Si è spento all’età di 82 anni Olivero Toscani, maestro indiscusso della fotografia e tra i fotografi più rivoluzionari a cavallo dei due secoli. La notizia è stata diffusa questa mattina dalla sua famiglia tramite un breve comunicato. Famoso per le sue immagini spesso provocatorie e disturbanti, Oliviero Toscani ha avuto anche un lato spirituale, forse meno noto ma che in Umbria, ad Assisi, in particolare, ha lasciato una traccia indelebile. Forte è stato infatti il legame tra il fotografo e la Città di San Francesco e, soprattutto, con i frati del Sacro Convento con cui collaborò in più occasioni.
Scomparso Oliviero Toscani, il cordoglio dei frati del Sacro Convento di Assisi
“Vogliamo ricordare Oliviero Toscani con tanta gratitudine -, ha detto fra Giulio Cesareo, direttore dell’ufficio comunicazione del Sacro Convento -. È un grande artista che ha condiviso con noi la sua creatività: possa Oliviero riposare nella Pace e i suoi cari siano consolati nell’intimo del cuore“.
Toscani ha contribuito a diffondere nel mondo contemporaneo l’iconografia legata al Poverello di Assisi. Nel 2015 e nel 2016 realizzò le due copertine della rivista San Francesco patrono d’Italia e nel 2017 e 2019 prese anche parte al “Cortile di Francesco”, evento culturale dei frati del Sacro Convento.
Nella prima occasione la sua mostra “Razza Umana” era stata allestita nella Piazza Inferiore di San Francesco e in Piazza Santa Chiara. Grazie alla sua esperienza – si legge ancora nella nota dei francescani del Sacro Convento – è stato possibile realizzare nel 2021 la mostra celebrativa per i cento anni della rivista San Francesco Patrono d’Italia al museo Maxxi di Roma, coinvolgendo alcuni dei più grandi fotografi italiani che, come lui stesso, hanno messo a disposizione le proprie opere.
A 14 anni la prima foto sul Corriere della Sera
Figlio di Dolores Cantoni e Fedele Toscani, fotoreporter del Corriere della Sera, Toscani inizia a scattare sin da giovanissimo. A 14 anni accompagnò il padre per la tumulazione di Benito Mussolini a Predappio. In quell’occasione scattò un’intensa foto di Rachele Mussolini poi pubblicata sul Corriere. Negli anni Sessanta approda al mondo della pubblicità, dove il suo sguardo ha saputo creare un vero e proprio cortocircuito culturale.
Il lavoro di Oliviero Toscani con le sue celebri campagne pubblicitarie ha radicalmente cambiato il mondo della comunicazione visiva. Geniale provocatore e spesso al centro di controversie e scandali, lascia un’immensa eredità di immagini.
Toscani è deceduto presso l’ospedale di Cecina, dove era ricoverato nel reparto di rianimazione dal 10 gennaio a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni. Due anni fa, sempre al Corriere della Sera, aveva rivelato di soffrire di una complessa e rara malattia, l’amiloidosi che, nonostante si fosse sottoposto a una cura sperimentale, non gli ha lasciato scampo.
L’artefice della rivoluzione dello sguardo
Toscani è stato l’artefice di un radicale cambiamento di paradigma nell’immaginario collettivo. Il suo grande merito è quello di aver attinto alle polemiche sociali e averle inserite all’interno di campagne pubblicitarie. In particolare con Benetton (il prete e la suora che si baciano, il neonato con ancora il cordone attaccato) ha saputo esprimere a partire dagli anni Ottanta il suo approccio radicale.
Sempre diretto, tagliente, privo di moralismi e mezzi termini, Toscani ha trasportato nel mondo delle immagini le ipocrisie e le brutalità dell’epoca contemporanea a scapito degli stessi prodotti che avrebbe dovuto pubblicizzare che invece sono spariti. Una comunicazione potentissima dell’assenza che proprio perché veicola messaggi più critici, diventa ancora più presente legandosi a tematiche di stringente attualità. Dal razzismo all’Aids, dalla pena di morte alla guerra, dall’omofobia alla mafia, l’obiettivo di Toscani ha raccontato senza pietà né pietismi un mondo denso di contraddizioni. E tra shock e polemiche, l’ha fatto sempre con un coraggio lucidissimo.