La Ternana alza il pressing sul nuovo stadio. Il presidente Stefano D’Alessandro e il direttore Giuseppe Mangiarano hanno varcato le porte del Ministero per lo Sport per un faccia a faccia con Andrea Abodi. Sul tavolo, il progetto del nuovo impianto - in capo alla SPV (special purpose vehicle) Ternana Stadium e la caccia ai finanziamenti. Il ministro avrebbe garantito il pieno sostegno del Governo, mentre la società rossoverde punta ora ad attivare le leve finanziarie pubbliche e private. L’obiettivo è chiaro: trasformare il sogno dello stadio di proprietà in una realtà cantierabile. Il confronto, definito “positivo e costruttivo” da fonti societarie, ha ribadito l’impegno del ministero a sostenere l’iniziativa di un impianto moderno. La società rossoverde annuncia che Abodi ha confermato il sostegno dell'esecutivo nazionale all’iniziativa, apprezzando il percorso fin qui compiuto da Ternana e dalla nuova società di scopo Stadium S.p.A.
Il presidente D’Alessandro ha commentato l'incontro annunciadolo con un post su Facebook: "Incontro con il Ministro Andrea Abodi! Un altro passo avanti verso il nuovo stadio! Oggi, insieme al Direttore Mangiarano, abbiamo incontrato il Ministro per lo Sport Andrea Abodi presso il Ministero. Un confronto positivo e costruttivo, incentrato sul progetto del nuovo stadio: abbiamo ricevuto conferma del pieno sostegno da parte del Ministero e apprezzamento per il lavoro svolto da Ternana Calcio e Stadium S.p.A. Avanti così, con impegno e determinazione!".
Il contesto normativo italiano riserva un’attenzione crescente agli impianti sportivi di proprietà delle società. Un recente studio sul futuro degli stadi in Italia evidenzia che oggi solo circa il 24% degli impianti di Serie A e B è di proprietà dei rispettivi club, a fronte di quote molto superiori in altri Paesi europei. Il Governo italiano ha quindi varato in aprile un Decreto Sport – fortemente voluto dal ministro Abodi – che introduce una procedura commissariale per accelerare i progetti di nuovi stadi e ristrutturazioni. Questo provvedimento prevede la nomina di un commissario straordinario (con eventuale supporto di sub-commissari comunali) proprio per superare gli ostacoli burocratici e far ripartire i cantieri finora bloccati. Secondo i piani ministeriali, gli investimenti da sbloccare ammontano già a 4,5-5 miliardi di euro, con prospettive di ulteriori fondi fino a 7-10 miliardi complessivi.
Il vantaggio per i club che puntano a stadi di proprietà è duplice: da un lato le procedure amministrative vengono fortemente semplificate e centralizzate, dall’altro si potenziano gli strumenti finanziari dedicati. Come ha spiegato lo stesso Abodi, il decreto compone un “portafoglio di prodotti” ad hoc, che va da fondi di equity fino a risorse immobiliari, passando per garanzie combinate (ad esempio tra Credito Sportivo e SACE) e contributi in conto interessi. Vi rientrano anche nuovi fondi speciali gestiti dall’ICSC (Istituto per il Credito sportivo) e persino accordi per reperire capitali sui mercati internazionali a condizioni agevolate. L’obiettivo è quindi dare accesso alle società calcistiche a finanziamenti a costi ridotti e, più in generale, favorire l’adeguamento degli impianti. In questa logica, Abodi ha annunciato che gli stadi verranno considerati “infrastrutture strategiche nazionali”, con normative mirate a renderne più rapido l’iter autorizzativo e operativo.
Anche sul piano locale il sostegno governativo si fa sentire: l’assessore ai Lavori Pubblici di Terni, Giovanni Maggi, ha confermato che il ministro Abodi sta seguendo da vicino il progetto stadio-clinica e avrebbe individuato una prima forma di finanziamento di circa 5 milioni di euro per l’intervento.
In sintesi, il Decreto Sport di Abodi introduce strumenti inediti (commissariamento, fondi dedicati, garanzie pubbliche) che possono tramutarsi in benefici concreti per la Ternana: meno burocrazia, più sostegno finanziario pubblico e procedure semplificate, elementi essenziali per trasformare in realtà il nuovo Libero Liberati.
Sul versante finanziario, la Ternana punta a mobilitare risorse tanto pubbliche quanto private. L’aspetto pubblico riguarda innanzitutto l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS), la banca statale specializzata nel finanziare impianti sportivi a tassi agevolati. Con il nuovo assetto – anche grazie alla nomina di PwC come advisor finanziario – il club ha già avviato contatti con finanziatori istituzionali di primo piano. In pratica la Ternana potrà valutare mutui a lungo termine a condizioni agevolate (secondo l’art. 90 del Testo unico sulle società sportive), oltre a beneficiare del contributo in conto interessi previsto dalle misure governative. L’esperienza delle società che hanno già costruito stadi di proprietà suggerisce che il Credito Sportivo può coprire una parte importante degli investimenti, rendendo sostenibile l’onere finanziario.
Parallelamente, gioca a favore del progetto il sostegno privato di Ternana Women, l’ateneo guidato da Stefano Bandecchi che detiene - attraverso il club - i terreni adiacenti all’area del nuovo impianto in cui dovrebbe sorgere la futura clinica. Il PEF aggiornato prevede l'attualizzazione del "canone" di 1,4 milioni annui per 10 anni previsto dall'accordo tra le parti siglato poche settimane fa dall'amministratore delegato Paolo Tagliavento. Insieme al Credito Sportivo e agli incentivi statali, il contributo derivante dalla futura Clinica rappresenta dunque un asse portante della strategia economica.
In conclusione, la Ternana Calcio sta mettendo a sistema diversi canali di finanziamento per la realizzazione del nuovo stadio: da un lato le agevolazioni e i prestiti pubblici del Decreto Sport e del Credito Sportivo, dall’altro il sostegno diretto del mondo privato. Grazie a questo mix di risorse, il presidente D’Alessandro punta a completare i prossimi passi operativi con solide garanzie economiche. Il progetto dello stadio – concepito come polo multifunzionale al servizio della città – potrà così contare su un percorso di finanziamento chiaro e sostenibile.