“Monuments men” è il titolo di un film del 2014 di George Clooney che racconta le rocambolesche avventure dell’MFAA, un gruppo di soldati americani specializzati nel recupero delle opere d’arte rubate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia non furono solo gli americani a perseguire questo obiettivo. In Italia ci fu un uomo che divenne famoso per aver recuperato decine e decine di opere e oggetti d’arte in tutto il mondo. Si chiamava Rodolfo Siviero e fu soprannominato lo “007 dell’arte”.

Figlio di un sottufficiale dei Carabinieri, si trasferì dalla provincia di Pisa a Firenze nel 1924. Intraprese poi gli studi in ambito artistico-letterario all’Università di Firenze con l’obiettivo di diventare critico d’arte. Intorno agli anni Trenta diventò agente segreto del Servizio Informazioni Militare italiano. Aderì al fascismo e nel 1937 partì alla volta di Berlino – sotto la copertura di una borsa di studio in Storia dell’arte – per raccogliere informazioni sul regime nazista.

La carriera di Siviero inizia come agente segreto fascista in Germania

Dopo l’8 settembre 1943 Siviero si schierò con il fronte antifascista. Si occupò prevalentemente di monitorare il corpo militare nazista detto Kunstschutz, corpo istituito originariamente con lo scopo di proteggere il patrimonio culturale dai danni della guerra, ma che sotto le direttive naziste si occupava di trafugare dall’Italia verso la Germania il maggior numero di opere d’arte. Nella casa dello storico dell’arte ebreo Giorgio Castelfranco sul lungarno Serristori di Firenze – oggi nota come Casa Siviero – Siviero coordinò alcune delle attività partigiane di intelligence.

Dall’aprile al giugno 1944 venne imprigionato e torturato dalle milizie fasciste ma resistette agli interrogatori e, grazie all’interessamento di alcuni ufficiali repubblichini che in realtà facevano il doppio gioco, venne rilasciato. Una volta liberato, iniziò a  monitorare le operazioni del reparto del ‘Kunstchutz’, addetto al trafugamento delle opere d’arte, impedendo a Goering di mettere le mani sull’Annunciazione del Beato Angelico e prese nota dei contenitori e dei vagoni che trasportavano 200 capolavori prelevati dagli Uffizi, dal Duomo di Firenze e da altri musei e siti archeologici italiani.

Nominato da De Gasperi ministro plenipotenziario per il recupero delle opere d’arte

Grazie ai meriti acquisiti nella Resistenza, nel 1946 il Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi nominò Siviero “Ministro plenipotenziario” affidandogli l’incarico di dirigere una missione diplomatica presso il governo militare alleato in Germania con lo scopo di stabilire il principio della restituzione delle opere trafugate all’Italia.

Riportate in Italia la maggior parte delle opere, Siviero, a partire dagli anni Cinquanta, ricercò sistematicamente, per conto del Governo, tutte le opere d’arte che vennero rubate ed esportate dall’Italia. Questa intensa attività, dello “007 dell’arte”, durò fino alla sua morte nel 1983. In questo periodo Siviero ebbe spesso l’occasione di denunciare la poca attenzione che le istituzioni italiane dedicavano al problema del recupero del patrimonio artistico.

Sarà la città di Todi a ospitare, nella ricorrenza del quarantesimo anniversario della morte, l’omaggio a Rodolfo Siviero, il più celebre agente segreto dell’arte con una giornata di studi e una mostra nel quarantesimo della scomparsa. Al centro dell’attenzione il recupero delle opere d’arte italiane.

Una giornata di studi a Todi dedicata alla figura di Siviero

La giornata di studi, che ne ricorderà la figura e l’impegno nel ritrovare le opere d’arte trafugate dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, si terrà sabato 11 maggio, con una conferenza nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali (ore 16) dal titolo: “Lo 007 dell’Arte: il recupero del patrimonio italiano tra Firenze, Roma e Todi”.

Interverranno alla conferenza Riccardo Luciani dell’Università di Perugia, Francesca Bottari, autrice di una monografia su Siviero, Cristina Galassi, docente universitaria, direttrice della scuola di specializzazione in Beni storico-artistici, Attilio Tori, già curatore della casa museo di Rodolfo Siviero a Firenze, e Carlo Zoccoli, che tratterà del legame di Siviero con Todi. Stefano Petrocchi, della direzione regionale Musei del Lazio coordinerà i diversi interventi.

Partendo da un breve excursus sulla vita e le imprese di Siviero, si andrà a delineare la vicenda dello storico dell’arte che da informatore del SIM, il servizio di informazione della polizia segreta fascista, decise di lottare, durante gli anni del conflitto, per la salvaguardia del patrimonio artistico italiano dalle mire del più formidabile sistema di razzia messo a punto dai nazisti, il Kunstshutz.

La villa a Lungarno Serristori a Firenze è divenuta un museo

Durante la guerra, insieme a Siviero, anche altre prestigiose figure come Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli operarono per salvare opere d’arte preziose da essere vendute.

La dedizione di Siviero nel recuperare e restituire all’Italia le opere d’arte rubate, ora esposte nei musei della penisola, dimostra il suo profondo amore per l’arte e testimonia i suoi ideali. Durante i quarant’anni al servizio dello Stato, è stata evidente anche la passione per la collezione di opere d’arte, tanto che la sua villa di Lungarno Serristori, insieme alle collezioni, è stata donata alla Regione Toscana per diventare un museo pubblico su richiesta dei suoi eredi.

Durante il convegno sarà organizzata un’esposizione fotografica intitolata “Rodolfo Siviero: fotografie sul famoso agente segreto dell’arte”, con materiale preso in prestito dall’Archivio e dalla Biblioteca del Museo Casa Rodolfo Siviero di Firenze. L’esposizione presso la Pinacoteca Civica si propone di delineare la vita e le imprese di Siviero.

Durante il percorso, vi sarà spazio per una o due teche con materiale documentario in prestito dal Museo Casa Rodolfo Siviero, e un monitor con il video sulla vita di Rodolfo Siviero e la sua collezione di opere d’arte.

L’iniziativa è promossa con il patrocinio del Comune di Todi, dell’Università di Perugia, della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Gubbio e della Pro Todi.