Si chiama “Civitas Appenninica” e unisce Umbria, Marche e Abruzzo. Sono i territori colpiti dal sisma (2009 e 2016) che ora puntano insieme a diventare Capitale Europea della Cultura nel 2033. A guidare l’ambizioso progetto interregionale c’è una città umbra: Norcia. Il Manifesto della candidatura è stato deliberato ufficialmente; le linee guida del percorso enunciano obiettivi e scopi dell’unione del cratere sismico.

Norcia capofila per la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2033

La città che ha dato i natali a San Benedetto è da sempre un luogo simbolo. Un ruolo che nella ricostruzione post sisma si è ulteriormente confermato nel segno della resilienza. Molti gli assi nella manica che Norcia si può giocare. “Il suo progetto – si legge nella nota che ufficializza la candidatura – si radica in una storia millenaria, nella straordinaria bellezza naturale e nella capacità di intrecciare tradizione e innovazione, facendo proprio della cultura il motore della rinascita e della trasformazione“.

Norcia e la Civitas Appenninica: Terra di cambiamento, crocevia di tradizioni e innovazioni” questo è il titolo delle quattro pagine del Manifesto per la candidatura a Capitale Europea della Cultura. Nel documento l’area appenninica si presenta come crocevia di culture, innovazione e sostenibilità. La ricostruzione è diventata negli anni un laboratorio che ha unito le città del cratere e ha dato vita a nuove forme di partenariato tra pubblico e privato, rafforzando un’identità comune. Un’esperienza unica che ha reso le difficili circostanze post sisma un’occasione straordinaria di sviluppo, che non solo costituisce a pieno titolo una buona pratica, ma che ora si propone all’Europa come modello di comune forza culturale.

Da Next Appennino a Civitas Appenninica: la ricostruzione come opportunità

A dare forza alla candidatura c’è il programma Next Appennino, con quasi 1,8 miliardi di euro destinati alla ricostruzione e all’innovazione per il rilancio economico e sociale delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e 2016. Grazie al programma i territori hanno avviato un ambizioso percorso di rinascita, dove la cultura svolge un ruolo centrale.

Due sono infatti i pilastri su cui si basa la candidatura di Norcia: la valorizzazione dell’identità culturale e il coinvolgimento della comunità. Molte le iniziative proposte nel documento che vanno dall’inclusione sociale alla partecipazione, mantenendo legami forti col tessuto civile e imprenditoriale locale. “Attraverso forum pubblici, laboratori e partenariati con centri di ricerca e università, Norcia si pone come esempio di collaborazione tra istituzioni, realtà locali e comunità“.

Norcia esempio di città europea: un messaggio di speranza dai territori colpiti dal sisma

Nella designazione di Norcia quale capofila della candidatura, sono menzionati diversi aspetti che evidenziano la fisionomia europea della cittadina umbra. Anzitutto ci sono i santi: San Benedetto patrono d’Europa, e San Francesco, patrono d’Italia. E poi le tradizioni, come la produzioni di salumi e tartufi, e i monumenti, gioielli del Medioevo e del Rinascimento, noti in tutto il mondo. La cultura è il collante che tiene salde tutte queste specificità, proponendosi come centro propulsivo dello sviluppo economico e della valorizzazione del patrimonio artistico, storico e gastronomico.

L’impegno collettivo si traduce in un modello di sviluppo sostenibile, capace di rilanciare l’intera area appenninica come laboratorio di resilienza e innovazione” si legge ancora nella presentazione della candidatura. La candidatura della “Civitas Appenninica” è un forte messaggio di speranza per l’Europa intera, quello di un territorio che ha saputo trasformare una tragedia in opportunità di crescita.È un invito a tutta l’Europa a celebrare la capacità di cambiamento e la forza della cultura come elemento fondante di una nuova visione di sviluppo“.

Lunga la lista dei soggetti a sostegno del Manifesto per la candidatura. Ci sono tutte le istituzioni e gli attori socio-economici dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo, il Commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, associazioni e centri di ricerca come l’Associazione Hamu e il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali).