La morte di Colombini è la conferma di un fenomeno ormai dilagante: le morti sul lavoro. Quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale per il nostro Paese proprio non accenna ad arrestarsi. D’altronde come potrebbe, così dal nulla. Sono necessari interventi seri, precisi, puntuali, volti a regolamentare un sistema che dovrebbe garantire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Perché, sarà banale, ma non si può morire per lavorare. L’ultima di queste tragedie è accaduta a Quarto d’Asti, in Piemonte. Lì ha perso la vita un umbro, un ternano, un uomo. L’ennesimo.

Morte Colombini. operaio ternano perde la vita a Quarto d’Asti: cos’è successo

Nicholas Colombini, un giovane di 32 anni originario di Terni, ha perso la vita in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto nel pomeriggio di sabato scorso, 10 agosto, in un capannone in fase di ristrutturazione a Quarto d’Asti, in Piemonte. Secondo le fonti locali, il giovane operaio ternano è stato investito e folgorato da una scarica elettrica mentre lavorava al secondo piano dell’edificio.

Pare che in quel momento fosse solo. I colleghi, presenti nello stabile, hanno sentito i suoi lamenti e hanno immediatamente dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti i medici del 118, una volante della polizia e l’elisoccorso proveniente da Alessandria. Nicholas è stato trasportato d’urgenza al reparto di rianimazione dell’ospedale Cardinal Massaia di Asti.

Gli ispettori dello Spresal, il servizio di prevenzione dell’Asl, si sono recati sul luogo dell’incidente. Sono stati interrogati i colleghi di lavoro e acquisita la documentazione del cantiere per ricostruire le procedure operative e le misure di sicurezza adottate. Sembra che Nicholas fosse impegnato nel ripristino dell’illuminazione dello stabile al momento dell’incidente. Come da prassi, è stata avviata un’inchiesta per chiarire le dinamiche dell’accaduto.

La nota delle sigle sindacali dell’Umbria

I sindacati, che stanno particolarmente facendo pressione affinché la politica intervenga per contrastare il fenomeno sempre più dilagante delle morti sul lavoro, sono intervenuti in una nota. Anche, soprattutto, vista l’origine ternana di Nicholas, quelle con radicamento in Umbria. In una nota Fiom e Cgil di Terni e Cgil dell’Umbria, scrivono: “Siamo costretti ca commentare l’ennesimo grave incidente sul lavoro, pur mantenendo il dovuto riserbo per rispetto della famiglia e degli organi inquirenti che in queste ore stanno accertando la dinamica dell’accaduto: un operaio trentaduenne ternano, padre di due bambini, ha perso la vita mentre lavorava in un’azienda ternana che applica il contratto metalmeccanico artigiano e che aveva un appalto in un’azienda di Quarto d’Asti”.

E ancora: “Come giustamente sottolineato dalla Cgil di Asti nel giorno del tragico incedente, il 10 agosto 2024, siamo difronte ad una tragedia che poteva essere evitata. Da tempo – continuano i sindacati – stiamo chiedendo anche in Umbria una regolamentazione del sistema degli appalti, infatti, senza regole certe si indeboliscono i diritti dei lavoratori, che troppo spesso pagano i pochi euro di risparmio nelle gare in termini di salute e sicurezza. Come Fiom e Cgil di Terni e Cgil dell’Umbria ci stringiamo nel dolore ai famigliari e agli amici della giovane vittima, rendendoci disponibili da subito per qualunque azione possa essere utile”.