Chiedere alla Regione Umbria di costituire un fondo di riserva per una compartecipazione ai costi a cui i Comuni possono attingere in caso di necessità per l’inserimento di minori in strutture protette. E ancora, interessare direttamente le zone sociali. Poi, sollecitare i Parlamentari a presentare un’eventuale modifica del comma 4 dell’articolo 6 della legge 328 del 2000. Affinché la spesa non sia più solo a carico dei Comuni ma dello Stato. E, infine, informare e sostenere l’azione di Anci Nazionale su questo tema, visto che già tempo ha avviato un’interlocuzione con il Governo.
Sono queste alcune delle proposte emerse durante l’incontro – che si è tenuto nella sala del Consiglio del palazzo della Provincia di Perugia – organizzato da Anci Umbria sulla gestione degli inserimenti dei minori nelle strutture protette.
Oltre 50 le persone intervenute, in presenza o in modalità online, tra amministratori e tecnici. Presenti anche due delegati delle Prefetture di Perugia e Terni, rispettivamente, Susanna Tabarrini e Luca Iervolino, mentre per i Parlamentari umbri – tutti invitati all’iniziativa – è intervenuta la senatrice Emma Pavanelli (M5S).
L’inserimento dei minori nelle strutture protette è un problema che riguarda tutti i comuni umbri
“Dall’incontro è emerso che sono tutti i Comuni potenzialmente interessati da questo problema – ha dichiarato alla fine dell’iniziativa Michele Toniaccini, presidente di Anci Umbria e sindaco di Deruta –. Si tratta di un interesse, prima di tutto, dal punto di vista sia economico-finanziario. Soprattutto se sono numerosi gli inserimenti dei minori che gravano su di uno stesso Comune. E poi di carattere umano, sociale, che interessa le famiglie che per i Comuni rappresentano un punto di riferimento importante per l’agenda politico-amministrativa. Abbiamo convenuto di creare un documento e di inviarlo a tutti i livelli istituzionali con alcune proposte che abbiamo condiviso in seno di questa importante riunione, molto partecipata. Ringrazio anche le Prefetture di Perugia e Terni – ha concluso – per la loro partecipazione e il loro contributo alla discussione”.
Si è trattato di un incontro vivace, dove sono intervenuti in molti. Adimostrazione di quanto l’argomento sia sentito in maniera trasversale. Il tema dell’accoglienza residenziale dei minori, temporaneamente privi di un ambiente familiare idoneo e dei relativi costi, tocca soprattutto i Comuni di piccole e medie dimensioni. Che subiscono enormemente gli effetti di questi ingenti costi (che possono arrivare a 150 euro più iva al giorno per minorenne) su ricadute nel bilancio di esercizio.
In sofferenza su queste problematiche anche i Comuni di maggiori dimensioni, come Perugia, Foligno e Spoleto
Dall’incontro è emerso che anche i Comuni di maggiori dimensioni cominciano ad essere in sofferenza. Come nel caso di Perugia che con 142 minori inseriti di cui 18 non accompagnati e 1.436 minori in carico, gestisce numeri impegnativi. Cifre che raccontano di un’emergenza sociale per una spesa di circa 5 milioni di euro l’anno. Stessa cosa per i Comuni di Foligno, dove la spesa è di oltre 1 milione di euro, e Spoleto, dove la cifra è di circa mezzo milione di euro.
Da parte delle Prefetture e della senatrice Pavanelli è stata espressa la massima collaborazione, ognuno in merito al proprio ambito di azione.
A margine dell’incontro è stato convenuto di sottoscrivere un documento di sintesi con le proposte comuni emerse durante il dibattito. Con l’obiettivo di condividerlo tramite il coinvolgimento dei
Comuni capofila delle zone sociali.