Il processo di revisione per l’omicidio di Vitalina Balani, che scuote le cronache da quasi due decenni, è ripreso oggi davanti alla Corte d’Appello di Perugia. Andrea Rossi, commercialista di Bologna condannato all’ergastolo nel 2008 per il brutale omicidio della sua cliente, torna a far parlare di sé con la speranza di una revisione della sua condanna definitiva. Rossi non ha mai smesso di proclamarsi innocente e, durante la prima udienza di oggi, ha deciso di prendere la parola.
Omicidio Balani, al processo per revisione parla il condannato Andrea Rossi
Per la prima volta dall’inizio del processo di revisione, condannato all’ergastolo per l’omicidio di una sua cliente, la 70enne Vitalina Balani, Andrea Rossi ha voluto esprimere pubblicamente le sue sensazioni in aula. Un discorso spontaneo, il suo, che non poteva fare altro che attirare l’attenzione di tutti i presenti. “Voglio esprimere ciò che sento dirompente“, ha esordito Rossi, “vale a dire l’apprezzamento per avere finalmente una situazione che mi ridà la fiducia, che ostinatamente mi sono voluto continuare a portare, nelle Istituzioni. Vedendo la preparazione dei soggetti che questa volta le Istituzioni incarnano. Ho tanta fiducia, assoluta. E questo mi permette di ringraziare le persone che mi sono state vicine e mi hanno sostenuto”.
La dichiarazione è stata accolta con un silenzio totale in aula. Ma ha chiaramente mostrato quanto Rossi creda in questa nuova possibilità offerta dal processo di revisione per l’omicidio Balani. Un momento cruciale che potrebbe ridefinire il suo destino a quasi vent’anni da quel lontano 2006.
La nuova perizia e l’alibi che potrebbe cambiare tutto
Al centro di questa richiesta di revisione c’è una nuova perizia medico-legale, realizzata a 18 anni dall’omicidio di Vitalina Balani. Secondo quanto sostenuto dalla difesa di Rossi, guidata dall’avvocato Gabriele Bordoni, questa perizia potrebbe cambiare completamente il quadro accusatorio. La nuova analisi sposterebbe infatti l’orario del decesso di circa otto ore. Un dettaglio di cruciale importanza che, se confermato, fornirebbe all’imputato un solido alibi.
Vitalina Balani, infatti, venne trovata morta nel suo appartamento a Bologna il 15 luglio 2006 e la condanna di Andrea Rossi si era basata principalmente sull’incompatibilità di un suo alibi con l’orario presunto del delitto. Se il nuovo orario della morte venisse accettato dalla Corte, l’intero processo potrebbe subire una svolta decisiva. La sentenza è attesa a breve, e non si esclude che la Corte possa pronunciarsi già nelle prossime ore.
Processo di revisione per l’omicidio di Vitalina Balani: cosa successe quel 14 luglio del 2006
Vitalina Balani, un’infermiera in pensione di 70 anni, fu trovata morta nella sua abitazione in via Battindarno a Bologna il giorno successivo alla sua uccisione. Inizialmente la sua morte venne catalogata come un incidente domestico, ma un esame autoptico successivo rilevò segni di strangolamento, confermando l’omicidio.
Andrea Rossi, commercialista della famiglia Balani, era stato in rapporti di fiducia con la vittima e suo marito, un ex imprenditore edile ultranovantenne. Rossi, 45 anni all’epoca e padre di sei figli, gestiva infatti i risparmi della coppia, circa 2,2 milioni di euro. Il 14 luglio Rossi aveva un appuntamento con la signora Balani per discutere la restituzione di una rata di 100.000 euro. Denaro che – secondo l’accusa – lui aveva sperperato e del quale non era quindi più in possesso. Sempre secondo l’accusa sarebbe questo quindi il movente dell’omicidio.
Quando fu ascoltato dalle autorità, Rossi fornì versioni contraddittorie sui suoi spostamenti e tentò di giustificare la sua innocenza con uno scontrino di un bar che collocava la sua presenza altrove nel momento dell’omicidio. Momento che all’epoca fu stabilito tra le 13.30 e le 14.05 del 14 luglio 2006. Le indagini della polizia scoprirono però che l’orologio del registratore di cassa del bar era indietro di circa 50 minuti, rendendo invalido il suo alibi. Rossi cancellò inoltre file compromettenti dal suo computer, inclusi i documenti relativi ai conti della coppia Balani.
Tra gli indizi raccolti dagli investigatori vi furono le pagine strappate dall’agenda di Balani, ritrovate nello studio di Rossi. Queste pagine contenevano dettagli sulle rate di restituzione del denaro. Rossi, accusato di aver premeditato l’omicidio per questioni economiche, fu condannato all’ergastolo con l’aggravante della premeditazione, circonvenzione di incapace e appropriazione indebita aggravata.
Nessuna prova schiacciante, fondamentale l’orario della morte
Le indagini furono complesse e non emerse nessuna prova schiacciante nei confronti di Andrea Rossi. Inizialmente, inoltre, l’appartamento della vittima fu messo a disposizione della famiglia prima di stabilire che si trattava di un omicidio. Non solo, Rossi aveva anche convinto il marito di Balani a farsi consegnare la borsa della moglie e aprire la cassaforte con il pretesto di dover cercare documenti.
Nonostante la mancanza di prove schiaccianti, Andrea Rossi fu condannato all’ergastolo nel 2008 e la sentenza divenne definitiva nel 2010. La difesa ha sempre continuato a contestare il verdetto e nel 2023 la Corte di Appello di Perugia ha accolto la richiesta di revisione del processo dell’omicidio Balani sulla base di nuove prove scientifiche che mettono in discussione l’orario della morte. Secondo una nuova perizia, la donna potrebbe essere stata uccisa nella serata del 14 luglio, e non nell’ora di pranzo come stabilito nel processo originale fornendo così a Rossi un alibi.