E’ stato presentato ieri pomeriggio, giovedì 21 marzo, presso l’Aula Magna della millenaria abbazia benedettina di San Pietro a Perugia, il volume dal titolo “Monasteri Benedettini in Umbria. Alle radici del paesaggio umbro”. Si tratta del secondo volume dell’opera editoriale che contiene un repertorio
completo dei monasteri maschili e femminili di Regola benedettina della Regione Umbria, dal Medioevo ai giorni nostri. Il testo è il prezioso risultato di un’analisi che si è rivelata pionieristica per tutta l’Italia, grazie alla collaborazione tra il Centro Storico Benedettino Italiano e la Regione Umbria.
Alla cerimonia di presentazione nella storica abbazia di San Pietro, oggi sede della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, hanno partecipato il Vicepresidente della Giunta regionale Roberto Morroni, il direttore del Centro Storico Benedettino italiano e abate emerito di Santa Giustina di Padova P. Francesco G.B. Trolese, l’abate di San Paolo Fuori le Mura a Roma e di San Pietro di Perugia P. Donato Ogliari, il vicepresidente della Fondazione l’Istruzione Agraria in Perugia Antonio Bartolini. Sono intervenuti con una relazione sul tema anche i professori Attilio Bartoli Langeli e Gaetano Martino, direttore del Dipartimento DSA3.
Monasteri benedettini in Umbria, Vicepresidente Morroni: “simbolo di spiritualità e armonia con il territorio”
Per il vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria, nonché assessore regionale alle Politiche agricole e agroalimentari, alla tutela e valorizzazione ambientale, Roberto Morroni: “Questo volume rappresenta una ricerca analitica sui monasteri benedettini della regione“.
“L’ordine Benedettino – ha detto il vicepresidente Morroni durante la presentazione del volume – per la nostra regione ha nei secoli costituito un presidio importantissimo sotto il profilo culturale e sociale, diventando anche simbolo di quella spiritualità e particolare armonia che rappresenta una delle caratteristiche più preziose del modo di vivere e di sentire della nostra comunità”.
A testimoniare in modo fattivo la centralità dell’ordine benedettino in Umbria sono i dati emersi dalla ricerca condotta dal compianto abate benedettino Giustino Farnedi, dell’abbazia di San Pietro di
Perugia, esponente di spicco del panorama culturale ed ecclesiastico perugino, e dalla professoressa Nadia Togni dell’Università di Ginevra. Questi dati mostrano come il monachesimo
benedettino abbia avuto una diffusione ampia e capillare in tutta l’Umbria “contribuendo – ha ricordato l’Assessore Morroni – in maniera determinante a definire quell’unicità del paesaggio agrario umbro che ha reso la nostra regione famosa in tutto il mondo”.
L’Abate Trolese di Padova: “il volume è un’enciclopedia”
Il direttore del Centro Storico Benedettino Italiano, l’abate Francesco G. B. Trolese di Padova, dal canto suo si è dichiarato “molto soddisfatto della pubblicazione di questo volume, sia per la ricchezza delle informazioni contenute sia per la documentazione fotografica e cartografica in esso contenuta, vera novità di questa opera destinata a diventare, una volta completata, una vera e propria Enciclopedia dell’Umbria Benedettina”.
“La minuziosa ricerca d’archivio e i sopralluoghi effettuati direttamente sul territorio e tra gli abitanti, fedeli custodi della memoria storica locale – ha puntualizzato l’abate – hanno permesso di recensire ad oggi un totale di 244 monasteri maschili e femminili posti sotto la Regola di san Benedetto suddivisi in due volumi. In particolare, si segnalano 56 monasteri nel Comune di Perugia, 22 in quello di Assisi e 18 a Città di Castello“.
L’abbazia benedettina di San Pietro
Il complesso benedettino di San Pietro a Perugia fu fondato nel 966 dall’abate Pietro là dove già nel VI sec. era l’antica Cattedrale, in un’area sacra etrusco-romana. Del X secolo è rimasto l’impianto basilicale a tre navate. E’ di proprietà della Fondazione per l’Istruzione Agraria ed è composto da 3 chiostri che conducono all’orto botanico e all’orto medievale, alla Galleria Tesori d’Arte, alla biblioteca e all’archivio, dove sono custoditi libri, codici e manoscritti antichi.
Gli interni dell’abbazia costituiscono uno scrigno artistico e culturale per l’intera città. La facciata conserva affreschi del Trecento, tra cui una rara trinità trifronte. L’interno presenta colonne con capitelli ionici, soffitto a lacunari dorato e numerosi dipinti e sculture realizzate tra il XV e il XIX secolo, fra le quali opere di Pietro Vannucci detto il Perugino e di Giorgio Vasari.
Nel coro e nelle navate laterali si trovano, poi, affreschi tardomanieristici, mentre il coro ligneo è di scuola lombarda. Al di sotto dell’abside c’è la cripta altomedievale, a pianta circolare, con ambulacro e pareti dipinte con singolari motivi geometrici. La sacrestia custodisce cinque comparti di predella della grande pala d’altare dell’Ascensione di Cristo del Perugino. Il campanile sorge sulla base del preesistente mausoleo romano e il suo assetto attuale, si deve alla ricostruzione del XV secolo su disegno di Bernardo Rossellino.