30 Aug, 2025 - 10:11

Ocriculum e i tesori dell'antica Roma in Umbria: un percorso tra reperti, monumenti e testimonianze che riportano in vita duemila anni di storia

Ocriculum e i tesori dell'antica Roma in Umbria: un percorso tra reperti, monumenti e testimonianze che riportano in vita duemila anni di storia

Lasciatevi condurre in un affascinante viaggio nel tempo, là dove Ocriculum svela i suoi tesori e l’antica Roma torna a vibrare nel cuore dell’Umbria. Tra dolci colline intrise di storia e paesaggi che sembrano sospesi tra passato e presente, ogni reperto, ogni rovina, ogni frammento racconta di una civiltà che ha saputo tracciare le fondamenta del mondo moderno. Passeggiando tra i resti di fori, templi, teatri e terme, scoprirete non soltanto la grandiosità architettonica, ma anche la quotidianità di un tempo lontano che ancora oggi respira attraverso pietre, mosaici e monumenti. Ogni testimonianza vi accompagnerà in un racconto millenario, fatto di potere, ingegno e splendore, che a distanza di duemila anni continua a parlare con voce viva e autentica.

Non sarete semplici visitatori, ma protagonisti di un’esperienza che intreccia cultura, suggestione ed emozione, dove ogni passo diventa una pagina da sfogliare, ogni sguardo una finestra aperta sul passato. L’Umbria, cornice discreta e nobile di questo patrimonio senza tempo, vi accoglierà con la sua bellezza silenziosa, amplificando il fascino di un luogo che invita a sostare, osservare e lasciarsi conquistare.

Il Pondus Lignarium del Porto dell’Olio: un mistero inciso nella pietra

Tra i reperti più singolari rinvenuti nell’area portuale dell’antica Ocriculum, spicca un oggetto tanto semplice quanto enigmatico: un peso in pietra dall’imponente massa di circa 50 kg, il cosiddetto pondus lignarium. Questo strumento serviva a misurare le merci destinate al commercio, in particolare il legname che, attraverso il Tevere, raggiungeva Roma o si muoveva lungo la Via Flaminia.

Ciò che lo rende affascinante, tuttavia, non è soltanto la sua funzione, ma l’enigma che custodisce: sull’epigrafe è inciso 150 libbre, pari a circa 49 kg, ma la bilancia racconta un’altra storia - il suo peso reale sfiora i 56 kg. Un errore di calcolo? Un’imprecisione nella lavorazione? O forse un antico espediente per trarre vantaggio nei commerci? La risposta si perde tra le pieghe dei secoli, alimentando il fascino di questo reperto.

Osservandolo oggi, non ammiriamo solo un oggetto, ma la traccia viva di una quotidianità fatta di scambi, viaggi e mercati, in un porto che per secoli ha pulsato di vita e traffici, fino a spegnersi nel XV secolo. Questo pondus ci parla di un’economia antica e complessa, di uomini che misuravano, contrattavano, talvolta ingannavano, e che ci hanno lasciato una pietra che pesa ben più del suo marmo: pesa di storia, di domande, e di memoria.

Il Pilone d’ingresso e il Ninfeo monumentale: la porta maestosa di Ocriculum

Varcare oggi i confini di Ocriculum significa compiere un autentico viaggio nel tempo. All’ingresso della città vi accoglie il pilone monumentale, un imponente bastione in opera reticolata che un tempo scandiva l’accesso all’abitato, segnando il passaggio dal mondo esterno al cuore pulsante della vita romana. Era il biglietto da visita della città: solenne, austero, ma al tempo stesso eloquente nel proclamare la grandezza di chi vi abitava.

Pochi passi oltre, come se la città volesse offrirvi un attimo di stupore e ristoro, appare il ninfeo monumentale: una lunga parete celebrativa di circa 50 metri, realizzata in calcestruzzo e arricchita da eleganti dettagli in opus reticolatum. Le nicchie semicircolari e rettangolari ospitavano tre fontane pubbliche, luoghi un tempo vivi di incontri, conversazioni e momenti di socialità urbana. L’acqua che le alimentava scorreva sotterranea, collegata ancora oggi alla cisterna annessa all’Antiquarium del Casale San Fulgenzio, custode di preziosi reperti che raccontano la storia della città.

Il pilone e il ninfeo non sono semplici ruderi: sono testimonianze vive della vita quotidiana a Ocriculum, incrocio di arte, ingegneria e socialità. Camminare tra le loro vestigia significa percepire l’ingegno urbano dei Romani, la cura dell’estetica e l’importanza della condivisione. Ogni pietra, ogni nicchia, ogni scorcio di muratura racconta una storia antica, pronta a riemergere sotto i vostri occhi.

I ritratti in marmo e travertino dell’Antiquarium di Casale San Fulgenzio: volti che raccontano duemila anni di storia

All'interno dell’Antiquarium di Casale San Fulgenzio, ricavato sopra un’antica cisterna romana, sono conservate testimonianze straordinarie della vita quotidiana di Ocriculum. Tra i reperti esposti, spiccano i ritratti maschili in marmo e travertino, provenienti da monumenti funerari lungo la via Flaminia. Queste sculture, risalenti all'epoca tardo-repubblicana, non sono semplici opere d'arte: sono finestre aperte su un passato lontano, che ci permettono di intravedere le storie e le emozioni di chi le commissionò.

Ogni volto scolpito racconta una vita, un ruolo, una posizione sociale. Alcuni di questi ritratti provengono da monumenti funerari, luoghi dove le famiglie romane celebravano i propri cari defunti, ma anche la propria importanza e il proprio legame con la comunità. Altri sono stati rinvenuti in contesti pubblici o privati, testimoniando la diffusione dell'arte e della cultura romana anche nelle province più lontane.

Camminando tra questi volti scolpiti, è facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione: chi erano questi uomini? Quali speranze e messaggi desideravano lasciare alle generazioni future? Quali storie si nascondono dietro ogni ruga, ogni sguardo, ogni dettaglio? L’arte funeraria romana non era soltanto un tributo ai defunti, ma un modo per affermare l’identità e la continuità di una famiglia, di una comunità, di una città intera.

Visitare l’Antiquarium significa entrare in un mondo dove storia, arte ed emozione si intrecciano, offrendo uno spunto di riflessione sul valore della memoria e sull’importanza di preservare le tracce del passato.

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Francesco Mastrodicasa
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