A chi non è mai capitato di prendere una multa almeno una volta nella propria vita? Spesso risultato di distrazione o dimenticanza, la multa arriva e bisogna pagarla. Oppure fare ricorso, quando e se la si ritiene ingiusta. A Perugia, sembra invece che tante multe che dovevano essere notificate agli automobilisti, per violazioni del codice della strada, non siano mai neanche arrivate. Il caso delle “multe sparite” era emerso all’inizio dello scorso anno. I verbali in molti casi, non sarebbero stati mai notificati, altri non sarebbero stati immessi a ruolo oppure immessi in ritardo, altri ancora risultavano incompleti o non registrati nei sistemi informatici.

Una fortuna per gli automobilisti ma una sciagura per le casse della Provincia di Perugia. Il danno erariale stimato ammontava a quasi mezzo milione di euro, 446.206,05 per la precisione. Quattro gli imputati per cui la Procura regionale della Corte dei conti aveva chiesto la condanna al risarcimento. Si tratta del maresciallo della polizia provinciale Monia Mattiacci, degli ex comandanti Michele Fiscella e Luca Lucarelli e del dirigente Stefano Mazzoni. La Provincia di Perugia, per la quale la Procura ha parlato di “comportamento omissivo” non si era costituita. 

Il caso delle “multe sparite”: una su tre non arrivava a destinazione

I 446 mila euro si riferiscono ai mancati incassi delle multe per violazioni al codice della strada avvenute tra il 2011 e il 2014, che inevitabilmente erano andati in prescrizione causando il danno erariale. In totale 1.648 verbali su 5.164, ovvero una multa su tre spariva. La procura contabile aveva ravvisato “gravi anomalie” a causare le quali ci sarebbe stato proprio il maresciallo Mattiacci. “Una situazione di assoluto caos” emersa soltanto all’arrivo di un nuovo comandante.

Secondo la Corte dei Conti, il profilo professionale del maresciallo Mattiacci, non poteva portarla a gestire l’operazione multe in “totale autonomia“. Mattiacci, infatti, avrebbe avuto il sostegno di Fiscella, Mazzoni e Lucarelli, citati in giudizio perché non ne avrebbero mai bloccato l’attività e non sarebbero mai intervenuti per rimediare. Mattiacci si sarebbe occupata della situazione multe in maniera personale, fatto comprovato dall’esito della perquisizione domiciliare, dove sono stati rinvenuti gli atti in questione in locali nella sua disponibilità, in particolare in un locale taverna dove risultavano nascosti numerosi documenti.

Le condanne e il risarcimento

Dopo poco più di un anno dall’inizio della vicenda, sono arrivate le quattro condanne. Mattiacci, Fiscella, Lucarelli e Mazzoni dovranno restituire alla Provincia di Perugia circa 167 mila euro a fronte dei quasi 500 mila di mancati incassi stimati dalla Procura. L’ha stabilito la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti con una sentenza pubblicata da pochissimo. Il maresciallo Monia Mattiacci dovrà restituire oltre 83 mila euro, gli ex comandanti Michele Fiscella e Luca Lucarelli, rispettivamente 8 mila e 41 mila, mentre il dirigente Stefano Mazzoni 33 mila.

Il danno è stato ridotto della metà poiché sono intervenute “situazioni di incertezza nella individuazione dei singoli verbali non correttamente gestiti” quali malfunzionamenti del software di gestione delle multe e la prescrizione di alcune di esse. Altri 55 mila euro poi sono stati decurtati in quanto sono state riscontrate responsabilità imputabili anche a altri superiori, non citati in giudizio.

Le posizioni dei comandanti

Lucarelli, Fiscella e Mazzoni hanno ribadito la correttezza del loro operato. Lucarelli avrebbe rimarcato come la Mattiacci avrebbe “agito con modalità tali da eludere ogni controllo”. Fiscella invece ha sostenuto che nell’ufficio della polizia provinciale non regnava il caos. Mazzoni ha sostenuto che gli era stata prospettata una disfunzione del corpo.