Arriverà, con ogni probabilità, quella che la maggioranza chiama la manovra 'salva Umbria' per ripianare i conti della sanità regionale. Una misura necessaria, ha sempre sostenuto la maggioranza. Le tasse aumenteranno, certamente, ma non per tutti e sarà un incremento equilibrato, dichiara in ogni dove la governatrice Proietti che vuole evitare a tutti i costi un eventuale commissariamento da parte del Mef, il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Però sui conti ci sono alcune profonde divergenze di opinione e interpretazione. E ultimamente dal Governo regionale, di numeri se ne sono sentiti tanti. Il risultato è che regna una certa confusione e i toni sono tutt'altro che distesi. Dall'opposizione gridano che no, non c'è bisogno di quella manovra lacrime e sangue, perché, in ordine temporale: 1. Il report sui conti della sanità è stato male interpretato dalla Giunta Proietti. 2. I conti sono ben diversi e la manovra è ingiustificata così come è sbagliato mettere in allarme i cittadini su tasse che non dovrebbero pagare 3. Il molto discusso report di Kpmg non esiste perché quello nelle mani della Proietti è sostanzialmente una bozza.
Sulla ricognizione dei conti della sanità umbra affidata a una società privata, la Kpmg, con documento di affidamento firmato il 25 marzo, quando ormai la bomba era già esplosa - i famosi iniziali 243 milioni di euro di 'buco', ribassati a più riprese e in più sedi - il polverone continua a salire.
In una nota congiunta i consiglieri regionali di opposizione Donatella Tesei e Enrico Melasecche (Lega), Paola Agabiti, Eleonora Pace e Matteo Giambartolomei (Fratelli d'Italia), Laura Pernazza e Andrea Romizi (Forza Italia) e Nilo Arcudi (Umbria Civica - Tesei Presidente) spiegano perché il documento su cui si basa il futuro aumento di tutte le aliquote, neanche esisterebbe o meglio, non sarebbe un documento da considerarsi definitivo.
I vertici di Kpmg sono stati sentiti in terza commissione. "È stato chiarito da Kpmg - si legge nella nota - che allo stato attuale la società non ha consegnato alla Direzione Salute della Regione Umbria alcun report, se non un 'documento di lavoro in progress', come da loro stessi definito, che non può certo considerarsi un estratto definitivo" precisano.
"In tale documento - proseguono - la società privata, scelta discrezionalmente, ha evidenziato un disavanzo di 34 milioni, cifra finalmente riconosciuta anche dalla presidente Proietti. Quindi non 243, non 90 e nemmeno 73 milioni, come più volte sbandierato dalla sinistra a mezzo stampa, ma 34 milioni di disavanzo nel bilancio della sanità, come affermato dal centrodestra, che non va sommato ai 39 milioni del fondo di dotazione, eroso fin dal 2014 quando non era il centrodestra a governare la Regione, e la cui copertura può essere rateizzata al Mef per gli anni successivi, allo stesso modo delle altre regioni italiane".
Ma non è l'unica anomalia perché "Secondo quanto abbiamo appreso, la società privata incredibilmente non ha ancora firmato il contratto con la Regione Umbria che è stato inviato dalla stessa soltanto nella giornata del 2 aprile".
La mancanza di trasparenza rimane la grande accusa dell'opposizione contro l'operato della Giunta Proietti. "L'audizione in Commissione non ha dipanato tutti i nostri dubbi, anzi, ha rafforzato la convinzione di una gestione opaca rispetto a tutti i procedimenti che hanno portato la presidente Proietti ad aumentare le tasse in fretta e furia e dalla quale si evince la volontà di non affrontare il tema delle riforme strutturali o avviare proposte alternative" scrivono ancora.
Nel frattempo annunciano nuove proteste. "Siamo intenzionati a proseguire nell'occupazione del Consiglio Regionale fino al ritiro del disegno di legge che aumenta immotivatamente le tasse ai cittadini. Restiamo ancora in attesa del documento 'prime evidenze estratto' in possesso della presidente Proietti prima della conferenza stampa del 26 marzo e da noi richiesto ufficialmente già nella sede competente della prima Commissione consiliare del 24 marzo, nella seduta di Assemblea Legislativa il 25 marzo, con informativa urgente, e infine con una lettera alla presidente Proietti e una successiva richiesta di accesso agli atti" concludono.