14 Dec, 2025 - 18:30

Omicidio Hekuran Cumani, Mohamed Abid non esce dal carcere: respinta l’istanza

Omicidio Hekuran Cumani, Mohamed Abid non esce dal carcere: respinta l’istanza

Una notte di violenza cieca, un parcheggio trasformato in teatro di morte, una città ancora scossa da una vicenda che continua ad allargare le sue ombre. A Perugia il tempo sembra essersi fermato al 18 ottobre, quando una rissa degenerata ha spezzato la vita di Hekuran Cumani, 23 anni, originario di Fabriano. Da allora l’inchiesta sull’omicidio va avanti tra conferme giudiziarie, nuovi accertamenti tecnici e decisioni che rafforzano il quadro accusatorio. L’ultima è arrivata dal tribunale del Riesame: Mohamed Abid resta in carcere.

I giudici hanno respinto la richiesta della difesa, che puntava alla revoca della custodia cautelare o, in subordine, alla sua sostituzione con una misura meno afflittiva. Per il collegio, però, non ci sono le condizioni per un alleggerimento: il giovane, appena 18 anni, continua a rappresentare un rischio concreto, soprattutto alla luce di un comportamento ritenuto reiterato e violento.

La decisione del Riesame

Secondo il tribunale, Abid non avrebbe interrotto il proprio coinvolgimento in episodi di aggressività, nonostante le misure già adottate in precedenza. Il carcere, dunque, resta l’unica risposta ritenuta adeguata in questa fase delle indagini. Il ragazzo si trovava già sottoposto al divieto di dimora nel comune di Perugia, provvedimento emesso dopo l’inchiesta su un’aggressione ai danni dei buttafuori del locale “Urban”, avvenuta lo scorso maggio.

Proprio la violazione di quel divieto e il suo presunto ruolo nella rissa del 18 ottobre hanno portato all’aggravamento della misura e al trasferimento in cella. Per i giudici, il quadro indiziario è solido e il pericolo di reiterazione del reato non può essere escluso. Un giudizio netto, che chiude – almeno per ora – ogni spiraglio verso la libertà.

Il ruolo nella rissa e l’innesco della violenza

Abid è indagato per minacce aggravate e porto di oggetti atti a offendere. Non è accusato materialmente dell’omicidio, ma secondo gli inquirenti avrebbe avuto un ruolo centrale nel far esplodere la rissa che ha portato alla morte di Hekuran Cumani. Un ruolo tutt’altro che marginale, che viene ritenuto determinante nella sequenza di eventi culminata nel delitto.

In una nota diffusa nelle settimane successive ai fatti, il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, aveva delineato con precisione la posizione del giovane. Secondo la Procura, Abid avrebbe inizialmente minacciato il gruppo rivale, per poi disfarsi di un’arma e scagliarsi fisicamente contro alcuni dei presenti. Un’escalation rapida, che avrebbe creato il contesto di caos e violenza nel quale si è inserita l’azione dell’uomo accusato dell’omicidio.

L’accusa: due coltelli e una dinamica ancora sotto esame

Per la Procura, dopo la prima fase della rissa sarebbe intervenuto Yassin Amri, indicato come l’autore materiale dell’uccisione di Cumani. Secondo la ricostruzione accusatoria, Amri avrebbe raccolto da terra il coltello di Abid, brandendolo contro la vittima, mentre contemporaneamente lo colpiva con un’altra lama, che avrebbe estratto dal proprio giubbotto. Gli investigatori stanno lavorando per chiarire ogni passaggio di quella notte, anche attraverso riscontri scientifici e tecnologici che potrebbero rivelarsi decisivi.

Le dichiarazioni dal carcere e gli accertamenti in corso

Un tassello importante dell’indagine riguarda le dichiarazioni rese dallo stesso Abid e dalla sua fidanzata, intercettati mentre si trovavano in carcere. I contenuti di quelle conversazioni sono stati acquisiti agli atti e sono ora al vaglio degli inquirenti, che li stanno confrontando con le testimonianze e gli altri elementi raccolti.

Nel frattempo proseguono gli accertamenti tecnici. La Procura è in attesa degli esiti di ulteriori analisi genetiche disposte su un coltello recuperato nel fiume Tevere, in zona Ponte San Giovanni. Il ritrovamento è avvenuto non lontano dal punto in cui era stato rinvenuto anche il telefono cellulare di Amri, elemento che rafforza l’interesse investigativo attorno a quell’area. 

L’inchiesta sull’omicidio di Hekuran Cumani è tutt’altro che chiusa. Ogni nuovo accertamento potrebbe ridefinire responsabilità e ruoli, ma una certezza, al momento, resta: per Mohamed Abid il carcere è confermato. Perugia resta in attesa di risposte definitive, mentre la giustizia continua il suo cammino tra prove scientifiche, atti giudiziari e un processo che si preannuncia lungo e complesso. Sullo sfondo, una vita spezzata a soli 23 anni e una comunità che chiede verità. E giustizia.

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Lorenzo Farneti
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