Aveva modificato le sue abitudini quotidiane. Cambiato percorsi, rinunciato alla tranquillità di una passeggiata nel centro storico di Orvieto. Viveva “in uno stato d’ansia per l’invadenza ossessiva e sempre più pressante” della ex compagna, come ha dichiarato ai carabinieri, fino a quando, esausto e preoccupato anche per l’allerta crescente della propria famiglia, ha deciso di denunciare tutto. È da quella testimonianza che si è messa in moto la macchina del Codice Rosso, un meccanismo che la legge prevede per tutelare le vittime di violenza domestica e stalking con interventi urgenti.
Ora la donna, una ventiquattrenne, si trova nel carcere femminile di Perugia. L'arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Terni, a seguito delle reiterate violazioni del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex, misura che le era già stata inflitta dopo le prime segnalazioni. La vittima, come riferito dall’Arma, “appartiene alla categoria dei cosiddetti soggetti fragili”.
Le indagini hanno evidenziato una situazione di persecuzione continua. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, la donna non solo si è più volte avvicinata ai luoghi abitualmente frequentati dall’ex, nonostante il divieto, ma è arrivata a pedinarlo, al punto da renderlo incapace di vivere una vita normale. “Le sue abitudini quotidiane erano profondamente cambiate”, si legge in una nota dell’Arma. “Era costretto a modificare i propri percorsi, a vivere nell’allerta costante e a rinunciare anche alla serenità di una passeggiata nel centro storico”.
Non solo: l'insistenza della giovane avrebbe finito per coinvolgere anche i familiari della vittima, generando “forte preoccupazione per l’incolumità e l’equilibrio psicologico del congiunto”. Una preoccupazione sfociata nella denuncia ai carabinieri a metà aprile, primo atto formale di un’escalation culminata con l’arresto.
La risposta iniziale dell’autorità giudiziaria era stata la misura del divieto di avvicinamento. Ma pochi giorni dopo, la ventiquattrenne è stata sorpresa proprio nei pressi dell’abitazione dell’ex compagno. Fermata in flagranza, era stata posta agli arresti domiciliari.
La misura si è rivelata insufficiente: secondo gli investigatori, la donna ha violato nuovamente le prescrizioni, evadendo dai domiciliari in almeno due occasioni e tornando a cercare la vittima. Nuovamente sorpresa nei pressi della sua abitazione, è stata arrestata di nuovo in flagranza. Dopo l’udienza di convalida, il giudice ha aggravato la misura: obbligo di firma due volte al giorno presso la polizia giudiziaria. Ma anche questo deterrente si è dimostrato inefficace. Di fronte alla costanza delle violazioni, la magistratura ha infine disposto una misura più afflittiva: la custodia cautelare in carcere.
Il fatto di Orvieto non è isolato. Un episodio analogo si è verificato nelle scorse settimane a Fontivegge, quartiere periferico di Perugia. Qui, un uomo è stato arrestato in flagranza differita per aver violato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex compagna e per atti persecutori. La donna aveva segnalato la presenza dell’uomo sul posto di lavoro e, per documentare l’ennesima violazione, lo aveva ripreso con il telefonino. Resosi conto di essere stato filmato, l’uomo si era allontanato. Ma grazie alle immagini e al tracciamento del braccialetto elettronico di cui era dotato, la polizia è riuscita a rintracciarlo nei pressi della stazione. Anche in questo caso, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, ravvisando il concreto pericolo di reiterazione del reato.
In Italia esiste un numero gratuito antiviolenza e stalking, il 1522, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità. È attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile gratuitamente da rete fissa e mobile. Il servizio fornisce assistenza psicologica e legale alle vittime, le orienta verso strutture sul territorio - centri antiviolenza, consultori pubblici, servizi sociali, pronto soccorso con percorsi rosa - e si avvale di operatori qualificati.
I servizi collegati al 1522 sono disponibili anche in inglese, francese, spagnolo e arabo, a dimostrazione di un impegno a tutelare tutte le vittime, anche straniere, in un’ottica di inclusione e capillarità.