Per il nuovo ospedale di Terni è stata formata una commissione di esperti che avrà 90 giorni di tempo per valutare la fattibilità del project-financing, col coinvolgimento dei privati. Ma è ancora aperta la strada del fondo Inail dedicato. Che però richiederebbe l’acquisizione di un nuovo sito dove realizzare la struttura. E questa strada è lunga, perché bisogna non solo individuare l’area ma anche aspettare l’esame del secondo tentativo di project-financing. Dopo quello fallito nel 2023, sul progetto di Città della Salute presentato da gruppo Salini (Salc Spa) e e Abp Nocivelli Spa di Castegnato.

Notizie arrivate in Assemblea legislativa regionale, dove è stata discussa un’interrogazione sugli “Intendimenti della Giunta sul nuovo ospedale di Terni“, presentata dal “campo largo” formato da Fabio Paparelli, (PD) e Thomas De Luca (M5S).

Nuovo ospedale di Terni: la nuova struttura serve, ma ancora non c’è chiarezza sulle modalità di finanziamento

La volontà della Regione di realizzare il nuovo ospedale è negli atti – ha detto la presidente Tesei, rispondendo all’interrogazione – . Anche perché quello di Terni è l’ospedale più vecchio della Regione. Con determinazione direttoriale dello scorso 4 marzo è stato costituito il gruppo di lavoro che avrà il compito di esaminare la fattibilità del project financing. È costituito da sei dirigenti pubblici, di cui uno nominato dall’Azienda ospedaliera ed uno ciascuno dalle cinque direzioni regionali. In merito alla scelta del sito, dove costruire il nuovo ospedale, la Giunta regionale ha chiesto alla direzione governo del territorio di redigere il documento di fattibilità delle alternative progettuali che tengano conto di tutte le ipotesi contemplate. Noi siamo aperti a tutte le situazioni. Oggi abbiamo il dovere di esaminare il project presentato e portare a termine la disamina esclusivamente secondo le norme di legge in materia“.

Lo scontro politico, insomma, è sulle strade da percorrere. La Regione perseguirà fino alla fine la strada della valutazione del progetto privato, presentato ancora dallo stesso raggruppamento di imprese Salc e ABP Nocivelli. Mentre i gruppi del centrosinistra preferirebbero puntare la strada dell’intervento pubblico. Sfruttando il fondo Inail di oltre 40 miliardi di euro, al pari di quanto avvenuto con gli altri ospedali della Regione. “Al fine di costruire una ingegneria finanziaria pubblica che assicuri nel tempo la qualità dei servizi erogati“, ha detto Paparelli.

Lo scontro tra governo regionale e “campo largo” sulla visione del nuovo ospedale di Terni

Se da un lato i consiglieri del “campo largo” hanno pungolato la giunta regionale, dall’altro la governatrice Tesei ha ributtato la palla nel terreno delle precedenti amministrazioni.

Avete perso oltre tre anni di tempo dietro ad un project che è stato già bocciato – ha attaccato Fabio Paparelli -. Sono passati quattro anni e mezzo dal vostro insediamento e l’annunciato piano sanitario non è mai stato fatto. E nemmeno oggi non esiste alcun progetto, visto che si sta esaminando solo qualche progetto privato“. 

La presidente Tesei ha ribattuto: “Nei lunghi anni dei precedenti governi si sono edificati nuovi ospedali in Umbria, ma non si è mai pensato ad edificare il nuovo ospedale di Terni. Per quello di Terni non c’era neanche un progetto, nessun finanziamento pubblico“.

Censite le esigenze di ricovero e nuovo piano da 562 posti letto

Abbiamo costruito un quadro esigenziale del nuovo ospedale di Terni – ha spiegato la governatrice umbra – ed abbiamo varato un piano regionale che lo porta a 562 posti letto. Abbiamo attuato e programmato interventi sull’attuale ospedale per 52,4 milioni di euro, risorse indispensabili per far funzionare al meglio la struttura, trovata al collasso, come l’ha lasciata chi ci ha preceduto”.
Si tratta di risorse che possono essere valorizzate anche per il futuro. Dal miglioramento sismico, antincendio, alla ristrutturazione del pronto soccorso, passando per endoscopia unica, unità farmaci antiplastici, ristrutturazione della pediatria e piazzola per l’elisoccorso.
Impegni che non hanno convinto i consiglieri del centrosinistra, secondo i quali dei 50 milioni di risorse di cui parla, 40 erano già stati stanziati. “Perché non sono stati spesi? – ha ribattuto Paparelli – È importante aprire una discussione con la città, piuttosto che con qualche imprenditore e tecnico. Se la strada che si imbocca è una strada decisa non ci sono lungaggini. Rispetto all’utilizzo del Santa Maria, abbiamo proposto di spostare la ASL da Via Bramante al Santa Maria. Ad oggi abbiamo sette consulenti, pagati profumatamente, per esaminare un project”.

Lo stato dell’arte sulle ipotesi in campo per il nosocomio da 300 milioni di euro

La presidente della giunta regionale ha ricordato di aver appostato 116 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Terni, risorse che restano disponibili per tutte le alternative progettuali, quali che siano.

“Le precondizioni, però, sono quelle di avere denaro sufficiente, un terreno adeguato, un progetto, oltre alla valutazione delle tempistiche – ha affermato Tesei –. Un nuovo ospedale da circa 300 milioni di euro comporta la necessità di predisporre un progetto, il cui costo per le casse pubbliche si aggira sui 30 milioni di euro. Per questo le alternative restano due. La valutazione del project financing, da un lato. Oppure tentare il percorso Inail, dall’altro. Che vuol dire non poter realizzare il nuovo ospedale nell’attuale sito. L’altro tema che ci dobbiamo porre è come valorizzare l’attuale sito, affrontando i lavori di demolizione, di riqualificazione, investendo ulteriori risorse pubbliche in progettualità ed opere e cambiando il profilo della città. Bisogna poi individuare se c’è a Terni un terreno pronto all’uso, da acquistare. Solo a questo punto potremmo proporre ad Inail di intervenire, acquisendo il terreno e finanziare l’ospedale da circa 300 milioni di euro che comporta il pagamento dei relativi interessi. A valle di tutto ciò occorre attendere il Dpcm per il finanziamento ed arrivare all’appalto dei lavori”.

Insomma tempi lunghi. Anche se entro tre mesi si saprà se il project financing è perseguibile o meno.