21 Jun, 2025 - 18:00

Notte del Fuoco a Grello: tradizione, fede e magia nel cuore del solstizio d’estate

Notte del Fuoco a Grello: tradizione, fede e magia nel cuore del solstizio d’estate

Nel cuore dell’Umbria, Grello si prepara a vivere una delle notti più suggestive dell’anno: la Notte del Fuoco, l’antico rito che unisce sacro e profano nella cornice incantata del piccolo borgo a 700 metri d’altitudine, nel territorio di Gualdo Tadino. L’appuntamento è per lunedì 23 giugno, vigilia della festa di San Giovanni Battista, patrono della frazione, in una celebrazione che affonda le radici nel tempo, rievocando gesti ancestrali carichi di significato.

La Festa del Fuoco non è solo un evento folkloristico, ma un vero rituale collettivo che ogni anno richiama centinaia di persone tra abitanti, visitatori e curiosi, desiderosi di immergersi in un’esperienza dove convivono riti di purificazione, simbologie agricole, culti della luce e fede cristiana.

I Portatori del Fuoco: custodi di una tradizione millenaria

Protagonisti assoluti della serata sono i Portatori del Fuoco, sei per ognuno dei tre rioni che compongono Grello: San Giovanni, San Donato e Sant’Angelo. Vestiti con costumi essenziali, ispirati a un passato contadino e spirituale, i portatori incarnano il legame tra uomo e natura, tra comunità e rito.

Essi portano in mano le “ncije”, ceri realizzati artigianalmente con paglia e sciarmenti, simboli di purificazione e rinnovamento. La loro sfilata per le vie del borgo, alle 20:30, segna l’inizio del momento sacro della serata, preparando il terreno alla Santa Messa solenne delle 21:00.

Guazza de San Giuanne: il rito dell’acqua benedetta

Tra i momenti più sentiti e carichi di significato c’è la benedizione della Guazza de San Giuanne, un’acqua profumata con erbe e petali, usata al mattino del 24 giugno per lavarsi il viso. Un gesto semplice, ma profondamente simbolico, che richiama la purificazione del corpo e dello spirito, nel passaggio tra la primavera e l’estate.

“È un rito che unisce generazioni diverse, raccontano gli anziani del borgo, “una forma di preghiera senza parole, fatta di gesti tramandati nel tempo”.

Alle 22:00, insieme alla Guazza, saranno benedette anche le ncije e i Panetti di San Giovanni, piccoli pani rituali che verranno poi distribuiti ai presenti in un’atmosfera di grande comunione.

La Corsa del Fuoco: sfida, forza e spirito di comunità

Alle 22:30 arriva il momento più atteso: la Corsa del Fuoco, che si articola in due fasi e infiamma l’intero borgo con energia, sudore e spirito di appartenenza. Nella prima fase, i corridori dei tre rioni – portando le ncije accese – compiono un giro simbolico attorno al perimetro dell’antico castello. Nella seconda, le stesse torce vengono montate su tregge, carretti agricoli privi di ruote, che vengono trainati a mano lungo la circonvallazione del paese.

“È una gara che va oltre la competizione sportiva, spiegano gli organizzatori, “è una rappresentazione viva della fatica, della cooperazione e del desiderio di onorare il proprio rione”.

La prima treggia a raggiungere il traguardo vince il Palio del Fuoco, che sarà consegnato solennemente alle 23:00, tra applausi e grida di gioia.

Fuochi d’artificio e danze sotto le stelle: la notte si chiude in festa

Alle 23:30, quando il borgo è ormai avvolto dalla magia e dalla suggestione della notte, prende vita lo spettacolo piromusicale: un’esplosione di luci, suoni e colori che avvolge il cielo sopra Grello, accompagnata da brani musicali scelti per esaltare l’atmosfera solenne e gioiosa della festa.

Subito dopo, la piazza si trasforma in una pista a cielo aperto, con la tradizionale serata danzante che invita tutti – giovani, famiglie e anziani – a ballare e festeggiare fino a tarda notte.

San Giovanni Battista: luce, fuoco e rinascita

La scelta di celebrare il fuoco nella notte del 23 giugno non è casuale. Il culto di San Giovanni Battista si lega profondamente alla luce e alla rinascita spirituale. Il santo precursore, colui che battezzava con l’acqua nel deserto, rappresenta nella tradizione popolare il passaggio tra la notte e il giorno, tra il vecchio e il nuovo, tra la tenebra e la speranza.

“San Giovanni è il santo del cambiamento, del fuoco che brucia il passato e prepara il futuro”, spiegano i volontari della festa. E proprio il solstizio d’estate, con le sue giornate lunghissime e la luce che sembra eterna, diventa il simbolo perfetto per questa trasformazione.

Il giorno dopo: fede e devozione nella festa patronale

Il programma non si esaurisce nella notte. Martedì 24 giugno, giorno della solennità di San Giovanni Battista, la comunità si ritrova alle ore 11 per la Messa solenne, seguita dalla tradizionale processione con la statua del patrono, che attraversa le vie del paese accompagnata da canti, preghiere e momenti di commozione condivisa.

È il momento in cui Grello si raccoglie, si stringe, si ritrova attorno al suo santo, rinnovando un’identità che non ha bisogno di parole, ma si esprime attraverso i riti, i simboli, la memoria.

Una festa che resiste: comunità, identità e futuro

Negli anni, la Notte del Fuoco è diventata molto più di una festa locale. È un simbolo di resistenza culturale, un modo per dire che anche i piccoli borghi sanno custodire e rinnovare le proprie radici. Ogni edizione è il frutto del lavoro appassionato di volontari, famiglie e associazioni, che mettono tempo e cuore per tenere vivo un patrimonio immateriale che rischierebbe altrimenti di spegnersi.

Grello dimostra che l’identità non è nostalgia, ma memoria attiva, capace di parlare al presente e di illuminare il futuro.

Quando il fuoco diventa voce dell’anima

In un tempo spesso frenetico e disorientato, la Notte del Fuoco ci ricorda il valore dei ritmi lenti, dei gesti condivisi, dei riti che uniscono. A Grello, nella notte che precede San Giovanni, il fuoco torna a essere un linguaggio ancestrale, fatto di luce, fatica, fede e festa.

E mentre le ncije bruciano, le tregge corrono e il cielo si colora di scintille, è come se il borgo intero si mettesse in ascolto di qualcosa di più grande: la voce antica della terra, del cielo, della comunità che ogni anno, con umiltà e passione, rinnova la promessa della sua anima.

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Mario Farneti
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