Un nuovo, inquietante capitolo si aggiunge all’omicidio di Ilaria Sula, la studentessa 22enne originaria di Terni uccisa a coltellate a Roma. Mark Antony Samson, 23 anni, ex fidanzato della giovane e reo confesso, avrebbe spostato in avanti l’orario del delitto. Un dettaglio tutt’altro che marginale, che potrebbe avere conseguenze determinanti nell’inchiesta: la mossa, secondo le indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigativi, avrebbe lo scopo di allontanare ogni ombra di complicità dai genitori dell’indagato.
Un tentativo, forse disperato, di proteggere la famiglia, che però alimenta nuovi sospetti e apre scenari ancora più oscuri. Al vaglio degli inquirenti ci sono ora le celle telefoniche agganciate dagli apparecchi dei genitori di Samson, per stabilire se fossero davvero presenti nell’appartamento di via Homs durante il brutale omicidio. Fondamentali anche i filmati delle videocamere di sorveglianza nei pressi della zona, che potrebbero contribuire a ricostruire con esattezza i movimenti nelle ore precedenti e successive al delitto.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere romano di Regina Coeli, Samson ha fornito la sua versione dei fatti, confermando l’omicidio ma trincerandosi nel silenzio quando gli è stato chiesto di chiarire il ruolo della madre e del padre. Un silenzio che pesa, soprattutto perché gli investigatori sospettano che almeno uno dei due fosse presente nell’abitazione al momento dell’assassinio, e che possa aver contribuito, in qualche misura, all’occultamento del cadavere o alla pulizia della scena del crimine.
Gli inquirenti non escludono che, nelle prossime ore, possa scattare per uno dei genitori l’accusa di concorso nell’occultamento di cadavere. Un’ipotesi al vaglio che rende l’intera vicenda ancora più inquietante, disegnando uno scenario familiare cupo e disturbante.
Intanto, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo di Samson, disponendo la detenzione cautelare in carcere per il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento delle prove e la possibilità di reiterazione del reato. Il 23enne si trova ora recluso a Regina Coeli, accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Samson, l’omicidio sarebbe avvenuto la mattina del 26 marzo. Ilaria, secondo la sua versione, aveva raggiunto l’appartamento la sera precedente. Il ragazzo ha raccontato di essersi svegliato la mattina e di aver letto un messaggio sul cellulare della ex, che lo avrebbe fatto infuriare. Da lì, la tragedia: il giovane avrebbe afferrato un coltello colpito la ragazza alla gola.
Una ferocia cieca, improvvisa. Dopo l’omicidio, Samson avrebbe tentato di ripulire la scena del crimine: il coltello, gli stracci intrisi di sangue e il tappeto sono stati gettati via, secondo quanto confessato, nel tentativo di far sparire ogni traccia. Dopo essere stata uccisa la giovane ragazza è stata chiusa all'interno di una valigia e gettata in un burrone nei pressi del Comune di Poli.
Le indagini della Squadra Mobile e della Procura di Roma stanno procedendo a ritmo serrato per chiarire ogni aspetto della dinamica e per individuare eventuali responsabilità esterne.
Mentre a Roma si cerca la verità giudiziaria, Terni si prepara a dare l’ultimo, struggente saluto a Ilaria Sula. Lunedì 7 aprile sarà lutto cittadino: il corteo funebre partirà alle ore 14 dall’abitazione della famiglia, in viale dello Stadio 5, per raggiungere il cimitero della città. Una folla commossa accompagnerà il feretro della studentessa, iscritta alla facoltà di Statistica de La Sapienza, verso il suo ultimo viaggio.
Accanto al padre Flamur, alla madre Gezime e al fratello Leon ci saranno centinaia di ternani, amici, conoscenti e semplici cittadini. Tutti uniti da un unico sentimento: il dolore profondo per una vita spezzata troppo presto, e la richiesta di verità e giustizia per una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità.
Alle ore 21, di lunedì, si terrà una fiaccolata in centro città. La partenza è prevista da piazza della Repubblica, con arrivo alla panchina rossa sotto Palazzo Spada, sede del Comune. Un simbolo contro la violenza di genere, organizzata con la partecipazione di associazioni, comitati civici e la Rete antiviolenza, oltre al sostegno del Comune stesso.