"Noi al nostro Ospedale vogliamo bene e quindi vogliamo bene anche a tutti coloro che a vario titolo ci lavorano". È con queste parole, semplici ma dense di significato, che si è aperto l’incontro pubblico nella Sala Expo del Palazzo del Popolo. Un’affermazione che sintetizza lo spirito dell’evento promosso dal Comitato Orvietano per la Salute Pubblica (COSP): unire istituzioni, personale sanitario e cittadini intorno a un obiettivo comune, il rilancio dell’Ospedale di Orvieto.
A raccogliere l'appello, seppur in collegamento da Perugia, è stata la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, che ha riconosciuto la necessità di "un vero e proprio piano di rilancio" per il presidio sanitario. Un piano che, nelle intenzioni della Giunta, punterà a valorizzare la collocazione strategica dell’ospedale, situato in un’area di confine tra Umbria, Lazio e Toscana, e oggi in difficoltà a causa della carenza di personale e della vetustà di alcune attrezzature.
L’Ospedale di Orvieto, spiegano i promotori del Comitato, non è solo un punto di riferimento sanitario, ma un presidio identitario per la città e il territorio. Tuttavia, l’attuale livello di servizi rischia di non essere più all’altezza delle esigenze di una popolazione che chiede qualità, accessibilità e sicurezza. A dimostrarlo è il “flusso migratorio” crescente di pazienti umbri verso strutture di altre regioni, con conseguenze anche economiche per il sistema sanitario regionale.
“Se un ospedale di confine funziona - ha ribadito la governatrice Proietti - i cittadini restano in Umbria a curarsi e diventiamo attrattivi anche per chi vive appena oltre il confine”. È questa la logica che guiderà, secondo quanto annunciato, il nuovo Piano Socio-Sanitario regionale, la cui stesura è attesa entro dicembre. Un documento strategico che, per la prima volta, potrebbe vedere la partecipazione attiva del COSP, accreditato come interlocutore nei Comitati Consultivi Misti (CCM).
Durante l’incontro, tutti i primari e responsabili dei reparti del nosocomio hanno voluto intervenire per presentare un quadro aggiornato della situazione. I punti di forza? La qualità e l’impegno del personale medico e infermieristico. Le criticità? Le stesse denunciate da anni: personale sotto organico, attrezzature obsolete e spazi non più adeguati alle esigenze cliniche, come quelli della riabilitazione in via Postierla.
I professionisti non hanno esitato a richiamare anche alcune rigidità normative: il limite dei 45mila accessi annui previsto dal D.M. 70/2015 impedisce all’Ospedale di Orvieto il riconoscimento di DEA di I livello, precludendo anche la possibilità di accogliere tirocinanti in alcuni reparti, che potrebbero parzialmente sopperire alla carenza organica.
Da segnalare anche l’intervento delle rappresentanze sindacali: Carolina Galeazzi (CGIL Umbria) ha rilanciato con forza la richiesta di una revisione delle piante organiche e maggiori investimenti in strumenti essenziali, “anche una barella o una carrozzina”, ha sottolineato.
L’apertura della Presidente Proietti alla partecipazione del COSP nella stesura del Piano Socio-Sanitario regionale e nei futuri Comitati Consultivi rappresenta una novità rilevante. Un segnale di attenzione verso una cittadinanza attiva e informata, che rivendica il diritto non solo a ricevere cure, ma anche a contribuire alla pianificazione dei servizi.
Ora, come annunciato dai promotori dell’incontro, verrà svolto un lavoro di raccolta e analisi delle relazioni presentate dai primari, finalizzato alla redazione di un documento completo che verrà inviato alla Regione. Una base tecnica e politica su cui impostare il futuro dell’Ospedale di Orvieto.
Il Comitato, dal canto suo, chiede non promesse, ma un impegno concreto: salvaguardare e rilanciare il presidio orvietano come punto di riferimento non solo sanitario, ma anche civico e sociale. Una sfida per il Comitato "non più rinviabile".