 
   Sul campo la Ternana Women continua a stupire, imponendosi come una delle realtà più solide e strutturate del calcio femminile italiano. Ma dietro le vittorie, le giocate e l’organizzazione tattica, si cela un mondo spesso invisibile ai più: quello della nutrizione sportiva, componente ormai imprescindibile nella costruzione di una squadra vincente.
Nelle scorse settimane, la FIGC e la Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB) hanno firmato un protocollo d’intesa che segna un punto di svolta nel rapporto tra scienza e sport. L’accordo prevede la creazione di percorsi formativi per medici e biologi nutrizionisti, con l’obiettivo di sviluppare una cultura alimentare moderna, scientifica e personalizzata per atleti e atlete. Un passo importante che valorizza una figura spesso dietro le quinte ma determinante per la prestazione.
La Ternana Women ha creduto in questa visione ben prima del protocollo. Da anni, infatti, la società affida la cura nutrizionale delle proprie calciatrici al dottor Marco Ballerini, biologo nutrizionista di comprovata esperienza, che segue ogni dettaglio del benessere alimentare del gruppo rossoverde.
In vista della sfida di campionato contro la Juventus, in programma domenica 2 novembre alle 14:30, il dottor Ballerini, ai microfoni ufficiali del club, ha parlato dei nuovi progetti e del legame sempre più stretto tra scienza e performance sportiva.
Qual è, concretamente, il ruolo di un biologo nutrizionista all’interno di una squadra di calcio femminile di Serie A?
"Il ruolo del biologo nutrizionista sportivo, in particolare all’interno di una squadra di calcio femminile, è quello di adottare tutte quelle strategie nutrizionali e di supplementazione che possano concorrere all’ottenimento della migliore condizione di benessere possibile dell’atleta affinché essa possa esprimersi al massimo delle proprie possibilità, favorendo quindi la migliore performance possibile, prevenire gli infortuni e accelerare il return to play in caso di insorgenza degli stessi. Questo passa attraverso l’acquisizione di dati che permettono di individuare dei percorsi personalizzati attraverso un monitoraggio costante e conseguente eventuale correzione della strategia individuata in base ai diversi obiettivi. Sta inoltre diventando di fondamentale importanza tenere in considerazione le differenze fisiologiche esistenti tra maschi e femmine sempre nell’ottica della personalizzazione delle strategie".
Che valore attribuisce al nuovo protocollo d’intesa tra FIGC e FNOB per la formazione dei biologi nutrizionisti nel calcio?
"Rappresenta un passaggio epocale grazie al quale si sancisce che il biologo non è un consulente aggiunto bensì un pilastro nel team al pari del preparatore atletico e del medico dello sport".
In che modo questo accordo può migliorare la qualità del lavoro dei nutrizionisti nelle società sportive?
"A tale scopo è stata istituita una commissione nazionale, di cui il sottoscritto ha l’onore di far parte, che partendo dal suddetto accordo con FIGC si sta adoperando per estendere tale collaborazione anche alle altre federazioni. Lo scopo è quello di contribuire alla formazione di colleghi che posseggano specifiche competenze per ricoprire il ruolo di nutrizionista nelle varie discipline sportive".
Come viene costruito il piano alimentare per le calciatrici? È personalizzato per ruolo, età, condizione fisica?
"Il piano viene redatto in base alle caratteristiche fisiche dell’atleta e all’obiettivo che ci si prefigge, che comunque non può prescindere dal benessere generale della stessa. Il percorso è personalizzato considerando il ruolo e il tipo di allenamento, in accordo con il preparatore atletico, con particolare attenzione al giorno della partita".
Quanto incide l’alimentazione sulle prestazioni in campo e sui tempi di recupero dagli infortuni?
"L’alimentazione e lo stile di vita in generale, per esempio la qualità del sonno, ricoprono un ruolo fondamentale nella performance del giocatore, nel prevenire gli infortuni come pure nel ridurre i tempi di recupero. Nel caso specifico dell’infortunio sono attuate delle mirate strategie alimentari e di supplementazione tese al mantenimento della massa muscolare, conditio sine qua non per un corretto recupero".
Quali sono gli errori alimentari più comuni tra le atlete e come vengono corretti?
"Esistono molti luoghi comuni che devono essere sfatati, spesso legati a tradizione o addirittura a scaramanzia. Ma l’errore più comune è la tendenza a sottostimare la giusta quantità di energia da assumere per sostenere l’attività praticata, con gravi ripercussioni sullo stato di salute generale, sulla performance e sull’incidenza di infortuni indiretti".
Quanto è importante l’educazione alimentare nella crescita delle giovani calciatrici del settore giovanile?
"Educare fin da giovani ad una corretta alimentazione è fondamentale. Tutti i club più importanti a livello mondiale investono molto in tale senso. I campioni di domani si costruiscono anche partendo da qui".
Ci sono alimenti o abitudini ‘must’ prima e dopo una partita?
"Vi è tutta una strategia alimentare specifica per il giorno della partita. Essa parte dal cosiddetto “Match -1”, per passare ovviamente al “Match Day” e arrivare al “Match +1”. In pratica, abbiamo un programma alimentare mirato per il giorno prima della partita, il giorno stesso e quello successivo, dedicato al recupero".