L’Umbria si trova purtroppo ai vertici delle classifiche nazionali per numero di incidenti sul lavoro, una realtà che continua a mietere vittime, spesso nell’indifferenza generale. Il quadro desolante, fatto di vite spezzate e famiglie distrutte, è stato messo in evidenza durante la Giornata nazionale per le vittime sul lavoro che si è celebrata ieri. Tra i settori più a rischio nella regione emergono l’edilizia, l’agricoltura e l’industria. Qui il rischio di infortuni, anche mortali, è una costante che mette a dura prova i lavoratori. Sul tema delle morti sul lavoro e della sicurezza in Umbria è intervenuta Anna Ascani, che delinea una situazione allarmante e punta l’attenzione sulla politica in vista delle elezioni regionali di novembre.

Umbria, la voce di Ascani sulle morti sul lavoro: “La politica deve essere unita per la sicurezza”

Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei Deputati e rappresentante del Partito Democratico, ha lanciato un appello forte e chiaro: “Il lavoro non può diventare causa di morte”. Nel suo intervento, Ascani ha posto l’accento sulla necessità di una risposta decisa da parte delle istituzioni di fronte a quella che ha definito una “strage silenziosa”. Dietro ai numeri, ai report e alle statistiche diffusi in occasione della Giornata nazionale per le vittime sul lavoro, ha sottolineato, “ci sono persone, lavoratori che ogni giorno escono di casa per guadagnarsi da vivere con dignità e non tornano più“.

Secondo la deputata dem, La sicurezza in ogni contesto lavorativo è un diritto inalienabile“. E come tale deve essere garantito in ogni settore, soprattutto in quelli più esposti al rischio come l’edilizia, l’industria e l’agricoltura. È necessario, in questo senso, un impegno collettivo e trasversale che coinvolga non solo le istituzioni ma anche le scuole, i sindacati e le associazioni. Al fine di promuovere una vera cultura della sicurezza. La deputata ha ribadito soprattutto l’urgenza di interventi mirati per rafforzare la prevenzione e i controlli, auspicando che la sicurezza diventi una priorità per chi guiderà la regione nei prossimi anni.

Per Ascani prevenzione e formazione sono le chiavi per contrastare le morti sul lavoro in Umbria

L’appello di Anna Ascani sulle morti sul lavoro in Umbria mette in luce un problema sistemico che non può più essere ignorato in Umbria. La mancanza di una diffusa cultura della sicurezza e la scarsità di controlli sono fattori che continuano a contribuire a un drammatico bollettino di vite spezzate. Sindacati e associazioni da tempo chiedono una maggiore attenzione e più risorse per rafforzare la prevenzione. Come? Attraverso la formazione costante dei lavoratori e l’introduzione di protocolli di sicurezza sempre più stringenti.

Ascani ha insistito sull’importanza di partire dalla scuola per instillare nei giovani una consapevolezza riguardo i rischi e le misure preventive, affinché il lavoro sicuro diventi un valore condiviso da tutti. Questo approccio, secondo la deputata, è indispensabile per rompere quel ciclo di infortuni che colpisce in particolare settori chiave dell’economia umbra.

Le parole del Presidente Mattarella nella Giornata nazionale per le vittime sul lavoro

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un appello fermo e deciso sul tema, che è uno dei più sentiti in tutta Italia. Durante la 74esima Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, Mattarella ha infatti richiamato l’attenzione sul valore della sicurezza come un diritto fondamentale e una questione di dignità umana. Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale ha dichiarato il capo dello Stato, che sottolinea come la sicurezza sul lavoro non sia solo un obbligo costituzionale, ma una priorità. E che come tale deve essere sempre al centro dell’azione pubblica.

Tre morti al giorno sul lavoro e cinque decessi quotidiani per malattie professionali. Da questi dati parte la riflessione di Mattarella che delinea quali sono le azioni condivise e messe in atto dal governo per cercare di contrastare un fenomeno in crescita. Tra queste la patente a crediti per le imprese, uno strumento adottato già da 400mila aziende in meno di due settimane che – secondo la ministra del Lavoro Marina Calderone – metterà fine alle pratiche scorrette e garantirà maggiore trasparenza.