Il monastero benedettino di Norcia è stato recentemente elevato allo status di abbazia. La decisione è stata sancita tramite un decreto emesso il 25 maggio, durante la celebrazione della festa di San Gregorio VII, noto papa benedettino. Questa elevazione segna un momento significativo per la comunità monastica locale, offrendo loro un riconoscimento speciale.
Monastero di Norcia diventa abbazia: “Elevazione monastica che conferisce onore”
Il priorato di San Benedetto in Monte ha raggiunto un nuovo traguardo con la sua trasformazione in abbazia. Padre Benedetto Nivakoff, che diventa il primo abate di Norcia, ha espresso il suo entusiasmo per questa elevazione canonica sul blog Nursia.org. “Questa elevazione canonica conferisce onore e dignità alla comunità monastica proprio mentre celebra il suo venticinquesimo anniversario di fondazione,” ha scritto padre Benedetto.
L’elevazione a abbazia rappresenta non solo un riconoscimento formale, ma anche un momento di profonda importanza spirituale per i monaci di Norcia. Padre Benedetto ha sottolineato come questo evento possa segnare un aumento del desiderio di Dio tra gli abitanti della città e i devoti che partecipano alle preghiere del monastero da ogni parte del mondo. “Il nuovo abate e tutti i monaci di Norcia sperano sinceramente che questo importante avvenimento spirituale possa segnare un incremento del desiderio di Dio per gli abitanti di Norcia così come per tutti coloro che, da molte parti del mondo, si uniscono ogni giorno alla preghiera del monastero,” ha concluso padre Benedetto.
Per il diritto canonico, l‘abbazia è un ente autonomo, differenziandosi così dal “semplice” monastero. Questo riconoscimento conferisce maggiore autonomia e prestigio alla comunità monastica di Norcia, consolidandone il ruolo spirituale e amministrativo. Padre Benedetto Nivakoff diventa così il primo abate di Norcia da oltre due secoli, un titolo che porta con sé una grande responsabilità e onore.
Per il raggiungimento di questo traguardo, padre Benedetto ha ringraziato l’abate primate dell’Ordine, dom Gregory Polan, i suoi collaboratori, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo e il fondatore del monastero dom Cassiano Folsom. Questi ringraziamenti sottolineano l’importanza della collaborazione e del supporto ricevuti per raggiungere questo significativo riconoscimento per la comunità monastica di Norcia.
Un chiostro sulle pendici del monte: l’abbazia di San Benedetto in Monte
Situato sulle pendici del monte, l’abbazia di San Benedetto in Monte domina l’antica città di Norcia, luogo natale di San Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale. Questo luogo sacro ha sempre attratto uomini desiderosi di seguire la Regola di San Benedetto, immergendosi nella pace e nella bellezza dei Monti Sibillini per dedicarsi alla preghiera e alla battaglia spirituale.
Oggi, Norcia ospita una vivace comunità di monaci benedettini che vivono seguendo l’antica Regola di San Benedetto. Nonostante le sfide del passato, come il terremoto del 2016, i monaci sono impegnati nella ricostruzione del loro monastero ora abbazia, lavorando sul recupero di un edificio del XVI secolo affacciato sulla Piana di Santa Scolastica. L’antica chiesa di Santa Maria della Misericordia, gravemente danneggiata dal sisma, è stata riaperta nel dicembre 2020 grazie al duro lavoro delle maestranze locali e al supporto di benefattori internazionali.
La vita di conversione dei monaci è scandita dalla preghiera tradizionale dell’Ufficio Divino, recitata sette volte al giorno e una volta durante la notte. Ogni giorno, i monaci celebrano la Santa Messa secondo il Rito Romano tradizionale, pregando per la Chiesa, il mondo e in particolare per coloro che richiedono la loro intercessione. Nel 2015, i monaci hanno pubblicato un album di canti mariani intitolato “Benedicta”, che ha ottenuto un successo internazionale, condividendo così i loro canti con il mondo.
Dal 2012, i monaci producono Birra Nursia, una birra artigianale che incarna lo stile di vita monastico. Seguendo l’insegnamento della Regola di San Benedetto, i monaci lavorano con le proprie mani, costruendo un ponte tra il mondo secolare e quello spirituale. La birra ormai esportata in Europa e negli Stati Uniti, ha permesso ai monaci di finanziare la ricostruzione del monastero e di sostenere la comunità locale, particolarmente colpita dal terremoto del 2016.