Sabato 16 marzo sará inaugurata l’esposizione dell’artista Giuliano Giuman con la mostra che metterà in luce due periodi della sua interpretazione creativa. Saranno allestite circa una quarantina di opere. La mostra “I viaggi dell’ombra”, rappresenta un focus che mette in luce da un lato la ricerca sul tema dell’ombra, con opere realizzate tra il 1972 al 1979, dall’altro le opere recenti, eseguite dal 2022 al 2024.
L’allestimento, che non segue un percorso cronologico, si snoderà nell’area del Voltone del Palazzo Ducale di Gubbio, ed è curato da: Tiziana D’Acchille, direttrice dell’Accademia di Belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia, che presenterà Giuman dell’ombra con 15 opere degli anni 70. Saranno esposti progetti, oli su tela, tempere su carta e fotografie. Pamela Ladogana, professoressa associata di arte contemporanea presso l’Università di Cagliari, esporrà le opere che vanno dal 2022 al 2024: si tratta di vetri dipinti a gran fuoco, per l’appunto vetrofusioni, oli su tela e su tavola, ceramica.
Mostra Giuliano Giuman, artista di chiara fama
Giuliano Giuman nasce a Perugia nel 1944. La sua formazione è prevalentemente musicale. Successivamente inizia a dipingere nel 1964. Sua guida e maestro è stato Gerardo Dottori. Dal 1972 lavora per 10 anni sul tema dell’ombra.
Oltre alla pittura, utilizza altre espressioni, quali la fotografia, la musica, l’istallazione e la performance. Nel 1976 si trasferisce a Milano dove risiede quasi ininterrottamente fino al 2007. Dal 1982, Giuman, concentra il suo lavoro sul rapporto tra pittura e musica. Nel 1985 inizia a lavorare anche su vetro che diventerà poi il supporto principale di caratterizzazione tecnica della sua arte. Dal 1983 ha realizzato numerosi manifesti e tutte le scenografie di Umbria Jazz.
Ha vinto molti importanti concorsi nazionali per edifici dello stato Italiano. Dal 1998 al 2013 è stato docente di “Tecnica della vetrata” all’Accademia di Brera a Milano. Dal 2009 al 2012 assume il ruolo di direttore dell’Accademia di belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia, dove tra le altre cose, ha iniziato la scuola di design, riaprendo la gipsoteca ed il museo. Ha tenuto oltre 100 mostre personali e 200 collettive, in musei, gallerie, spazi pubblici e privati.
Nel 1987 anche la RAI si interessa di lui, dedicandogli uno speciale dal titolo “Tabula rasa”, un video dedicato ai suoi lavori. Ben cinque anni dopo si decide definitamente per la pittura, lavorando sia a Bologna che a Roma, concentrandosi sul bianco e nero (ricordiamo l’opera “Fenomenologia”). Nel 2000 Alitalia gli dedica una mostra esclusiva a New York, all’interno dell’aeroporto Kennedy.
La critica, negli ultimi lavori dell’artista, riconosce la spontaneità della dimensione e del significato entro cui il processo artistico di Giuman si compie come condizione esistenziale della sua continua ricerca. La dimensione concettuale di una particolare mostra quale quella “dell’Eremo” l’artista evidenzia lo spazio della divergenza, eretica appunto, rispetto al linguaggio dell’arte che si dà nella sua essenza puramente aspettuale.
Oltre 70 critici lo hanno presentato nei cataloghi per le mostre personali, tra i quali: Renato Barilli, Bruno Corà, Gillo Dorfles, Enrico Crispolti, Flaminio Gualdoni, Luigi Lambertini, Marco Meneguzzo, Andrew Moor, Bruno Munari, Elena Pontiggia, Italo Tomassoni, Lara Vinca Masini, Cesare Vivaldi. La mostra resterà aperta fino al 2 giugno, nei seguenti orari: 8.30-19.30 (ultimo ingresso ore 19); lunedì chiuso fino al 31 marzo.