Durante una visita molto sentita alla Comunità Incontro di Molino Silla ad Amelia, il presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), monsignor Matteo Maria Zuppi, ha offerto riflessioni profonde ai ragazzi presenti. Zuppi ha sottolineato come spesso le lezioni più dure si imparino solo dopo averle vissute in prima persona. “Noi capiamo le cose solo quando ci ‘andiamo a sbattere’“, ha dichiarato, riferendosi in particolar modo alle guerre che imperversano nel mondo in questo momento.
“La guerra, ad esempio, noi diciamo di capirla e ci sembra sempre una cosa lontana“, ha continuato. Mettendo in evidenza, in questo modo, quello che capita sempre più spesso a ognuno di noi, ovvero come la percezione della guerra sembri sempre lontana finché non diventa una realtà tangibile
Comunità Incontro ad Amelia: monsignor Zuppi incontra i ragazzi
Il cardinale, durante la sua visita alla Comunità Incontro ad Amelia, ha espresso preoccupazione che la consapevolezza autentica della guerra possa giungere solo quando sarà troppo tardi. Ha richiamato alla memoria, senza mezzi termini, le stragi nazifasciste ancora vivide nella memoria collettiva, per sottolineare il perpetuarsi della violenza. Questo monito risuona forte, specie in un periodo in cui i conflitti globali continuano a mietere vittime e a causare devastazioni.
“Il mio timore è che la capiremo davvero solo quando ci saremo andati a sbattere. Questo mi fa paura. Le stragi nazifasciste le ricordiamo tutti, anche qui in Umbria, ma continuiamo ad ammazzarci“.
Monsignor Zuppi è stato accolto con calore dal capo struttura Giampaolo Nicolasi, dal direttivo, dallo staff multidisciplinare e dai ragazzi impegnati nel difficile cammino di recupero dalle dipendenze. Durante un incontro toccante nell’auditorium della comunità, alcuni ospiti hanno condiviso le loro storie di lotta contro le sostanze stupefacenti. Narrando con una certa emozione il doloroso percorso di caduta e rinascita personale.
Dal canto suo Zuppi ha parlato con empatia e saggezza ai giovani. Ribadendo ancora una volta l’importanza di coltivare amicizie autentiche e di valore. “Ognuno ha delle cose belle da fare, per sé e per gli altri. E la droga te le toglie tutte“, ha detto, incoraggiando i presenti a trovare e diventare essi stessi “amici giusti“. Ha ricordato che gli amici giusti “non sono quelli che non hanno mai sbagliato, non ci credete, non esistono“, ma quelli che offrono sostegno e comprensione. Due elementi fondamentali per il processo di guarigione.
Il problema delle dipendenze, una piaga che non accenna ad arrestarsi
Affrontando il tema delle droghe, Zuppi ha fatto una chiara distinzione tra la percezione e la realtà delle cosiddette droghe leggere. Ha avvertito che queste sostanze, spesso viste come meno dannose, possono essere perfino più pericolose per la loro capacità di ingannare e attrarre i giovani. “Uno pensa sempre che quando vuole smette, ma poi si accorge che non smette mai“, ha osservato. E questo, sottolinea, dalla natura ingannevole e accattivante della droga. Una “strega” che “non si presenta come tale ma ha sempre un bell’aspetto“.
Inoltre, ha affrontato il complesso tema dell’alcolismo, una dipendenza altrettanto insidiosa e difficile da combattere. “In questo contesto, anche l’alcol rappresenta un tema complesso, una dipendenza difficile da affrontare“. Le parole di Zuppi risuonano come un appello alla vigilanza e alla consapevolezza, tanto per i giovani quanto per la società nel suo insieme, invitando tutti a non sottovalutare i pericoli che si celano dietro l’apparenza innocua di certe sostanze.
Parole piene di comprensione e di saggezza che sono arrivate dritte al cuore dei tanti ragazzi che sono alle prese ognuno con un percorso personale e difficile di ripresa e disintossicazione. La visita di Zuppi alla Comunità Incontro, per tutti questi motivi, non è stata solo un momento di condivisione e riflessione. Ma anche e soprattutto una spinta a guardare con occhi nuovi le sfide della guerra e delle dipendenze, cercando di prevenirle piuttosto che affrontarne le conseguenze troppo tardi.