06 Mar, 2025 - 10:34

La mostra 'Vita, morte, miracoli' apre a Palazzo della Penna: un viaggio tra scultura e simbolismo

La mostra 'Vita, morte, miracoli' apre a Palazzo della Penna: un viaggio tra scultura e simbolismo

Dal 9 marzo al 13 aprile, il Palazzo della Penna - Centro per le Arti Contemporanee ospita "Vita, morte, miracoli", un'esposizione che si propone di esplorare la condizione umana attraverso la scultura. Curata da Chiara Guidoni e realizzata in collaborazione con Indigo Art Gallery, la mostra vede protagonisti Davide Dormino e Francesco Petrone, due artisti che utilizzano il linguaggio della materia per interrogarsi sulla vita, la morte e il significato dei segni lasciati nel tempo.

Scultura come traccia dell'esistenza: a Palazzo della Penna arriva la mostra 'Vita, morte, miracoli'

La scultura, più di ogni altra forma artistica, si confronta con lo spazio e la materia, evocando la presenza umana in modo tangibile. Dormino e Petrone adottano un approccio che non si limita alla riproduzione del reale, ma lo trascende attraverso forme che oscillano tra il figurativo e il concettuale. Le loro opere portano i segni del gesto, del processo, della volontà di lasciare un'impronta nel mondo. "Le opere sono il negativo dei loro corpi", suggerisce il percorso espositivo, che enfatizza il legame tra l’atto creativo e l’umanità che lo genera.

Ogni opera è quindi un manifesto di presenza e assenza, un gioco di pieni e vuoti che richiama il ciclo della vita. Il materiale utilizzato – ferro, bronzo, cemento – diventa esso stesso un linguaggio che racconta la resistenza e la fragilità dell'esistenza. Alcune sculture si impongono nello spazio con la loro monumentalità, mentre altre giocano con equilibri precari, suggerendo un'instabilità che rispecchia la condizione umana.

Miracoli laici e il senso del tempo

Il titolo della mostra, "Vita, morte, miracoli", allude a un concetto di miracolo non religioso ma umano. Frutto della capacità di trasformazione dell'uomo. Le opere in mostra raccontano di eventi straordinari che si inscrivono nell’ordinario, di segni tangibili che testimoniano il passaggio e la fatica dell'esistere. Le sculture si ergono, si arrampicano, si espandono verso l’alto o si radicano nel terreno, suggerendo un dialogo costante tra aspirazione e peso della materia.

In questa tensione tra slancio e gravità si sviluppa una narrazione in cui il tempo, la memoria e l'azione dell'uomo si intrecciano, dando vita a un’epopea senza eroi, fatta di gesti e tracce.

Dormino e Petrone, gli artisti e il loro linguaggio

Davide Dormino e Francesco Petrone condividono una visione della scultura come strumento di indagine esistenziale, in grado di attraversare epoche e linguaggi. Dormino, nato a Udine nel 1973, vive e lavora a Roma, dove dal 2003 insegna Disegno, Scultura e Installazione alla RUFA. La sua ricerca si concentra su sculture monumentali in marmo, bronzo e ferro, con le quali affronta tematiche universali legate alla libertà e al coraggio. Tra le sue opere più celebri c'è Breath (2011), installata permanentemente presso le Nazioni Unite a New York, e Anything to Say? (2015), scultura itinerante dedicata alla libertà d'espressione, esposta in 26 capitali europee e premiata nel 2016 con il Prix Èthique dall’organizzazione AntiCor.

Francesco Petrone, nato a Foggia nel 1978, vive e lavora a Roma. Si è laureato con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia e ha lavorato come scenografo per il teatro e il cinema. Attualmente insegna al Liceo Artistico Argan di Roma e sviluppa una pratica artistica che utilizza la scultura non come fine, ma come mezzo di indagine del contesto contemporaneo. Il suo lavoro si muove tra materiali industriali e organici, dal cemento armato e ferro fino a elementi più effimeri come legno, ghiaccio e muffe, con l’obiettivo di esplorare il simbolismo e la circolarità del tempo. L’artista è stato selezionato per il PAC (Piano Arte Contemporanea) 2024 con un progetto in collaborazione con il Piccolo Museo del Diario di Pieve Santo Stefano (AR).

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Giorgia Sdei
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