Questa mattina, in tantissimi tra pellegrini e fedeli delle due comunità diocesane di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, hanno partecipato alla santa messa di suffragio per Papa Francesco presieduta ovviamente dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco ad Assisi e concelebrata dal clero delle due diocesi.
Durante l’omelia il vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha sottolineato che “tanta gente si sta recando a Roma in questi giorni, ed è bello che la comunità ecclesiale tutta senta quel naturale sentimento di mestizia che inevitabilmente ci prende quando si allontana da noi per la vita eterna una persona cara. E Papa Francesco -ha aggiunto il vescovo- è stato sicuramente qui ad Assisi una persona cara, direi uno di famiglia: tante volte mi è capitato di sentire, quando abbiamo avuto occasione di conversare o anche quando mi è capitato di parlare con altri confratelli dell’episcopato i quali mi facevano notare che questo affetto speciale di Papa Francesco per Assisi, che si traduceva anche in visite certamente più frequenti che nelle altre chiese, che sembrava un po’ esagerato. E io facevo notare sia al Papa che a coloro che mi facevano tali osservazioni che se aveva preso il nome di Francesco e aveva fatto suo il programma di Francesco, Assisi è diventata la sua casa e ogni volta che ci tornava, ‘tornava a casa”.
Il vescovo ha poi sottolineato -come si legge nella nota della Diocesi di Assisi- che è stato davvero qualcosa di nuovo nella storia della chiesa almeno nel Secondo millennio quello che è capitato quando Papa Francesco “ha preso il nome del nostro Santo. Qualcuno forse lo aveva sicuramente immaginato e auspicato, ma sembrava quasi che a volerlo un Papa volesse troppo, perché davvero Francesco è un gigante della spiritualità e con la sua radicalità evangelica nemmeno la schiera enorme dei fratelli che lo hanno seguito nella sua vocazione è riuscito mai a raggiungerlo; ci si è provato, si è fatto addirittura tante volte qualche tentativo di innovazione, si è creato un’altra famiglia, un altro ordine per tentare di avvicinarsi alla sua altezza e poi ci si è dovuto convincere che è veramente difficile arrivare alla sua altezza. Che un Papa prendesse il nome di Francesco poteva far quasi paura, perché avrebbe dovuto poi essere coerente con questa scelta: ma Papa Francesco davvero ha fatto di tutto per mostrarci che cosa significa una coerenza evangelica sui passi di Francesco, e quindi ci lascia un'eredità impegnativa: ci dice che è possibile guardare a Gesù con le lenti, le parole, con i gesti e con la vita del nostro santo.
Ci dice che non dobbiamo avere paura della santità e della radicalità evangelica nella santità, ciascuno poi certo ha la sua vocazione, i suoi talenti e le sue possibilità: ma dobbiamo guardare in alto, tendere in alto e non accontentarci di poco, questo Francesco di Assisi ce lo ha detto 800 anni fa e Papa Francesco ce lo ha ribadito con l’intera sua vita e ministero da pontefice provando a dirci che cosa questo significa. Mentre dunque lo accompagniamo nell’abbraccio con la misericordia del Signore è bello metterci sulle orme congiunte di Francesco d’Assisi e di Papa Francesco per capire qualcosa di questa eredità che ci ha lasciato il Poverello e che il Papa ha rilanciato nella chiesa dei nostri tempi”.
In seguito alla morte di Papa Francesco la canonizzazione di Carlo Acutis in programma per domenica 27 aprile, è sospesa.
Lo ha comunicato la Santa Sede con la seguente nota: “è stata sospesa la canonizzazione di Carlo Acutis, il patrono di internet morto a 15 anni di leucemia, prevista il 27 aprile 2025 in occasione del Giubileo degli adolescenti”.