02 Nov, 2025 - 18:00

Se ne è andato Giovanni Galeone, l’addio al tecnico che fece sognare il Perugia e conquistò l’Umbria

Se ne è andato Giovanni Galeone, l’addio al tecnico che fece sognare il Perugia e conquistò l’Umbria

Il calcio umbro perde uno dei suoi maestri più amati. Giovanni Galeone è deceduto all’età di 84 anni, lasciando dietro di sé un’eredità sportiva e umana che ha segnato intere generazioni. Tecnico dal carisma inimitabile, conquistò il cuore dei tifosi del Perugia Calcio con una promozione indimenticabile e un calcio spettacolare che fece vibrare il “Curi”.

In quella stagione magica, la squadra biancorossa sembrava volare sulle ali di un sogno, alimentato da un allenatore capace di costruire entusiasmo e appartenenza come pochi. Un sogno che, a distanza di decenni, i sostenitori ricordano ancora, insieme alle tensioni con il “vulcanico” presidente Luciano Gaucci, desideroso di dividere onori e oneri con il suo mister.

I giorni della promozione: Galeone e la magia biancorossa nel cuore dei tifosi

Il nome di Giovanni Galeone resterà per sempre scolpito nella memoria sportiva di Perugia. Nel campionato di Serie B 1995-1996, il tecnico friulano guidò il Grifo verso una promozione in Serie A che molti consideravano solo un’utopia.

Galeone arrivò in Umbria portando una ventata di novità: un calcio votato all’attacco, una proposta estetica che affascinava il pubblico. “A Perugia ho vissuto emozioni che non dimenticherò mai”, confidò in una delle sue ultime interviste.

Sapeva parlare alla città, comunicare con la squadra, trasmettere ai suoi ragazzi la voglia di sorprendere. In quell’annata, i biancorossi sfiorarono il paradiso e i tifosi - folgorati da un 4-3-3 coraggioso e offensivo - trovarono nel mister una guida quasi paterna.

La leggenda racconta di uno spogliatoio vissuto come una famiglia, dove si dialogava con franchezza e si decideva insieme. Galeone sapeva ridare fiducia ai giovani e valorizzava talenti come Marco Negri, Fabio Liverani (attuale tecnico della Ternana) e Alessandro Calori, scoprendone qualità che altrove sarebbero rimaste invisibili.

Tra i suoi allievi, alcuni avrebbero poi intrapreso la carriera da allenatore: Massimiliano Allegri, Giovanni Stroppa e Andrea Stramaccioni furono tra coloro che si ispirarono al suo modo di intendere il gioco, basato su coraggio, libertà e creatività.

“Lo stile Galeone ci faceva sentire invincibili. Eravamo una squadra che esaltava la città”, ricorda un ex giocatore del Grifo.

Il ricordo del Perugia Calcio su Instagram: "Ciao Mister, grazie per tutto"

Sui canali ufficiali, l’AC Perugia Calcio ha voluto rendere omaggio a Giovanni Galeone con un post che racchiude la commozione di un’intera città. “ACPerugiaCalcio si unisce al dolore del mondo del calcio per la scomparsa di Giovanni #Galeone, allenatore che ha scritto pagine indimenticabili della storia sportiva biancorossa”, si legge nel messaggio pubblicato su Instagram, accompagnato da una foto del tecnico sorridente sul prato del “Curi”.

Il club ricorda “un uomo di calcio vero, capace di trasmettere idee, coraggio e passione”, sottolineando come il suo carisma e la sua personalità abbiano lasciato “un segno profondo nel cuore di tutti i tifosi biancorossi”. Galeone, arrivato a Perugia nell’ottobre del 1995, guidò la squadra alla storica promozione in Serie A grazie alla vittoria per 3-2 contro il Verona all’ultima giornata di campionato.

Il post rievoca anche le spettacolari coreografie della Curva Nord, dove un grande galeone dai mille colori solcava idealmente le onde dello stadio, simbolo della sua visione di gioco coraggiosa e romantica.

“Il Club si stringe con affetto alla sua famiglia. Ciao Mister, grazie per tutto quello che hai regalato al Grifo e per essere stato presente alla festa dei 120 anni!”, conclude il messaggio, accompagnato dai colori bianco e rosso e da un’emozione che travalica il campo.

Lo scontro con Gaucci: tra passioni, screzi e la fine di un sogno

Le cronache di quegli anni raccontano anche di un rapporto intenso quanto complicato tra Giovanni Galeone e il presidente Luciano Gaucci. Il patron, figura vulcanica e onnipresente, non voleva soltanto sostenere la squadra: desiderava essere protagonista anche delle scelte tecniche, spesso entrando nel merito delle formazioni.

“Il presidente era particolare. Voleva sempre dire la sua, ma il campo era mio”, rivelò Galeone in una dichiarazione rimasta celebre.

Secondo Riccardo Gaucci, “fu un errore esonerare Galeone. Senza di lui avremmo potuto emulare l’Atalanta di oggi”. La città visse con sofferenza gli screzi tra la dirigenza e il mister, schierandosi compatta dalla parte di quell’allenatore capace di dare identità e orgoglio alla squadra.

Il popolo biancorosso adorava il suo calcio e ogni partita al “Curi” era uno spettacolo dentro e fuori dal campo. L’inevitabile rottura arrivò proprio nel momento in cui serviva unità: Galeone, lasciato solo davanti a scelte sempre più difficili, fu costretto a lasciare nel 1996, proprio quando stava scrivendo una delle pagine più belle della storia recente del Perugia Calcio.

Un’eredità che travalica i confini del campo

Il ricordo di Giovanni Galeone non si ferma ai numeri o ai risultati, ma vive nell’immaginario di una città che ne ha amato l’uomo prima ancora del tecnico. “Forse non ho vinto tanto, ma non ho mai tradito i miei valori né la passione dei tifosi”, confessò qualche anno fa.

In Umbria viene ricordato come colui che ha insegnato a guardare il calcio con occhi diversi, promuovendo un gioco “bello e coraggioso”, destinato a restare esempio per generazioni.

Nel giorno dell’addio, Perugia si stringe attorno alla memoria del suo mister, che non fu mai banale, e che seppe insegnare, emozionare, sognare. Un uomo che ha cambiato il modo di pensare il calcio, lasciando, “con umiltà e orgoglio, una traccia indelebile nel cuore di chi ama questi colori”.

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Federico Zacaglioni
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