Un’operazione lampo, condotta giovedì pomeriggio nei boschi di Orvieto, Allerona e Castel Viscardo, ha portato allo smantellamento di bivacchi utilizzati come basi logistiche per lo spaccio di stupefacenti. I Carabinieri hanno sequestrato droga, segnalato tre persone alla Prefettura e ritirato altrettante patenti di guida. L’azione, che ha coinvolto decine di militari e un elicottero del Nucleo di Roma Urbe, segna un punto di svolta nella lotta alle piazze di spaccio improvvisate nei boschi dell’Orvietano.
Il blitz è stato coordinato dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Orvieto con il supporto delle Stazioni di Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle e Orvieto, oltre ai Nuclei Forestali. In campo anche un elicottero, indispensabile per sorvolare e monitorare le zone più impervie. L’obiettivo era preciso: interrompere il fenomeno dello spaccio all’interno delle aree verdi di Bagni, Villalba e Viceno, ritenute punti strategici per il commercio illecito.
La presenza dei bivacchi, perfettamente mimetizzati nella vegetazione, ha confermato quanto l’attività fosse organizzata. All’interno dei rifugi i militari hanno trovato utensili per la permanenza prolungata: batterie d’auto utilizzate come generatori per alimentare cellulari e luci, viveri e persino una katana. Strutture improvvisate, ma funzionali a garantire autonomia a chi, per giorni, presidiava il bosco con l’obiettivo di vendere stupefacenti lontano dai centri abitati.
“Il rinvenimento dei bivacchi dimostra un livello di pianificazione e organizzazione non trascurabile”, ha spiegato un ufficiale coinvolto nell’operazione. “Si tratta di basi operative vere e proprie, capaci di ospitare più persone contemporaneamente e garantire loro un sostegno logistico”.
Parallelamente alle operazioni nei boschi, i Carabinieri hanno esteso i controlli alla rete viaria, intercettando numerosi veicoli sospetti. Tre persone, identificate come acquirenti, sono state trovate in possesso di cocaina, hashish ed eroina per uso personale. Per loro è scattata la segnalazione alla Prefettura di Terni e il ritiro immediato della patente di guida. In totale sono stati sequestrati 1,6 grammi di cocaina, 0,70 di hashish e 1,70 di eroina.
Il bilancio, seppur quantitativamente limitato sul fronte delle sostanze, è significativo per il segnale lanciato. “L’attività dimostra la presenza costante dello Stato anche nelle aree più remote” hanno sottolineato fonti dell’Arma. “La sinergia tra reparti territoriali, forestali e il supporto aereo ha consentito di interrompere un circuito criminale che si stava radicando”.
Le aree interessate sono state segnalate ai Comuni competenti per lo sgombero e il ripristino ambientale, con l’obiettivo di restituire decoro e sicurezza a zone verdi frequentate anche da cittadini ed escursionisti.
Non è la prima volta che i boschi della provincia di Terni finiscono al centro di indagini. Negli ultimi anni, operazioni analoghe hanno interessato altre zone sensibili come i boschi di Piediluco e le aree verdi delle Cascate delle Marmore, dove erano stati segnalati bivacchi e attività sospette legate allo spaccio. In quelle circostanze, i militari avevano individuato rifugi nascosti e trovato sostanze pronte alla vendita, confermando uno schema consolidato: piazze di spaccio improvvisate in aree isolate, lontane dai centri abitati, ma facilmente raggiungibili dagli acquirenti.
Analoghi interventi in Valnerina e nel perugino hanno evidenziato dinamiche simili, con accampamenti dotati di viveri, batterie e strumenti rudimentali per consentire la permanenza prolungata. “I boschi, per la loro conformazione, offrono un riparo sicuro a chi intende sottrarsi ai controlli” ha spiegato un investigatore. “Ma la nostra strategia è quella di monitorarli con continuità, avvalendoci anche di strumenti tecnologici e della collaborazione dei cittadini”.
Il Comando provinciale di Terni ha confermato che l’attività verrà ripetuta nelle prossime settimane, con l’obiettivo di disarticolare definitivamente i punti di riferimento dello spaccio nei boschi. L’operazione di Orvieto, Allerona e Castel Viscardo non è quindi un episodio isolato ma parte di una strategia più ampia, che prevede un monitoraggio costante e l’impiego di uomini e mezzi specializzati.
Per i territori coinvolti, l’impatto è rilevante. La presenza di bivacchi e l’attività di spaccio rappresentavano un fattore di rischio sia per la sicurezza pubblica sia per la fruibilità delle aree naturali. L’intervento dei Carabinieri restituisce quindi un messaggio chiaro: le zone periferiche e boschive non sono terre di nessuno, ma spazi sottoposti alla stessa tutela delle aree urbane.
Il segnale che arriva da Orvieto è netto: l’Arma intende presidiare non solo le città, ma anche i luoghi marginali dove i traffici illeciti cercano riparo. Una strategia che mette al centro non soltanto la repressione, ma anche la prevenzione, rafforzata dalla collaborazione con i cittadini e dalle operazioni di bonifica ambientale successive ai sequestri.