La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Pietro Pala, condannato all’ergastolo per l’omicidio a Umbertide del carabiniere Donato Fezzuoglio, avvenuto il 30 gennaio 2006 durante un intervento legato a una rapina. La decisione conferma l’inammissibilità dell’istanza di revisione del processo, già stabilita dalla Corte d’appello di Firenze.

Omicidio Umbertide, i legali della famiglia accolgono la decisione della Cassazione

Gli avvocati della famiglia di Donato Fezzuoglio, Nicola di Mario e Giancarlo Viti, hanno definito questa pronuncia come il momento conclusivo di una lunga battaglia giudiziaria. “L’epilogo del giudizio di revisione attivato da Pietro Pala e collegato alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso da parte della Corte Suprema di Cassazione chiude, in modo definitivo, la triste vicenda giudiziaria nella quale perse la vita, in adempimento del proprio dovere, il Carabiniere Donato Fezzuoglio,” hanno affermato i legali, sottolineando il dolore che questa tragedia ha lasciato nelle vite dei familiari e dell’intera comunità.

La solidità delle prove e il rigetto delle richieste

Le prove presentate durante i precedenti gradi di giudizio dell’omicidio di Umbertide sono state confermate come decisive nel sostenere la condanna di Pietro Pala. “I solidi elementi di responsabilità valorizzati dalle Corte di assise di primo grado e di appello per motivare la condanna degli imputati hanno, ancora una volta, resistito a generiche e pretestuose censure attraverso cui si è cercato di scalfire, invano, le puntuali e qualificate statuizioni di colpevolezza,” hanno dichiarato Di Mario e Viti. Questo passaggio evidenzia la convinzione della famiglia e dei loro rappresentanti nella giustezza del percorso giudiziario seguito.

L’omicidio di Donato Fezzuoglio rimane un episodio di estrema gravità, che ha coinvolto non solo i familiari ma anche l’Arma dei Carabinieri e l’intera comunità locale. Fezzuoglio, impegnato nel compimento del proprio dovere, perse la vita durante un intervento che avrebbe dovuto scongiurare un reato. La conferma della sentenza rappresenta, per i familiari, un punto fermo che pone termine a una vicenda giudiziaria durata anni.

Il sacrificio di Donato Fezzuoglio: un eroe che ha pagato con la vita il suo dovere

La mattina del 30 gennaio 2006, Umbertide, piccolo centro dell’Umbria, divenne teatro di un tragico evento che avrebbe segnato profondamente la comunità e l’Arma dei Carabinieri. Donato Fezzuoglio, carabiniere scelto, perse la vita in un intervento per fermare una rapina alla filiale del Monte dei Paschi di Siena.

Quattro uomini armati irruppero nella banca, utilizzando un’auto come ariete per sfondare una vetrina. Era un’azione pianificata con fredda determinazione, che avrebbe trovato una risposta eroica in Fezzuoglio e nel collega Enrico Monti, entrambi inviati sul posto dal Nucleo Radiomobile di Città di Castello. I due militari, senza esitazione, affrontarono i rapinatori in un violento scontro a fuoco.

Fezzuoglio, riparato dietro lo sportello della propria auto, riuscì a esplodere sei colpi contro i malviventi. Ma un colpo di fucile d’assalto AK-47 Kalashnikov, sparato dai rapinatori, lo colpì mortalmente alla schiena. A soli 30 anni, il carabiniere lasciava una giovane moglie e un figlio di appena sei mesi. Monti, invece, rimase ferito ma sopravvisse, portando per sempre con sé il peso di quella giornata.

Le indagini portarono al rinvio a giudizio di Pietro Pala e Raffaele Arzu, entrambi identificati come parte di un gruppo criminale organizzato. Arzu, latitante e inserito nella lista dei trenta uomini più ricercati d’Italia, fu catturato solo nel dicembre 2009. Nel maggio 2013, la giustizia pronunciò una sentenza inequivocabile: entrambi furono condannati all’ergastolo. Una decisione confermata anche in appello nell’ottobre 2014.

Omicidio a Umbertide, un’eredità di memoria e sacrificio

Donato Fezzuoglio non è stato dimenticato. La comunità di Umbertide e l’Arma dei Carabinieri lo commemorano ogni anno, ricordando il suo estremo sacrificio. Il 30 gennaio 2024, nel diciottesimo anniversario della sua morte, si è tenuta una cerimonia pubblica presso il luogo dell’evento, a cui hanno partecipato autorità militari, civili, religiose, studenti e cittadini.