Novamont si apre all’equity dei fondi internazionali. Ma per lo stabilimento ternano non ci saranno ripercussioni, dato che Eni è decisa a mantenere il controllo dell’azienda acquisita attraverso Versalis. In futuro potrebbe esserci un’operazione di spin-off con quotazione in Borsa della chimica verde e delle bioplastiche. Un’operazione sul modello di quella fatta anni fa da Fiat con Ferrari o da Enel con la divisione Green Power. Una strategia che i grandi gruppi adottano per far emergere il valore delle controllate che operano in posizioni e in mercati fortemente competitivi. Ma anche un modo, per ENI, di risolvere problemi di concentrazione sul mercato delle bioplastiche e di finanziare la sua transizione ecologica.

Novamont: Eni vende il 30%. Lancio della Reuters e sorpresa di sindacati e istituzioni

L’indiscrezione è stata rilanciata dall’agenzia di stampa internazionale Reuters ed ha lasciato sorpresi sia i sindacati territoriali dei chimici sia le istituzioni. “In realtà – afferma l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Terni, Sergio Cardinali – Versalis annunciò a giugno, quando presentò il piano industriale, delle prospettive societarie di diversificazione per il settore green chemistry. In più ci sono ragioni emerse in questo ultimo periodo, con un intervento dell’antitrust, che spingono Eni allo spin-off. Ma non abbiamo notizie negative: si tratta di un’operazione sul capitale che non riguarda produzione e organizzazione del lavoro“.

In particolare, secondo le indiscrezioni di Reuters, il gruppo ENI sarebbe intenzionato a cedere una partecipazione di minoranza della Novamont. I fondi Blackstone e HitechVision trattano per entrare nella società della chimica da rinnovabili. Novamont potrebbe essere valutata circa 1 miliardo di euro, debito incluso, e verrebbe ceduto il 30%. Questa iniziativa farebbe parte della strategia di creare società “satellite”, che possano attingere a investitori specializzati. Questo aiuterebbe a sostenere la transizione energetica di ENI, finanziando attività più ecologiche senza sottrarre risorse alle attività di petrolio e gas. Novamont, dallo scorso autunno, è interamente controllata da Versalis, società chimica del gruppo ENI che in precedenza deteneva una quota di minoranza.

Con sede a Novara, Novamont è attiva nella produzione di bioplastiche e intermedi biobased a marchio Mater-bi e Origo-bi. Possiede impianti a Terni (circa 130 addetti). Bottrighe (RO) e Patrica (FR), oltre a laboratori di ricerca a Novara, Terni e Piana di Monte Verna (CE).

Incognita antitrust: rischio abuso di posizione dominante sui bioshopper

Intanto un’altra notizia, passata quasi sotto silenzio, ha sollevato qualche allarme sulla situazione dell’azienda della chimica verde. L’Antitrust ha, infatti, avviato un procedimento istruttorio a carico di Novamont ed ENI. l’indagine riguarda il presunto abuso di posizione dominante nel mercato delle bioplastiche per la produzione di sacchetti tipo shopper leggeri (Lpb, Lightweight plastic carrier bags) e ultraleggeri (Vlpb, Very lightweight plastic carrier bags). Secondo l’Autorità garante, come riferisce un comunicato, il sospetto è che le due aziende attuino una strategia “escludente” diretta a ostacolare lo sviluppo di Lpb e Vlpb in materiali eco-compatibili alternativi al Mater-Bi. Questo comporterebbe un danno per la concorrenza ma anche un impedimento rispetto agli obiettivi perseguiti dal legislatore europeo e nazionale in materia di tutela ambientale.

Novamont e Eni: sotto la lente gli accordi coi produttori di sacchetti

Novamont, in particolare, avrebbe stipulato accordi di esclusiva con i produttori di sacchetti e con i retailer della grande distribuzione organizzata e del commercio tradizionale che acquistano e utilizzano questi shopper. Tali accordi, è l’ipotesi che l’Antitrust intende verificare, “potrebbero limitare l’utilizzo di materie alternative a Mater-Bi, con effetti anticoncorrenziali sia nei confronti dei produttori di bioplastiche concorrenti di Novamont, sia dei produttori di sacchetti di plastica che utilizzano materie prime diverse“.

Il 4 aprile scorso funzionari dell’Autorità garante hanno effettuato ispezioni nelle sedi di Novamont e di altri soggetti “ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.