14 Jul, 2025 - 12:30

Montecchio riscopre le sue radici etrusche: al via la sesta campagna di scavi alla necropoli di San Lorenzo

Montecchio riscopre le sue radici etrusche: al via la sesta campagna di scavi alla necropoli di San Lorenzo

Non è solo terra, quella che si rimuove a colpi di pennello alla necropoli del Vallone di San Lorenzo: è memoria compressa, secoli di silenzio che tornano a farsi voce. È iniziata nei giorni scorsi la sesta campagna di scavi archeologici a Montecchio, uno dei siti più importanti dell’Umbria preromana. Sul campo 30 archeologi italiani e statunitensi, guidati da un’équipe scientifica d’eccellenza, impegnati fino ai primi di agosto a inseguire le tracce di una civiltà che affondava le sue radici nel VII secolo a.C.

L’intervento, condotto su concessione del Ministero della Cultura, vede coinvolti in una sinergia istituzionale il Comune di Montecchio, la Soprintendenza archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il referente scientifico Luca Pulcinelli, l’Università di Perugia, la Kent State University dell’Ohio e l’associazione culturale Acqua. Gli scavi si concentrano in località Raiano, poco distante dall’area già visitabile, cuore pulsante di una necropoli che ogni anno svela nuovi tasselli della sua storia.

“Dal 2017 il sito ci restituisce frammenti preziosi di una comunità attiva, connessa ai traffici e alle dinamiche culturali dell’Italia centrale”, racconta Federico Gori, Sindaco di Montecchio.

Un sito chiave per comprendere le élite umbre del primo millennio a.C.

La campagna 2025 si concentra sulle fasi più antiche dell’area sepolcrale, databili al VII secolo a.C., quando in Umbria cominciano ad affermarsi strutture sociali aristocratiche complesse, dai tratti principeschi. Gli archeologi stanno sondando un’area dove, accanto alle classiche tombe a camera, sono emerse sepolture a fossa, a dado e a cassone litico, segno di un’evoluzione culturale che mescola pratiche diverse e stratificate.

L’approccio è multidisciplinare. A fianco degli archeologi operano restauratori, paleopatologi, genetisti e archeozoologi, impegnati nella ricostruzione delle dinamiche biologiche e culturali delle comunità che abitavano la valle. Una ricerca che ha il passo lento della scienza, ma anche la tensione narrativa della storia che si riscrive in tempo reale.

“Investire nella ricerca archeologica non è solo un impegno culturale, ma una scelta strategica”, sottolinea ancora il primo cittadino.

Un impegno che guarda lontano. I risultati delle ultime campagne saranno presentati a novembre, in occasione di un convegno internazionale che si terrà a Montecchio e che riunirà i massimi esperti di etruscologia e antichità italiche.

Montecchio e la scommessa dell’archeologia come motore di sviluppo

La necropoli del Vallone di San Lorenzo non è soltanto un sito archeologico, ma un presidio di conoscenza e identità, che Montecchio ha scelto di valorizzare in chiave culturale e strategica. La partecipazione al programma internazionale “Montecchio Archaeology Field School” rappresenta una finestra sul mondo e un’opportunità per il territorio, che può contare su una rete di relazioni accademiche, scientifiche e istituzionali ormai consolidata.

“L’archeologia è tornata a essere parte integrante dell’identità del nostro territorio – conclude Gori un elemento distintivo che valorizza le nostre radici, alimenta la conoscenza scientifica e offre nuove opportunità di sviluppo locale. Montecchio guarda al futuro, partendo dalla sua storia più antica”.

La scommessa è chiara: far sì che ogni strato di terra rimosso non resti un fatto tecnico, ma diventi patrimonio condiviso. Un racconto collettivo che non riguarda solo archeologi e studiosi, ma una comunità intera che ha scelto di fare della memoria il proprio orizzonte.

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Federico Zacaglioni
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