Non rispettava la normativa antiriclaggio che impone, per gli esercizi di Compro Oro, una stringente attività di controllo e verifica delle transazioni, con tanto di identificazione dei clienti e di tenuta di un apposito registro delle operazioni. Per questa ragione, il titolare di un esercizio ternano è stato sanzionato dagli agenti della Questura di Terni con una maxi-multa da 10 mila euro.
A darne notizia è la stessa Polizia di Stato, che nei giorni scorsi ha svolto una campagna di servizi di controllo mirati proprio ai compro oro di Terni e provincia. Si è trattato di un'operazione messa a punto nell’ambito di un articolato piano predisposto dal Questore della Provincia, Luigi Mangino, per la verifica del rispetto della normativa specifica che impone la scrupolosa osservanza di prescrizioni finalizzate a prevenire il rischio del riciclaggio e dell’irregolare commercio di oggetti preziosi usati.
Nel corso delle verifiche, che hanno interessato 24 compro oro, i controlli messi in campo dalla Divisione polizia amministrativa della Questura, diretta dal vice Questore Massimo Laliscia, hanno registrato un sostanziale rispetto della normativa. Fatta eccezione, come dicevamo, per un esercizio di compro oro della provincia, sanzionato per omessa tenuta delle schede riepilogative in riferimento a tutte le operazioni compiute e per omessa o irregolare identificazione del cliente.
Ad ogni operazione di vendita di oggetti preziosi usati il titolare del compro oro deve ottemperare a diversi obblighi quali, ad esempio, scattare due fotografie in formato digitale dell’oggetto prezioso acquisite da prospettive diverse e rilasciare, al termine dell’operazione, una ricevuta riepilogativa. I titolari degli esercizi devono inoltre procedere alla descrizione sintetica delle caratteristiche dell’oggetto prezioso usato, della sua natura e delle sue precise qualità, fornire la completa e tempestiva accessibilità dei dati da raccogliere. Tra gli obblighi anche quello di procedere alla quotazioni dell’oro e dei metalli preziosi, che va rilevata da una fonte affidabile ed indipendente al momento dell’operazione e deve, altresì, essere fatta conoscere al venditore. Infine, va assicurata la completa tracciabilità delle modalità di pagamento effettuato (contanti e/o tramite bonifico).
Un meccanico ternano di 38 anni è stato denunciato alla Procura di Terni per il reato di ricettazione dalla squadra Mobile della questura di via Antiochia diretta dal Vice Questore Marco Colurci, dopo essere stato trovato in possesso all’interno della sua autorimessa privata in località Cesi, di una Fiat 500 dei primi anni '70.
L'auto di colore bianco era sparita da Terni nel cuore della notte lo scorso 21 aprile. Si tratta di una vettura d'epoca di proprietà di una donna ternana, che era molto affezionata alla sua vecchia utilitaria. Non si tratta della prima volta che viene rubato a Terni questo tipo di auto. Insieme alla Fiat Panda anni 80 e 90, si tratta di mezzi che vengono presi di mira su tutto il territorio nazionale. Queste auto da collezione sono preziose soprattutto per il mercato nero dei ricambi usati per le auto d'epoca. La richiesta è molto alta e proviene da tutto il mondo.
L’auto era già stata parzialmente smontata, privata del motore, degli sportelli e di altri pezzi, e soprattutto con la parte del telaio asportata, in modo da non risalire alla sua provenienza frutto del furto avvenuto il mese scorso. Ma gli uomini della sezione della Squadra Mobile specializzata contro i reati predatori sono ugualmente risaliti all’identità del veicolo e quindi alla denuncia di furto che era stata presentata dalla proprietaria, alla quale è in corso di restituzione l’amata autovettura.