L’audizione dei due minorenni vittime di prostituzione minorile si è tenuta nel tribunale di Perugia in forma protetta. Si tratta di una storia tristissima di abusi, dove un ex prete avrebbe, secondo il racconto delle presunte vittime, adescato due ragazzini in cambio di soldi e regali

Oggi il processo dell’ex prete: sentiti i due minorenni a Perugia

Il processo si è svolto in segreto sotto la supervisione del collegio giudicante presieduto da Carla Maria Giangamboni, dove sono stati sentiti anche i genitori dei due minorenni stranieri.

L’uomo non era nuovo alle forze dell’ordine, ed era stato infatti segnalato da alcuni genitori che risiedono a Ponte San Giovanni, periferia alle porte di Perugia. L’oggetto della segnalazione riguardava il fatto che l’uomo era stato visto girare mano nella mano con i due ragazzi. 

Il 71enne era stato sospeso dalla Curia (sospensione a divinis), e nonostante questo continuava ad indossare gli abiti talari. I due giovani hanno poi raccontato che l’ex prete si era mostrato a loro completamente nudo. Nella casa dell’uomo sono stati ritrovati e sequestrati dalle forze dell’ordine computer e telefoni contenenti video “raffiguranti giovanissimi in età adolescenziale intenti a consumare rapporti sessuali”.

Il 16 febbraio scorso è cominciata l’istruttoria dibattimentale, e in quell’occasione sono stati sentiti quattro testimoni per il prete umbro accusato di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico.

La denuncia risale a qualche anno fa, quando l’uomo pare che passò, stando ai racconti, una notte in compagnia di due minorenni romeni di 13 e 17 anni che vivevano a Perugia: sesso in cambio di soldi e regali. Una storia agghiacciante, dove ancora non si intravedono perfettamente i contorni. 

I fatti risalgono al 2020

I fatti risalgono al 2020, quando il prete, Calcedonio di Maggio (si faceva chiamare don Antonio), venne indagato per prostituzione minorile. L’ex monaco dei benedettini silvestrini era stato già condannato per corruzione di minorenne e violenza sessuale sui minori. Al quotidiano “La Nazione”, che lo aveva sentito, aveva riferito di non aver avuto nessun comportamento equivoco con i ragazzini. Ma i ragazzini vennero sentiti non solo dai carabinieri ma anche da uno psicoterapeuta. 

L’uomo era già stato condannato in passato per reati simili conosciuti in Sicilia, e dopo che venne interrogato dai Carabinieri per i fatti di Ponte San Giovanni disse che i due avevano trascorso la notte a casa sua perché l’avrebbero aiutato a svolgere determinate faccende a casa in assenza del badante. Tuttavia la storia raccontata dai due ragazzini è diversa, perché una volta arrivati nell’abitazione dell’ex prete, lui si sarebbe spogliato per poi mostrarsi completamente nudo. Difficile non credere a quest’ultima storia dal momento che nella casa del prete sono stati poi trovati video con atti sessuali compiuti da minorenni.

Ad aggiungere gravità alla situazione è il fatto che nonostante la sospensione a divinis l’uomo continuava ad indossare gli abiti da religioso. La Curia arcivescovile di Perugia-Città della Pieve aveva scritto una nota nella quale sottolineava di essere venuta “a conoscenza della condotta di quest’uomo che indossa abiti religiosi”, di aver informato “le competenti autorità di pubblica sicurezza”, e di aver invitato “sacerdoti e fedeli a segnalare anch’essi alle suddette autorità, oltre che alle autorità religiose, qualsiasi comportamento messo in atto da quest’uomo”.

Ancora troppi pedofili: i numeri

Non si sa ancora come proseguirà la vicenda e quale sarà la decisione del giudice perché oggi è cominciato il processo. Quello che è certo è che purtroppo non sono nuove situazioni simili. 

Lo scorso anno è stato presentato il primo report sulla pedofilia in Italia, realizzato dall’Osservatorio Permanente della Rete l’Abuso. I numeri purtroppo sono ancora troppo, alti: sono stti contati ben 164 sacerdoti con condanna definitiva negli ultimi 15 anni, su un totale di 418, divisi in 88 anonimi, 166 denunciati e 164 condannati.