A Orvieto grazie all’ex Juventus, Alessandro La Vecchia, si torna ad insegnare il calcio di strada. Visti gli ultimi risultati della nazionale italiana è un ottimo punto di partenza. L’ex Juventus ha deciso di dedicare il suo tempo e la sua esperienza ai giovani talenti orvietani, proponendo lezioni individuali di calcio di strada. Questa particolare modalità di allenamento, secondo La Vecchia, non solo migliora la tecnica dei ragazzi ma stimola anche la loro creatività e fantasia.
Orvieto, l’ex Juventus Alessandro La Vecchia insegna il calcio di strada
In un’intervista rilasciata all’Ansa, La Vecchia ha spiegato il suo approccio unico: “Ripropongo sul rettangolo verde quello che era il calcio di strada. Cerco di ricreare quelle situazioni che ti portavano non solo a scartare gli avversari dell’altra squadra, ma anche auto e motorini parcheggiati. Quando si giocava nelle strade e nelle piazze la tecnica inevitabilmente migliorava, perché in ogni istante c’era un imprevisto da fronteggiare. Ecco, nelle mie lezioni individuali cerco di riproporre, per quanto possibile, quel modello di calcio, finalizzato soprattutto a far uscire fuori la fantasia del giovane calciatore o calciatrice“.
Il calcio di strada, che per molti bambini italiani è stata la prima vera palestra di vita, è un mondo a parte rispetto al calcio organizzato. Negli anni ’80 e ’90, giocare a calcio nelle strade e nelle piazze era un’esperienza che formava non solo calciatori, ma anche caratteri. La Vecchia ha vissuto in prima persona questa realtà e ora vuole trasmetterla alle nuove generazioni.
La fantasia e la tecnica erano le doti principali di Alessandro La Vecchia, tanto che attirò l’attenzione dell’allora tecnico della Juventus, Fabio Capello, che lo chiamò ad allenarsi in prima squadra con leggende come Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero e Pavel Nedved. Nonostante le promettenti premesse, La Vecchia non riuscì a mantenere le aspettative, finendo per giocare in campionati minori e meno blasonati. Nella sua carriera ha giocato anche in Estonia, Thailandia e Romania.
“Oltre ad essere maestro di tecnica mi piacerebbe essere anche un po’ maestro di vita,” sottolinea La Vecchia. La sua visione dell’allenatore è quella di un mentore, una guida che non solo insegna a dribblare, ma prepara anche i giovani alle sfide della vita, mettendoli in guardia dai pericoli del mondo del calcio e non solo.
Alessandro La Vecchia: “Per diventare un calciatore professionista di alto livello servono doti tecniche e umane straordinarie”
Per la prossima stagione, La Vecchia sarà impegnato con il Trento Calcio in Lega Pro, ma il suo impegno con i giovani orvietani non verrà meno. “Per diventare un calciatore professionista di alto livello servono doti tecniche e umane straordinarie,” spiega. “E a fare la differenza spesso sono le persone che ti circondano, a iniziare dalla tua famiglia”.
La Vecchia ha anche espresso la sua opinione sulla Nazionale italiana post-Europei, suggerendo di “ripartire dai giovani.” Un consiglio che riflette la sua esperienza e la sua visione del calcio come un’arte in continua evoluzione, che deve essere nutrita con nuovi talenti. “Puntiamo sulle nuovissime generazioni che si stanno affacciando al calcio che conta, come fanno anche altre nazionali, come la Spagna, che non temono di far giocare talenti giovanissimi come ad esempio Lamine Yamal, a mio avviso il miglior profilo mondiale tra i millennials”.
Il sogno di Alessandro La Vecchia è quello di vedere emergere nuovi campioni dal suo lavoro con i giovani. “Sarebbe bello aiutare un ragazzino a diventare un grande professionista, ma soprattutto un grande uomo,” conclude. Le sue parole riecheggiano il desiderio di vedere il calcio non solo come uno sport, ma come una scuola di vita, dove i valori umani sono importanti quanto le abilità tecniche.