A Città di Castello sta per tornare Only Wine e ad accogliere i visitatori di quest’anno c’è una riproduzione de Il Bacco di Caravaggio della Bottega Tifernate, leader a livello mondiale nel rifacimento di opere d’arte.

L’opera, che ritrae il celebre dio del vino nella mitologia romana, è stata realizzata in pictografia a olio e biacca su tela, con una cornice in legno massello dorata in foglia oro, dal maestro Stefano Lazzari e dallo staff della bottega con l’obiettivo di rendere ancora più originale e interessante, attraverso un tuffo nella storia dell’arte, l’undicesima edizione del salone dei giovani produttori e delle piccole cantine, in programma da sabato 27 a lunedì 29 aprile presso il parco rinascimentale di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio e nelle piazze del centro storico della città.

Only Wine accoglie i visitatori con Bacco

La riproduzione de Il Bacco di Caravaggio a cura della Bottega Tifernate di Città di Castello è pronta a mostrarsi all’ampia platea di visitatori di Only Wine 2024 all’ingresso del palazzo nel salottino del Comune, presso lo stand informativo del servizio turistico.

La realizzazione dell’opera è avvenuta utilizzando le tecniche di lavorazione tipiche del grande artista Michelangelo Merisi, e traendo ispirazione dagli stessi colori presenti nelle sue tele, che sono state studiate a fondo, con l’ausilio di una speciale lente d’ingrandimento, in modo tale da cogliere, al fine di poter ricreare, ogni più piccolo dettaglio.

Il Bacco di Caravaggio

Il Bacco di Caravaggio è un dipinto su tela realizzato tra il 1596 e il 1597 che oggi si trova alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Fu commissionato dal cardinale Francesco Maria Bourbon del Monte, al tempo protettore dell’artista, per fare un regalo a Ferdinando I de’ Medici per le nozze del figlio Cosimo II allo scopo di rinsaldare l’amicizia tra il cardinale e il granduca di Toscana, che tanto ne aveva favorito la carriera.

Nel suo Bacco, Michelangelo Merisi presenta il dio del vino e dell’ebrezza sdraiato su un triclinio di fronte a una tavola imbandita, su cui spicca un cestino pieno di frutta deliziosa. Il soggetto rivolge lo sguardo direttamente all’osservatore e regge nella mano sinistra un calice di vino che sembra offrire generosamente.

Tipico simbolo dei grandi banchetti rinascimentali, le immagini di Bacco, tralci di vite e grappoli di uva si ritrovano nelle decorazioni delle dimore della Famiglia Vitelli, i signori di Città di Castello. L’uva, da vino e da tavola, d’altronde, è dall’antichità una delle principali colture dell’Alta Valle del Tevere, il cui paesaggio naturale è colmo di vitigni.

Only Wine, le novità dell’edizione 2024

Tra le novità dell’edizione 2024 di Only Wine, in programma a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio di Città di Castello da sabato 27 a lunedì 29 aprile, c’è la presenza di quattro consorzi: Vini dell’Oltrepò Pavese, il Sannio, il Tutela Vini Roma doc, il Vino Santo Affumicato e la neo costituita associazione cantine Alta Umbria.

Ulteriore elemento caratterizzante della rassegna n. 11 dedicata ai giovani produttori e alle piccole cantine, è l’arrivo di vignaioli oltre confine – dalla regione dello champagne a produzioni slovene, albanesi, svizzere e austriache – che, insieme a quelli italiani, vanno a comporre un gruppo di ben oltre 400 etichette a disposizione dei visitatori della kermesse, appassionati di vino e curiosi.

Fiore all’occhiello, infine, della manifestazione vitivinicola è il Fuori Salone “Extra Wine” organizzato nel centro storico cittadino, con la presentazione, tra gli atri, del libro di Angelo Peretti “Esercizi Spirituali per Bevitori di Vino”, e il convegno d’approfondimento intitolato “Quale sarà il futuro del vino italiano?” con il flying winemaker Roberto Cipresso, uno dei più noti enologi al mondo.

Castellani: “Only Wine è eccellenza nel settore fieristico enoico”

Per Andrea Castellani, project manager e ideatore della manifestazione, “Con un sempre maggior interesse verso la sostenibilità, Only Wine è diventata un punto di riferimento e un’eccellenza nel settore fieristico enoico”.

“I giovani – fa sapere Castellani alla vigilia dell’evento – vogliono conoscere e far conoscere cosa c’è dietro a un calice: un vitigno, il territorio, la sua storia. Grazie a loro si trasforma non solo il modo di fare impresa, ma anche il modo di comunicare e di promuovere le eccellenze del nostro Made in Italy. L’Italia è fatta di tanti piccoli produttori, tante piccole e medie imprese che sono l’ossatura del nostro sistema produttivo”.