblici
Nonostante gli editoriali dei media umbri si concentrino sui temi eminentemente perugini (dal nodino di Perugia alla stazione dell’alta velocità), a fare la differenza sarà probabilmente il risultato che le forze in competizione otterranno a Terni. È infatti nel sud dell’Umbria che si conteranno i voti in grado di far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Con l’outsider Bandecchi, candidato di un terzo polo monocolore con la sua Alternativa Popolare, che può risultare decisivo.
Ecco perché il confronto tra commissione tecnica regionale e raggruppamento di imprese proponenti sarebbe ripreso in piena estate. Se non spinto o favorito, quantomeno ben accolto dalla politica. Col conto alla rovescia sulla data del voto, Tesei e la sua giunta una risposta la devono dare. Tanto che la presidente Tesei già a luglio parlava di ipotetici piani B se il project dovesse saltare. Nel suo intervento su Instagram, infatti aveva delineato la possibilità di ricorrere ai fondi Inail (con l’area che sarebbe però ancora da individuare, espropriare e i con progetti tutti da fare) o di avviare interlocuzioni col Ministero della Sanità per avere soldi dallo Stato. Una strada in salita, quest’ultima, con tutte le difficoltà del caso da superare. Quello che è certo è che l’ospedale di Terni è il più vecchio dell’Umbria.
Il PD e Innovare per Terni rilanciano la soluzione tutta pubblica: “L’ospedale non è un prodotto finanziario”
Altro indizio che qualcosa negli uffici regionali si stia muovendo, è l’intervento dei gruppi consiliari del PD e di Innovare per Terni e del responsabile del Forum sanità DEM Riccardo Brugnetta. Un intervento che arriva in concomitanza agli spifferi sul confronto per adeguare il project financing.
“Non condividiamo le ipotesi a base finanziaria proposte – dicono i consiglieri comunali e l’esperto di sanità -. Dopo un paio di bocciature del project financing ancora si cerca di parlarne. Si tratta di ipotesi costose e difficili da gestire. Fortemente vincolate nei termini progettuali e contrattuali e soprattutto prive di partecipazione alle scelte. Il nuovo ospedale di Terni non può essere un prodotto finanziario. Deve essere l’occasione per il rilancio partecipato e consapevole della città. Per la sua rilettura in termini di distribuzione e qualità dei servizi del welfare e per un forte rinnovamento urbanistico“.
La proposta del PD, che sottolinea il ruolo centrale del dibattito sul nuovo ospedale di Terni in campagna elettorale, è quella di un ospedale da realizzare con fondi pubblici. Come fatto per tutti i nuovi ospedali regionali, a partire dal Polo unico di Perugia. Attraverso un concorso di idee di alto livello, un largo coinvolgimento della città e delle sue istanze più vitali e responsabili.
“Per questo va messa in campo una capacità negoziale con il Ministero o con altre Istituzioni pubbliche abilitate (Inail) – sostengono i sottoscrittori Filipponi, Spinelli, Proietti, Kenny e Brugnetta -. Una capciotà che non si è vista, che sicuramente non è stata un impegno prioritario della Giunta Tesei. Rimarranno agli annali certe delibere della giunta regionale uscente in cui, dopo avere spostato il finanziamento dell’Ospedale di Narni-Amelia a carico dell’Inail, si fa il conto delle risorse residue per l’Ospedale di Terni: sono 118 milioni, si accettano idee su come andare avanti“.