La città di Gubbio ha vissuto ieri 11 dicembre un momento storico ed emozionante con la riconsegna della Madonna del Melograno, un’opera d’arte trafugata nel 1979 e finalmente tornata a casa: durante la cerimonia, il Vescovo di Gubbio, Monsignor Luciano Paolucci Bedini, ha offerto una riflessione profonda sull’importanza culturale, spirituale e comunitaria di questo evento, definendolo un simbolo di rinascita e unità.

La Madonna del Melograno non è solo un’opera d’arte: è un simbolo della storia e dell’identità di Gubbio. Questo piccolo quadro, delicato e prezioso, rappresenta una delle numerose interpretazioni della Madonna che la tradizione artistica italiana ha saputo rendere uniche e amate. Come ricordato dal Vescovo, “la Madonna è cara a tutti, nelle tantissime forme con cui gli artisti l’hanno rappresentata. Il suo ritorno è come riabbracciare un pezzo della nostra casa, un gioiello di famiglia che torna al suo posto”.

Don Luciano ha sottolineato come le opere d’arte siano veri e propri “gioielli di famiglia”, non solo per il loro valore intrinseco, ma soprattutto per ciò che rappresentano per la comunità. La Madonna del Melograno, copatrona di Gubbio, è un simbolo che lega la città alla fede, alla tradizione e alla cultura, e il suo ritorno è un invito a riscoprire l’importanza di custodire e valorizzare il nostro patrimonio culturale.

Mons. Luciano Paolucci Bedini ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri per il ritrovamento dell’opera

Un sentito ringraziamento è stato rivolto all’Arma dei Carabinieri e al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, che ha lavorato instancabilmente per oltre 40 anni per ritrovare l’opera. “Grazie al loro impegno – ha detto il Vescovo – oggi possiamo constatare con i nostri occhi questo miracolo. La loro dedizione è un esempio straordinario di servizio al Paese e alla cultura.”

Don Luciano ha paragonato il furto della Madonna del Melograno a un’effrazione domestica, un’esperienza che turba profondamente chi la subisce. Tuttavia, il ritorno di un’opera rubata rappresenta anche un momento di guarigione per la comunità, un’occasione per rafforzare il senso di appartenenza e di gratitudine collettiva. “Quando un’opera torna a casa – ha aggiunto – è come se l’intera comunità si raccogliesse in un abbraccio simbolico, riscoprendo il valore della propria storia e cultura”.

Il Vescovo ha dedicato un’ampia riflessione al significato simbolico della Madonna e del Melograno, elemento centrale dell’opera. La Madonna, figura di protezione e cura, è vista come la madre di tutti, capace di accogliere e unire la comunità. Il melograno, con i suoi chicchi racchiusi in un guscio protettivo, è stato interpretato come metafora della cittadinanza di Gubbio, unita sotto il manto della Vergine.

Questo simbolismo assume un significato ancora più profondo in un contesto come quello odierno, segnato da sfide globali e divisioni. La Madonna del Melograno ricorda alla comunità di Gubbio l’importanza di restare uniti e di valorizzare le proprie radici, guardando al futuro con speranza e determinazione.

Questo evento rappresentò una ferita profonda per la comunità di Gubbio

La storia del furto e del ritrovamento della Madonna del Melograno sembra uscita da una sceneggiatura cinematografica. Nel 1979, l’opera venne trafugata dal Palazzo dei Consoli, un luogo simbolo di solidità e sicurezza per la città. Questo evento, come ricordato dal Vescovo e dall’assessore alla cultura, rappresentò una ferita profonda per la comunità eugubina, che perse non solo un capolavoro artistico, ma anche un pezzo della propria identità.

Il lavoro del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale è stato descritto come un esempio di perseveranza e professionalità. “Grazie a loro – ha detto il Vescovo – possiamo sfatare il mito che un’opera rubata sia persa per sempre. Questo ritrovamento dimostra che la giustizia e la cultura possono trionfare anche dopo decenni”.

La riconsegna della Madonna del Melograno è anche un’occasione per riflettere sull’importanza di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale. Il Vescovo ha invitato la comunità a considerare le opere d’arte non come oggetti distanti o riservati a pochi, ma come parte integrante della vita quotidiana di tutti. “Questi luoghi – ha detto – non sono scrigni chiusi, ma prolungamenti delle nostre case, dove possiamo custodire e ammirare i gioielli che appartengono a tutti noi”.

Il ritorno della Madonna del Melograno è invito a riscoprire il valore identitario delle opere d’arte

Questa visione inclusiva del patrimonio culturale è fondamentale per creare un legame più forte tra le persone e la loro storia. Il ritorno della Madonna del Melograno è un invito a riscoprire il valore identitario delle opere d’arte e a promuovere una cultura di cura e rispetto per il passato.

Il discorso del Vescovo Luciano Paolucci Bedini si è concluso con un messaggio di speranza e rinascita. La Madonna del Melograno, tornata a Gubbio dopo più di 40 anni, non è solo un’opera ritrovata, ma un simbolo di fede e unità. Il suo ritorno è un promemoria del fatto che, nonostante le difficoltà e le sfide, la comunità può trovare forza nella sua storia e nella sua fede.

Come ha sottolineato il Vescovo, la Madonna del Melograno è tornata a casa non solo grazie al lavoro delle forze dell’ordine, ma anche grazie all’impegno collettivo della comunità e alla volontà di non arrendersi.