Alcuni degli Ordini monastici di Perugia hanno lasciato le proprie sedi storiche di residenza come i Padri Barnabiti della Chiesa del Gesù in Piazza Matteotti e i Padri passionisti di Monte scosso a Ponte Felcino. I cittadini segnalano che sono a rischio di chiusura anche la Comunità di San Pietro, in Borgo XX Giugno, quella dei Frati Benedettini, che risiedono nel complesso di proprietà della Fondazione Agraria; la Comunità di San Domenico nell’omonima Chiesa in Corso Cavour.
Gli Ordini monastici di Perugia sono a rischio di chiusura: i cittadini lanciano l’allarme
La chiusura di questi complessi storici, che raccolgono documenti e archivi di grande valore, oltre a rappresentare la scomparsa dal tessuto cittadino della presenza millenaria degli ordini religiosi dalla nostra città, comporterà un enorme danno per l’indotto turistico. Questi pregevoli monumenti non saranno più custoditi, quindi verosimilmente potranno essere chiusi e non più accessibili al pubblico.
Un esempio di maggiore effetto è rappresentato dalla Basilica di San Pietro. Autentico scrigno di opere d’arte sarà privata ai Benedettini. Custodi da sempre, poiché accorpata con i frati benedettini di San Paolo fuori le mura in Roma e gestita dal loro Abate. Il complesso è la sede di biblioteche e di un archivio dal valore inestimabile che andrebbe valorizzato a favore della città, come del resto l’istituto sismologico “A. Bina” gestito e retto dal solo padre Martino Siciliani, ultimo frate benedettino rimasto, dopo la dipartita del compianto abate Giustino Farnedi.
Appare chiaro che Perugia ha in dote, da secoli, un patrimonio di inestimabile valore culturale e monumentale che andrebbe pienamente valorizzato e reso fruibile a tutti. Se le istituzioni non interverranno, con decisione, si assisterà ad uno spregiudicato saccheggio dei tesori custoditi all’interno, nella migliore delle ipotesi, altrimenti si assisterà al loro degrado. La gestione e la manutenzione di questi beni potrebbe rappresentare anche una ottima occasione per favorire l’occupazione.
Su questa imminente situazione di abbandono andrebbe creata una sinergia tra il Comune di Perugia, quale capofila, con l’Università, le Belle Arti, la Curia Perugina, il F. E. C. del Ministero dell’Interno con sede e responsabile territoriale presso la Prefettura di Perugia.
L’Ente risulta proprietario di edifici di culto nella nostra città che vengono lasciati in uso alla curia come luoghi di culto e alle varie associazioni cittadine che si occupano di turismo e cultura. Sarebbe importante organizzare tour per mantenere aperte chiese e oratori nonché valorizzare, nel tempo, le biblioteche e gli stessi archivi. Sono scrigni di testi e incunaboli medievali dei quali, ahimè, la maggior parte dei cittadini non ne conosce la presenza e l’ esistenza. Gli archivi delle Chiese e Basiliche potrebbero dare un forte impulso e supporto alle biblioteche urbiche, valide alleate della biblioteca Augusta.
Sottolineiamo come la partenza da Perugia degli Ordini monastici dalle proprie sedi porta un impoverimento di una risorsa, non solo religiosa, del territorio. La chiusura ed accorpamento presso altre sedi di religiosi con la perdita dei conventi di frati monaci può sembrare cosa di poco conto, ma così non è. Infatti come per la Basilica di San Pietro già da adesso il parroco nominato e responsabile delle attività liturgiche è gravato dalla gestione di più parrocchie. Appare chiaro che la Basilica, ricca di opere d’arte, non potrà di certo essere relegata a solo museo o sala concerti essendo stata nei secoli sede religiosa e il complesso residenza dell’Ordine Benedettino con i frati che nel tempo hanno portato avanti la regola di San Benedetto.
Pensare che tutto sia relegato alla sola laicità della Fondazione Agraria universitaria appare difficile da accettare. Quindi, tornando al discorso iniziale è chiaro che al di là dei protagonisti proprietari, di interesse relativo, lo scopo finale è unico, ovvero quello di fare convergere tutti univocamente in direzione sola e quella di una reale funzionalità di un idea che veda il coinvolgimento totale laico e religioso volto a favorire il lavoro ed occupazione dei giovani e la conoscenza di luoghi sconosciuti non fruibili ai cittadini della città, con un ritorno positivo in materia di indotto turistico.