13 Nov, 2025 - 15:46

Orvieto, cinque giorni di grande musica a Capodanno: torna Umbria Jazz Winter

Orvieto, cinque giorni di grande musica a Capodanno: torna Umbria Jazz Winter

Orvieto torna a riempirsi di musica, voci internazionali e pubblico in arrivo da tutta Italia. Con le feste di fine anno la città umbra si prepara ad accogliere una nuova edizione di Umbria Jazz Winter, lo spin-off invernale dello storico festival perugino che da oltre trent’anni scandisce il passaggio al nuovo anno. Dal 30 dicembre al 3 gennaio, vicoli, piazze e palazzi storici diventano il set di un racconto collettivo fatto di concerti, incontri, gospel e atmosfere da città d’arte, dove l’esperienza musicale si intreccia con l’ospitalità e con la vita quotidiana della Rupe.

Umbria Jazz Winter a Orvieto: numeri, luoghi e atmosfere

In 5 giorni si susseguiranno oltre 80 appuntamenti, con 23 band e circa 150 musicisti impegnati su cinque diversi palchi. Non una semplice rassegna, ma un vero e proprio “villaggio del jazz” dove il pubblico può spostarsi da una sala all’altra scegliendo, giorno per giorno, il proprio itinerario ideale. Il Teatro Mancinelli, il Palazzo dei Sette, la Sala dei 400, la Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo e il Museo Emilio Greco compongono la mappa dei luoghi simbolo del festival. A collegarli, le strade del centro animate dalla marching band, che porta nelle vie di Orvieto un’eco delle parate di New Orleans e contribuisce a creare quell’atmosfera informale che è diventata un marchio di fabbrica di Umbria Jazz Winter. 

Dal trio delle meraviglie al gospel: il cartellone 2025–2026

Il programma artistico di Umbria Jazz Winter 2025–2026 è pensato come un grande mosaico, dove convivono la tradizione del jazz delle origini, le voci più contemporanee e incursioni nei linguaggi più popolari. Tra gli appuntamenti di punta c’è “3 Together”, il dialogo a tre pianoforti di Stefano Bollani, Dado Moroni e Danilo Rea, mentre Fabrizio Bosso torna a Orvieto in più vesti: dal quartetto allo Spiritual Trio, da Ornettology con Rosario Giuliani fino al progetto About ten con ensemble allargato e arrangiamenti di Paolo Silvestri.

Accanto a loro Enrico Pieranunzi e il quartetto dei fratelli Pasquale e Luigi Grasso, ormai punto di riferimento del nuovo jazz europeo. A confermare la vocazione internazionale del festival ci sono poi Antonio Faraò con il suo “Eklektik”, Ray Gelato & The Giants con uno swing capace di accendere qualsiasi platea, la vocalità di Emma Smith, le sonorità roots degli Sticky Bones e il country-rock’n’roll dei Lovesick.

Il repertorio delle origini rivive grazie a formazioni come Chicago Stompers, Hot Gravel Eskimos e Dixie Blue Blowers, mentre progetti come Brassense e Accordi Disaccordi sperimentano crossover tra gipsy jazz, melodie mediterranee e ritmi latini. Non manca il tocco scanzonato di “Conosci Mia Cugina?” e l’energia della street band Funk Off.

Uno dei momenti più attesi resta il gospel di Capodanno nel Duomo di Orvieto, affidato quest’anno al coro texano Marquinn Middleton & The Miracle Chorale, protagonista di una liturgia-concerto che unisce spiritualità, ritmo e partecipazione collettiva. In apertura, come da tradizione, spazio ai vincitori del Conad Contest, i Saihs, e al Berklee at Umbria Jazz Clinics Award Group, formazione che riunisce i migliori allievi dei corsi estivi legati al festival.

Umbria Jazz Winter torna a Capodanno: un festival a misura di bambini

Il 2 gennaio al Palazzo dei Sette sarà presentato il terzo volume de “Il Jazz in Italia” di Adriano Mazzoletti, un’opera che ricostruisce la storia del genere nel nostro Paese, mentre il 3 gennaio al Teatro del Carmine Enrico Pieranunzi accompagnerà il pubblico dentro il suo ritratto di Bill Evans. C’è poi il Blindfold Test con Stefano Bollani, guidato dal critico Ashley Kahn: un gioco serio, in cui il pianista ascolta a occhi chiusi una selezione di brani commentandoli in tempo reale.

Il festival continua inoltre a investire sulle nuove generazioni con il progetto UJ4Kids, con matinée, laboratori e iniziative dedicate ai bambini. Un modo per avvicinare i più piccoli alla musica dal vivo e per trasformare il Capodanno a Orvieto in un’esperienza condivisa da tutta la famiglia. 

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Giorgia Sdei
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