Una promessa mantenuta. E una svolta concreta per i lavoratori. La Moplefan ha ottenuto le garanzie finanziarie dal Mimit e da Sace, indispensabili per la ripartenza a pieno regime.
È stato l’assessore allo Sviluppo Economico di Terni, Sergio Cardinali, ad annunciare oggi il via libera alla nuova fase operativa dello stabilimento: “Garantiti gli stipendi per i lavoratori non in cassa integrazione e la piena ripresa produttiva a partire dall’autunno”, ha dichiarato. Il risultato arriva dopo settimane di lavoro diplomatico e tecnico, in cui si è mossa anche l’amministrazione comunale guidata da Stefano Bandecchi.
Dopo la fase di rimessa in produzione degli impianti - ha spiegato Cardinali - si apre ora una fase decisiva che porterà alla finanziarizzazione del capitale circolante utile alla continuità produttiva”. Il che, tradotto, significa: soldi in cassa per garantire la produzione e per riportare in attività tutto il personale attualmente in sospensione.
A convincere le istituzioni centrali è stata la certificazione di KPMG, ritenuta solida e credibile da Mimit e Sace, tanto da sbloccare il dialogo con gli istituti bancari.
“Già nei prossimi giorni alcune banche si sono dette pronte a intervenire”, ha aggiunto Cardinali. Si tratta di un passaggio fondamentale per un’azienda che rappresenta un pezzo strategico del polo chimico ternano, e che ora potrà tornare sul mercato con una prospettiva di stabilità.
L’operazione in corso garantisce, intanto, il pagamento regolare dei salari ai lavoratori non coinvolti nei cicli di cassa integrazione, e prepara il ritorno completo all’attività per tutto l’organico in autunno. L’obiettivo, ribadito dall’amministrazione, è il rilancio dell’intero polo chimico come asset strategico per l’economia locale e regionale.
“Procede con determinazione la stabilizzazione dell’industria locale”, ha sottolineato ancora Cardinali. Dopo l’accordo di programma Ast sottoscritto nei mesi scorsi, quello della Moplefan è il secondo tassello importante in meno di un anno. “È un’altra dimostrazione della capacità di relazione tra amministrazione comunale e sistema delle imprese”, ha concluso l’assessore.
Un risultato che arriva in una fase complessa per l’economia ternana, dove ogni segnale positivo assume un valore moltiplicatore. Mentre da una parte si sblocca una crisi, dall’altra se ne apre un’altra.
Sul fronte Arvedi AST, oggi è scattata la fermata del secondo forno, a partire dalle ore 14, come confermato dalle RSU aziendali. Lo stop si aggiunge a quello già in corso dal 18 luglio, e sarà seguito dalla fermata degli impianti correlati. Il personale interessato, precisano i rappresentanti sindacali, “potrà recarsi al lavoro rispettando il proprio turno di appartenenza, come già fatto fino ad oggi”. Nessuna variazione, al momento, per LAC e Freddi.
La scelta dell’azienda non è stata accompagnata da un quadro di motivazioni dettagliato, ma si inserisce in un contesto di riorganizzazione e rallentamento produttivo, che desta più di una preoccupazione tra i lavoratori.
Intanto si avvicina la fermata estiva degli impianti Arvedi AST, quest’anno caratterizzata da alcune novità rilevanti sul fronte organizzativo. Il calendario 2025 prevede infatti una partenza anticipata delle sospensioni produttive e una loro durata ridotta in diversi reparti. In particolare, l’area ACC fermerà le attività dal 4 al 24 agosto, anticipando di oltre una settimana rispetto al 2024. Modifiche simili riguardano anche LAC e PIX, con una razionalizzazione delle pause pensata per ottimizzare manutenzioni, rispondere meglio al mercato e garantire la fruizione delle ferie. Una strategia che punta a efficienza e sostenibilità operativa.