Per il terzo anno consecutivo, in occasione del Giovedì Santo, il vescovo della Diocesi di Terni, Narni e Amelia, Francesco Soddu ha presieduto la messa in 'Coena Domini' all'interno del carcere di Terni in occasione del Giovedì Santo. Una celebrazione partecipata e molto sentita dai detenuti, dodici dei quali hanno preso parte alla tradizionale lavanda dei piedi officiata dal vescovo.
La messa è stata concelebrata da padre Danilo Cruciani e da don Giuseppe Zen direttore della Caritas diocesana. Presenti il direttore della Casa Circondariale Luca Sardella, il comandante della Polizia Penitenziaria Vanda Falconi, oltre ai volontari, formatori e operatori all’interno della Casa Circondariale.
"Gesù con la sua morte e resurrezione – così il vescovo Soddu rivolgendosi ai detenuti – ci libera dalla schiavitù del peccato. Ci libera dal carcere più duro, che è quello che è nel nostro cuore. La libertà dei figli di Dio supera le barriere di ogni carcere, perchè il carcere più duro è quello di fronte a se stessi. In questa celebrazione ricordiamo l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena, che è l’inizio di qualcosa che coinvolge tutti e che si ripete sempre: il servizio vicendevole, la donazione della vita gli uni per gli altri. Chiediamo al Signore la capacità di essere disponibili ad accoglierlo nel nostro cuore e farlo entrare nella nostra esistenza, lui che ha dato la sua vita per noi, perché diventiamo capaci di donarla agli altri".
Soddu, ha definito quello della lavanda dei piedi “un gesto di profonda di donazione, un gesto di amore. E di gesti amore tutti abbiamo necessità, nella capacità di farsi prossimo con i doni che Gesù ci dà ed aprirsi alla speranza, perchè quello che è morto dentro di noi, con l’aiuto di Gesù, può rinascere a vita nuova".
"Ci vorrebbe un po' più di fede
come quel sole chiaro che s'intravede
nella profondità delle acque
del perdono.
Ci vorrebbe più fiducia giù
fin negli abissi del loro cuore".
Questi gli ultimi versi della poesia dal titolo "Sono Acqua" letta al termine della cerimonia e composta da un detenuto durante il laboratorio di scrittura che si tiene all'interno del carcere.
Quello della Settimana Santa è un periodo denso di significati per i credenti cattolici. Un'occasione anche per essere vicini ai più fragili. In questi giorni non sono mancate le presenze dei religiosi all'interno degli Istituti di pena del territorio umbro per portare un messaggio di speranza a chi, per qualsisi motivo, si trova ristretto.
Domenica scorsa, Domenica delle Palme, quando la comunità cattolica ricorda l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, anche l'arcivescovo di Spoleto e Norcia, mosingor Boccardo, ha celebrato la messa nel carcere di Spoleto.
Proprio oggi, papa Francesco si è recato nel carcere romano di Regina Coeli, dove era già stato per la lavanda dei piedi nel 2018. Nonostante le precarie condizioni di salute, il pontefice non è voluto mancare all'appuntamento. È arrivato sulla 500 bianca con i vetri oscurati ed è stato accolto dalla direttrice della struttura, Claudia Clementi.
Papa Francesco incontrerà 70 detenuti e, come riportato anche dall'Ansa, non indossa i naselli per l'ossigeno che gli sono stati sempre stati necessari durante questo periodo di convalescenza, dopo il lungo ricovero al Gemelli da cui è stato dimesso neanche un mese fa. Un segnale di profonda umanità da parte del Santo Padre che in questa fase delicata continua nell'impegno di portare conforto agli ultimi.
L'anno scorso il pontefice aveva presenziato le celebrazioni per il Giovedì Santo presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia, dove aveva lavato e baciato i piedi a dodici detenute di diverse nazionalità.